Si è formato un lago a 3.400 metri sul Monte Bianco
Il caldo eccezionale di fine giugno ha fatto fondere parte del ghiaccio
Un lago si è formato in alta quota, sul massiccio del Monte Bianco. A scoprirlo, ad inizio luglio, è stato l’alpinista Bryan Mestre che ha fotografato uno specchio d’acqua largo 10 metri e lungo 30 tra i pendii francesi del Monte Bianco. Il panorama sotto il Dente del Gigante delle Aiguilles Marbrées è cambiato in poco tempo: come racconta l’alpinista le foto sono state scattate a dieci giorni di distanza, tra fine giugno e inizio luglio. La causa è evidente: in quei giorni diverse zone d’Europa hanno subito una ondata di caldo eccezionale che ha fatto segnare diversi record assoluti sia in Francia che in Italia.
«Il promontorio anticiclonico nord-africano – spiega il meteorologo Simone Abelli – è riuscito a spingere il nucleo più caldo della massa d’aria sahariana fino a latitudini insolite: tra il 27 e il 28 giugno è stata osservata una temperatura intorno ai 28°C a 1600 metri circa in libera atmosfera nella zona tra la Francia centro-meridionale, la Svizzera e il Nord Italia, valore probabilmente mai osservato a quelle quote in quella fascia latitudinale».
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Un lago come quello fotografato sul Monte Bianco si forma di solito in seguito alla fusione del ghiaccio. L’acqua liberata si accumula e forma in lago nella depressione del ghiacciaio. Ma come mai non è stata riassorbita? Perché avvenga un tale fenomeno, il manto nevoso sottostante, infatti, deve essere impermeabile. Il ricercatore ed esperto di ghiacciai, Christian Vincent, ha spiegato al National Geographic francese che «per comprendere l’origine di questo fenomeno eccezionale bisogna distinguere due tipologie di ghiacciaio: il ghiacciaio temperato la cui temperatura è di zero gradi e il ghiacciaio freddo, con temperatura sotto lo zero».
Sulle Alpi francesi i ghiacciai sono generalmente temperati, ma alcuni, specie a partire dai 3.000 metri in su, sono freddi. Solo i ghiacciai freddi sono impermeabili. «Senza conoscere la temperatura del ghiacciaio – spiega Vincent – è impossibile dire se questo sia un ghiacciaio freddo o temperato. Ma se fosse temperato, l’acqua troverebbe il modo di raggiungere la rete idrologica subglaciale».
Secondo il ricercatore, però, c’è anche una seconda ipotesi. Potrebbe, infatti, essere dovuto ad uno strato di manto nevoso indurito durante l’inverno e ancora di temperatura negativa. In questo caso «mentre l’acqua si infiltra tra le fessure del manto nevoso, si forma una pellicola di ghiaccio che congela nelle profondità del ghiacciaio». Solo così il ghiacciaio temperato potrebbe diventare impermeabile e permettere così la formazione di laghi simili.
Sebbene gli alpinisti che hanno fotografato questo fenomeno abbiano rivelato di «non aver mai visto una cosa simile», si tratta di un evento comune che, in quella zona del Monte Bianco, si verifica quasi ogni anno. Non si tratta dunque di una situazione preoccupante. Secondo il ricercatore, questo fenomeno potrebbe diventare critico quando l’acqua fusa forma laghi più grandi con il rischio che l’acqua debordi, minacciando le abitazioni e le strutture a valle. «Questo genere di minaccia esiste e bisogna restare vigili ma – conclude il ricercatore -, nel caso attuale, non c’è nessun pericolo». L’estremizzazione del clima, ossia la maggiore frequenza di eventi meteo estremi causata dal riscaldamento globale, però, potrebbe rendere questi episodi sempre più frequenti.