Il Giappone è stato raggiunto ieri dal tifone Hagibis, il cui impatto si è purtroppo dimostrato in linea con le aspettative rivelandosi devastante, con piogge torrenziali e raffiche di vento estremamente intense. In queste ore il bilancio delle vittime continua ad aggravarsi: al momento si contano almeno 26 morti, ma ci sono ancora diversi dispersi.
Cosa ha reso il tifone Hagibis diverso dalla maggior parte delle tempeste che si abbattono sul Giappone?
Innanzitutto le sue dimensioni spaventose: il suo diametro copriva un’area immensa, ampia circa 1.400 km. Pessimo anche il tempismo della tempesta, che si è abbattuta sul Paese in un fine settimana di luna piena in cui il livello del mare era già più alto della media. Fuori dalla norma, poi, anche la potenza impressionante dei suoi venti, che hanno spazzato il Giappone con raffiche fino a 240 km orari.
In vista dell’arrivo di Hagibis l’Agenzia Meteorologica Giapponese ha emesso un livello di allarme senza precedenti a Tokyo e nelle regioni adiacenti, annunciando «un’intensità nella distribuzione delle piogge che non si vedeva da decenni». Quasi 7 milioni di persone lungo l’isola principale dell’Honshu hanno ricevuto l’avviso precauzionale ad evacuare, i voli sono stati bloccati a terra e i treni sospesi. Anche alcuni servizi ferroviari nell’area metropolitana di Tokyo hanno ripreso a funzionare solo oggi.
Il tifone ora ha abbandonato il Giappone e, indebolito, è tornato a dirigersi verso l’oceano muovendosi in direzione nord-est. La traiettoria: