Davos, Greenpeace accusa: le banche continuano a finanziare i combustibili fossili
Dopo l'accordo di Parigi nel 2015 sono stati investiti oltre 1,4 trilioni di dollari
La denuncia che arriva dal nuovo rapporto di Greenpeace International “It’s the finance sector, stupid” colpisce una delle componenti fondamentali del meeting annuale del World Economic Forum di Davos: gli amministratori delegati di banche e fondi pensione. Secondo il report, nel periodo che va dalla firma dell’accordo di Parigi nel 2015 al 2018 “24 banche presenti a Davos hanno finanziato l’industria dei combustibili fossili per un valore di circa 1.400 miliardi di dollari, che equivale al patrimonio complessivo dei 3,8 miliardi di persone più povere del Pianeta nel 2018”.
E’ stata la stessa direttrice esecutiva di Greenpeace International, Jennifer Morgan, a presentare a Davos i numeri del rapporto che accusa le grandi banche, le compagnie assicurative e i fondi pensione di avere grosse responsabilità dell’emergenza climatica. La centralità della discussione sul rapporto tra ambiente e economia del pianeta sarebbe insomma solo un “greenwashing”, cioè un tentativo di costruire una reputazione verde solo di facciata.
Sono 10 le banche – JP Morgan Chase, Citi, Bank of America, RBC Royal Bank, Barclays, MUFG, TD Bank, Scotiabank, Mizuho e Morgan Stanley – che hanno finanziato i combustibili fossili con un trilione di dollari. Secondo il report di Greenpeace «1 trilione di dollari equivale al rischio finanziario segnalato da 215 delle più grandi imprese mondiali a causa degli impatti climatici che probabilmente avverranno nei prossimi 5 anni. Con 1 trilione di dollari si potrebbero anche acquistare 640 GW di energia solare, che è più dell’attuale capacità globale».