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Acqua alta, gli episodi che hanno segnato la storia di Venezia

Moltissimi i danni, oggi come allora. Rispetto all'inizio del XX secolo, però, gli episodi di alta marea sono diventati più frequenti

L’acqua alta è un fenomeno che da sempre caratterizza la città di Venezia: l’acqua invade la viabilità pedonale, allagando prima le zone più basse e poi quelle più alte, a seconda dell’altezza della marea. L’ultimo episodio, definito da molti come “epocale”, è di pochi giorni fa: nella notte tra il 12 e 13 novembre è stato raggiunto il picco di 187 centimetri è stato il secondo più alto da quando si fanno rilevazioni, ossia dalla fine del 1800. Questo evento eccezionale è stato seguito a ruota (il 15 novembre) da un nuovo picco di 154 centimetri, il settimo livello di marea più alto della serie storica, solo 2 centimetri sotto l’evento del 2018, passato alla storia come Tempesta Vaia.

Acqua alta a Venezia: una lunga storia

Il fenomeno dell’acqua alta non è certo nuovo: la città di Venezia conosce benissimo questo problema. Ve ne sono riferimenti anche prima che a Venezia, il fenomeno venisse studiato e annotato con rigore scientifico. Sul sito del Comune di Venezia vengono riportata la “cronaca delle acque alte” dal VI al XIX secolo.
Il primo documento attribuito all’acqua alta risale al 589: «non in terra neque in aqua sumus viventes», scriveva Paolo Diacono nella sua “Historia Langobardorum”, ossia «non viviamo né sull’acqua né sulla Terra». Tre altre testimonianze di questo evento ci arrivano da documenti risalenti tra il 782 e l’885: «L’acqua inondò tutta la città, penetrò nelle chiese e nelle case». Successivamente si hanno altre testimonianze nel 1240, 1341. Se ne contano 6 nel corso del XV secolo e altrettante nel XVI secolo.

Venezia da sempre fa i conti con maree eccezionali. Come risulta da uno studio, tra il 1250 e il 1300 se ne sono verificate 6; nel periodo 1400-1450 se ne sono verificate 11; nel periodo 1500-1550 se ne contano 7; nel periodo 1700-1750 se ne contano 9. Difficile capire i livelli prima del 1250, a causa della mancanza di registrazioni. Come evidenziato dalla ricerca di Paolo Canestrelli, una volta però Venezia si allagava per l’acqua dei fiumi che, scaricata nella laguna, non trovava sbocco in mare. A seguito dell’estromissione dei fiumi dalla laguna, avvenuta tra il XVI e XVII secolo, il fenomeno è connesso prevalentemente alla marea.

Gli episodi nella storia recente

Il primo mareografo venne collocato nel 1906 sul lato Canal Grande ma poi venne spostato nel 1923 sul lato del Canale della Giudecca, sito dell’attuale collocazione. Insieme a Trieste, Genova e Ravenna, la città di Venezia vanta la serie storica più lunga delle osservazioni mareografiche in Italia.

Il punto di riferimento per il centro storico è la stazione di Punta della Salute a Venezia, operante fin dal 1923 e tutt’ora in esercizio. Come riferimento, tutte le misurazioni della marea hanno come riferimento il livello medio del mare tra il 1885 e il 1909, prendendo come anno centrale il 1897, calcolato dall’Istituto Geografico Militare. Dal 1924 ad oggi episodi di alta marea con picco oltre i 110 cm sono diventati più frequenti: tra il 2000 e il 2005 si sono verificati 29 episodi; tra il 1950 e il 1954 solo 6. L’aumento della frequenza di maree eccezionali può essere collegata al cambiamento climatico.

Distribuzione annuale delle alte maree (>= +110 cm). “Ricostruzione della serie storica di Venezia – Punta Salute 1924-2005”. Dr.ssa Elisa Rosso

Moltissimi i danni, ieri come oggi

In una nota del 1410, vennero descritti i terribili effetti di una alta marea eccezionale: «perirono molte barche, e di quelli che venivano dalla fiera di Mestre e altri luoghi s’annegarono quasi mille persone. Caddero molti camini, il campanile di S. Fosca con rovina di molte case e quello del Cospus Domini con grande parte della chiesa». Molti i danni a mercanti e abitanti anche in episodi successivi.

«L’acqua crebbe quattro passi sopra l’ordinarietà. Soffersero terribilmente i magazzini di mercantatura. Il danno delle merci ascese a oltre un million d’oro», si legge in una nota del 1442. «Si difficoltava l’uscir di casa», scrivevano nel 1521. «Corsero così alte l’acque nella città che le barche andavano per la piazza S. Marco, e per altre strade con danno notevolizzimo di molte merci, guastando quasi tutti i pozzi, e non c’era memoria che l’acque sieno state per l’addietro a tal segno», scrivevano nel 1600.

Silvia Turci

Ho conseguito una laurea specialistica in Comunicazione per l’Impresa, i media e le organizzazioni complesse all’Università Cattolica di Milano. Il mio percorso accademico si basa però sullo studio approfondito delle lingue straniere, nello specifico del francese, inglese e russo, culminato con una laurea triennale in Esperto linguistico d’Impresa. Sono arrivata a Meteo Expert (già conosciuto come Centro Epson Meteo dal 1995) nel 2014 e da allora sono entrata in contatto con la meteorologia e le scienze del clima: una continua scoperta che mi ha fatto appassionare ogni giorno di più al mio lavoro.

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