Antartide, missione compiuta per la spedizione italo-francese
I dati raccolti dalla spedizione in Antartide saranno importantissimi per fare chiarezza su alcuni aspetti legati al clima e, in particolare, all'aumento del livello dei mari
Missione compiuta per la spedizione italo-francese che si è recata in Antartide per raccogliere dati importantissimi, prima inaccessibili, per farci un’idea più chiara di come stia cambiando il clima e di quanto il livello dei mari stia aumentando. Si tratta della missione “East Antarctic International Ice Sheet Traverse” (EAIIST): una squadra composta da scienziati francesi del CNRS e dell’Università Grenoble Alpes e da ricercatori italiani del CNR e dell’INGV ha raccolto dati che per la prima volta permettono agli scienziati di fare una stima delle precipitazioni al centro dell’Antartide, verificando i risultati di alcuni modelli di circolazione atmosferica e ottenendo una stima più attendibile del fenomeno dell’innalzamento del livello dei mari.
Il direttore del progetto è Joël Savarino, ricercatore francese del CNRS, l’Institut des géosciences de l’environnement (CNRS/Université Grenoble-Alpes/IRD/Grenoble INP), mentre per l’Italia il responsabile è la professoressa Barbara Stenni dell’Università Ca’ Foscari Venezia. Inoltre hanno partecipato alla traversata Andrea Spolaor (CNR-ISP) e Graziano Larocca (INGV). Oltre agli scienziati che hanno preso parte alla spedizione, saranno circa 40 i ricercatori provenienti da una quindicina di laboratori italiani, francesi e australiani che lavoreranno sui dati raccolti.
La traversata è stata organizzata dall’Istituto Polare Francese (IPEV) con la collaborazione del Programma Nazionale di Ricerche in Antartide (PNRA), finanziato dal Ministero dell’Istruzione, Università e Ricerca e coordinato dal CNR per le attività scientifiche e da ENEA per l’attuazione operativa.
I dieci ricercatori che hanno preso parte alla spedizione hanno attraversato 800 km di plateau antartico fino a raggiungere l’area delle “megadune” antartiche, strutture uniche sulla Terra: superfici dall’apparenza vetrosa dove il ghiaccio è liscio e scoperto con ondulazioni su larga scala, invisibili a occhio nudo, ma rilevabili da satellite.
Durante il viaggio sono stati raccolti campioni di neve che consentiranno di migliorare le conoscenze sui fenomeni di circolazione atmosferica e di trasporto all’interno del continente, ma anche di verificare l’arrivo di contaminanti di origine antropica. Sono state inoltre installate sei nuove stazioni sismiche e cinque nuove stazioni GPS che permetteranno uno studio degli eventi sismici e micro-deformazioni connessi alle dinamiche glaciali. Sono stati poi realizzati rilievi fotogrammetrici superficiali del plateau e georadar per un totale di circa 1.200 km, per lo studio dell’accumulo nevoso e la stratificazione nelle diverse aree attraversate. La storia climatica dei siti attraversati sarà ricostruita attraverso lo studio e l’analisi dei quasi 1.000 m di carote di ghiaccio raccolte. Le misure effettuate al suolo saranno poi correlate con i dati da satellite e completate da studi di laboratorio.
Perché i dati raccolti in Antartide sono importanti
L’impatto del riscaldamento globale in Antartide è una delle incognite maggiori sul tema dei cambiamenti climatici: la comunità scientifica ha già rilevato che la fusione della calotta polare ha subìto un’accelerazione, sensibile soprattutto nelle zone costiere, ma secondo alcuni modelli di circolazione atmosferica il riscaldamento potrebbe essere accompagnato anche da precipitazioni più intense sul continente bianco. Se questa ipotesi fosse corretta, le nevicate più abbondanti potrebbero controbilanciare, in parte, la perdita di massa della calotta glaciale.
I dati raccolti dalla spedizione permetteranno di capire se effettivamente l’accumulo di neve sul plateau antartico sia aumentato: scienziati francesi, italiani e australiani verificheranno l’attendibilità di questa ipotesi e sarà quindi possibile stimare in modo più accurato il fenomeno dell’innalzamento del livello dei mari.