50 anni fa l’uomo ha messo piede sulla Luna
Le tecnologie sviluppate dalla NASA sono arrivate fino ad oggi
La NASA sta per celebrare il 50° anniversario della missione Apollo 11 che portò per la prima volta l’uomo sulla Luna. Era il 20 luglio 1969 quando Neil Armstrong e Edwin Aldrin hanno messo piede sulla superficie lunare di fronte agli occhi di 600 milioni di spettatori.
La missione Apollo 11
La NASA selezionò tre astronauti per questa missione: Neil Armstrong, Edwin Aldrin e Michael Collins. I telespettatori di mezzo mondo rimasero incollati di fronte ai televisori per seguire il lancio di Apollo 11: era il 16 luglio 1969.
Dopo un viaggio di 390 mila chilometri, compiuto in 76 ore, Apollo 11 entrò nell’orbita lunare. Il 20 luglio il modulo lunare Eagle si staccò dal modulo di comando: Armstrong e Aldrin iniziarono la discesa, mentre Collins rimase al comando del modulo in orbita. Quasi 3 ore dopo e grazie al controllo manuale di Armstrong, il modulo atterrò con successo nel Mare Tranquillitatis.
Secondo una stima la diretta dell’allunaggio fu seguita da 600 milioni di telespettatori.
Armstrong non perse tempo e comunicò a Houston: «The Eagle has landed», il modulo Eagle è atterrato. Cinque ore in anticipo rispetto al programma, Armstrong iniziò a scendere dalla scaletta e mise piede sulla Luna per poi pronunciare la frase simbolo di questa impresa: «un piccolo passo per l’uomo, un grande passo per l’umanità».
Aldrin raggiunse Armstrong 19 minuti più tardi e insieme conficcarono la bandiera degli Stati Uniti sulla superficie della Luna. Tra gli oggetti lasciati sulla Luna anche una placca incisa con questa scritta: «Qui gli uomini del pianeta Terra hanno messo piede sulla luna, nel Luglio del 1989 D.C. Siamo venuti in pace, per tutta l’umanità». Aldrin e Armstrong trascorsero 2 ore e mezza sulla Luna, prima di rientrare nel modulo lunare. L’equipaggio dell’Apollo 11 fece ritorno sulla Terra il 24 luglio.
Le tecnologie in uso ancora oggi
Grazie alla missione della NASA, vennero fatti passi in avanti anche nella tecnologia. Il progresso tecnologico degli ultimi 50 anni mette le radici anche nelle missioni spaziali della NASA. Molte tecnologie che utilizziamo oggi sono state sviluppate in quegli anni: ad esempio le lenti resistenti ai graffi, i sensori d’immagine CMOS, la memory foam, l’apparecchio invisibile per i denti, il termometro a infrarossi, gli omogeneizzati e gli alimenti liofilizzati. Ma non solo.
Molti non sanno che gli scienziati della NASA, per mettere a punto una tecnologia che gli permettesse di prelevare campioni dalla superficie della Luna, collaborarono con la Black and Decker. La stessa tecnologia usata durante la missione Apollo 11 venne poi usata, secondo Interesting Engineering, dalla Black and Decker per commercializzare un aspirapolvere senza fili: il dustbuster.
Per sviluppare delle tute leggere ma resistenti, la NASA iniziò a usare una sorta di gomma espansa, “soffiata” in una forma. Questa soluzione venne poi adottata dalla Nike nelle suole delle scarpe per attutire l’impatto con il terreno.
Gli scienziati della NASA hanno inoltre collaborato con l’azienda tecnologica Pacific Plantronics per sviluppare cuffie wireless da inserire all’interno dei caschi degli astronauti. Grazie alla ricerca della NASA è stata messa a punto la coperta isotermica, oggi presente nei kit di sopravvivenza e spesso usata dalle squadre di soccorso per stabilizzare la temperatura dei pazienti.