Il 2019 chiude un decennio segnato da riscaldamento globale ed eventi meteo estremi
Il report dell'Organizzazione Meteorologica Mondiale presentato alla COP25
Il 2019 chiude un decennio segnato dal riscaldamento globale, dal ritiro dei ghiacci, dall’aumento del livello dei mari provocato dai gas serra derivanti dalle attività dell’uomo. Inizia così il rapporto provvisorio sul riscaldamento globale dell’Organizzazione Meteorologica Mondiale presentato ieri alla COP25. Il bilancio annuale complessivo verrà pubblicato a marzo 2020.
Il 2019 salirà sul podio degli anni più caldi
Le temperature globali non sono mai state così alte come negli ultimi 10 anni e il 2019 è in corsa per salire sul secondo o terzo gradino del podio degli anni più caldi di sempre.
Tra gennaio e ottobre di quest’anno la temperatura media globale è stata di 1,1°C più alta rispetto al periodo pre-industriale (1850-1900). Dalla fine degli anni ’80 ogni decennio è stato più caldo di quello precedente.
«Se non prendiamo urgenti misure di contrasto, andremo verso un aumento delle temperature di oltre 3°C entro la fine del secolo, con impatti ancora più dannosi sulla salute umana». Lo ha detto il segretario generale dell’OMM Petteri Taalas. «Non siamo nemmeno vicini ai target fissati dall’Accordo di Parigi».
Gli eventi meteo-climatici che hanno segnato il 2019
Le concentrazioni di anidride carbonica in atmosfera hanno raggiunto un record di 407.8 parti per milione nel 2018, ma sono aumentate ulteriormente durante il 2019. La CO2 emessa fino ad oggi resterà per secoli in atmosfera e per molto di più negli oceani, condannandoci a cambiamenti climatici su scala globale.
Il livello di mari e oceani si è alzato più velocemente a causa della fusione dei ghiacciai di Groenlandia e Antartide. Gli oceani stanno immagazzinando calore e anidride carbonica: l’acqua è del 26% più acida rispetto ai livelli pre industriali.
Il numero di cicloni tropicali che si sono formati sugli oceani durante l’anno è stato leggermente più alto della norma. Sull’emisfero nord del Pianeta si sono formati ben 66 cicloni tropicali, dieci in più rispetto alla norma, e sull’emisfero sud se ne sono formati 27. Sono diversi i tifoni e gli uragani che hanno provocato danni sulla terraferma: tra i tanti ricordiamo Idai, Dorian e Hagibis.
Piogge eccezionali da una parte, siccità dall’altra
Piogge abbondanti hanno interessato molti Paesi del mondo, tra cui i settori centrali degli Stati Uniti, il nord del Canada e della Russia, ma recentemente anche in alcuni settori dell’Italia. Per gli Stati Uniti sono stati i 12 mesi più piovosi di sempre (da luglio 2018 a luglio 2019) con una media di 962 mm.
In altre zone del Mondo i danni sono stati provocati, invece, dalla siccità: è stato così nel sud-est dell’Asia, in Indonesia, America Centrale e in Australia, dove il periodo da gennaio a ottobre 2019 è stato il più secco dal 1902.
Caldo e incendi
Le ondate di caldo sono state particolarmente intense quest’anno in Europa: tra giugno e luglio due ondate di calore hanno fatto schizzare i termometri di molte città del continente battendo addirittura record assoluti. Il caldo ha interessato anche diverse zone dell’Australia durante la scorsa estate: gennaio 2019 è stato il mese più caldo di sempre.
Come dimenticare gli incendi che hanno devastato vaste zone della Siberia e dell’Alaska, ma anche dell’Amazzonia. Nel Sud America il numero di incendi è stato il più alto dal 2010.