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Antropocene: inizia l’era geologica dell’uomo

Le attività antropiche modificano il Pianeta e i geologi stanno per ufficializzare la nuova era. Una strepitosa mostra al Mast di Bologna documenta l'impronta umana sulla Terra

Antropocene: stiamo vivendo una nuova era geologica, segnata in modo “distruttivo” dall’impronta dell’uomo? La comunità scientifica ne sembra convinta e, dopo anni di studi e dibattiti, si sta prendendo in esame la possibilità di riconoscere l’Antropocene come effettiva unità di tempo geologica, da aggiungere dunque alla scala ufficiale del Tempo Geologico. Il tempo è diviso dai geologi secondo i cambiamenti nello stato della Terra. Il tempo geologico è quello intercorso dalla formazione dei più antichi strati sedimentari sulla superficie del nostro Pianeta. Abbiamo vissuto così l’era paleozoica,  la mesozoica e quella più recente, la cenozoica. Il termine Antropocene, coniato per la prima volta dal biologo Eugene Stoermer, fu adottato dal Premio Nobel per la chimica Paul Crutzen che nel 1995 scrisse il libro “Benvenuti nell’Antopocene”.

Edward Burtynsky
Phosphor Tailings Pond #4, Near Lakeland, Florida, USA 2012
photo © Edward Burtynsky, courtesy Admira Photography, Milan / Nicholas Metivier Gallery, Toronto

L’Antropocene (dal greco ἄνϑρωπος – uomo) si definisce come una nuova era geologica in cui l’ambiente terrestre, inteso come l’insieme delle caratteristiche fisiche, chimiche e biologiche in cui si svolge ed evolve la vita, è fortemente condizionato a scala sia locale sia globale dagli effetti dell’azione umana. All’essere umano e alla sua attività sono attribuite le cause principali delle modifiche territoriali, strutturali e climatiche.
Dopo una votazione informale presso il Congresso Geologico Internazionale di Cape Town nel 2016, il Gruppo di Lavoro sull’Antropocene (Anthropocene Working Group, AWG), si è recentemente riunito per sottoporre a una nuova votazione ufficiale il passaggio dall’Olocene all’Antropocene: 29 membri del Gruppo su 34 hanno votato a favore ed ora la Commissione Stratigrafica Internazionale entro il 2021 dovrà decidere se inserire l’Antropocene nella scala ufficiale cronostratigrafica. Questo gruppo internazionale di scienziati è impegnato dunque a raccogliere prove del passaggio dall’attuale epoca geologica – l’Olocene, iniziata circa 11.700 anni fa – all’Antropocene. La ricerca è volta a dimostrare che gli esseri umani sono diventati la singola forza più determinante sul pianeta. Secondo gli scienziati l’Antropocene avrebbe avuto inizio negli anni ’50 ossia da quando l’impronta “distruttiva” dell’uomo sul Pianeta ha iniziato a farsi sempre più incisiva. Ma quali sono i “marcatori”, ossia le prove incontrovertibili dell’inizio di questa nuova era geologica rispetto alla precedente?
Alcuni studiosi propongono come impronta fondamentale dell’attività dell’uomo sull’ambiente ad esempio i primi test con bombe all’idrogeno degli anni ’50 che hanno causato l’immissione nell’ambiente di grandi quantità di materiale radioattivo. Da considerare anche le impronte antropiche legate all’utilizzo dei combustibili fossili, dei fertilizzanti, degli allevamenti intensivi o della plastica. Segni profondi dell’azione umana sono anche l’estrazione mineraria, l’urbanizzazione, l’industrializzazione e l’agricoltura intensiva, la deviazione dei corsi d’acqua, l’eccesso di CO2 e l’acidificazione degli oceani dovuti al cambiamento climatico. Queste pesanti “impronte umane” potrebbero avere effetti a lunghissimo termine e influenzare il corso delle ere geologiche.

Edward Burtynsky
Carrara Marble Quarries, Cava di Canalgrande #2, Carrara, Italy 2016
photo © Edward Burtynsky, courtesy Admira Photography, Milan / Nicholas Metivier Gallery, Toronto

Non solo gli scienziati si stanno interrogando su questa affascinante questione geologica. L’impronta umana sul nostro Pianeta sollecita inevitabilmente riflessioni filosofiche e letterarie, e interroga anche intellettuali, fotografi e registi. Una documentazione visiva eccezionale sui cambiamenti che l’uomo ha impresso alla Terra è visibile gratuitamente al Mast di Bologna fino al 22 settembre. La mostra “Anthropocene”, vede il lavoro del fotografo Edward Burtynsky e dei registi e videomaker Jennifer Baichwal e Nicholas de Pencier che, grazie ad arte, cinema, realtà aumentata e ricerca scientifica, riescono a farci entrare nel concetto alla base del termine Antropocene. La mostra è descritta nella sua presentazione come “un’esplorazione multimediale che documenta l’indelebile impronta umana sulla Terra: dalle barriere frangiflutti edificate sul 60% delle coste cinesi alle ciclopiche macchine costruite in Germania, dalle psichedeliche miniere di potassio nei monti Urali in Russia, alla devastazione della Grande barriera corallina australiana, dalle surreali vasche di evaporazione del litio nel Deserto di Atacama alle cave di marmo di Carrara e ad una delle più grandi discariche del mondo a Dandora, in Kenya.

Judith Jaquet

Mi sono laureata con lode in Letterature straniere, indirizzo in Scienze della Comunicazione, con una Tesi in Linguistica generale, presso l'Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano. Sono iscritta all'Ordine dei Giornalisti della Lombardia (Albo dei professionisti) dal 2008, dopo aver frequentato il Master in Giornalismo Campus Multimedia dello Iulm. Lavoro nella redazione di Meteo Expert dal 2011 e mi occupo della gestione dei contenuti editoriali sul web e sui social network. Conduco le rubriche di previsioni meteo in onda sui canali Mediaset e sulle principali radio nazionali.

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