California in fiamme: dietro gli incendi c’è lo zampino dei cambiamenti climatici
Caldo, siccità, venti secchi: la ricetta perfetta per gli incendi in California
Gli effetti dei cambiamenti climatici sono ormai evidenti in tutto il mondo, ma tra le zone che negli ultimi anni ne hanno risentito in modo più grave c’è la California, sempre più spesso costretta a far fronte all’emergenza degli incendi. Dopo dieci anni di gravissima siccità, le piogge più abbondanti dell’inverno e della primavera scorsi hanno leggermente migliorato la situazione, ma il terreno dello “Stato del Sole” evidentemente porta ancora i segni della siccità estrema dell’ultimo decennio. Secondo le stime, in California ci sono ancora 149 milioni di alberi morti e uno degli aspetti più gravi dell’emergenza climatica nello Stato è senza dubbio quello legato agli incendi, che negli ultimi anni sono aumentati in modo esponenziale. Dei dieci roghi più gravi e devastanti che hanno colpito la California dal 1932, 9 si sono sviluppati solo negli ultimi 18 anni.
Il 2019 ha regalato allo Stato americano più piogge degli ultimi anni, ma l’estate è stata particolarmente secca ed estremamente calda: una situazione perfetta per lo sviluppo degli incendi, resa ancora più pericolosa dal vento che tipicamente soffia sul sud della California nella stagione autunnale. È il vento caldo e secchissimo di Santa Ana, che da terra attraversa i canyon e si dirige verso il mare contribuendo a rendere ancora più secco il terreno e ad alimentare i roghi che si sviluppano. In pratica, benzina.
Nell’ultima settimana l’alta pressione si è estesa sulla California e i venti stagionali si sono uniti al clima secco e caldo creando «la ricetta per una crescita esplosiva delle fiamme», osserva il National Weather Service statunitense. L’incendio più grave degli ultimi giorni è Saddleridge Fire, divampato vicino a Los Angeles: circa 100.000 persone sono state evacuate e le fiamme si sono estese su una superficie di oltre 30 km2, pari all’incirca alla metà della città di Pavia.
Quasi 21 km2 sono andati in fiamme a Briceburg, vicino al Parco Nazionale dello Yosemite, mentre un altro incendio nella contea di Riverside ha distrutto 74 edifici e ucciso una persona. Milioni di persone in tutta la California sono rimaste senza elettricità per giorni: la Pacific Gas & Electric, la più grande utility dello Stato, ha deciso di interrompere la fornitura di corrente elettrica a centinaia di migliaia di utenti per il timore che i venti forti portassero a contatto con le infrastrutture elettriche materiale infiammabile o scintille provenienti dagli incendi.
I cambiamenti climatici hanno contribuito in modo significativo ad aggravare l’emergenza incendi in California, con siccità e aumento delle temperature che rendono la vegetazione sempre più secca e infiammabile, creando le condizioni perfette per roghi sempre più devastanti e sempre più frequenti. Il rischio incendi, inoltre, si estende ora durante tutto l’anno e non è più limitato ai mesi più caldi. Ancora una volta dobbiamo fare i conti con l’evidenza: i cambiamenti climatici non sono un problema che riguarda solo il futuro e i loro effetti stanno già tragicamente modificando la nostra realtà.