L’Unione Europea ha recentemente dimostrato una crescente attenzione per l’emergenza clima, soprattutto con il via libera al Green Deal, ma negli ultimi giorni dagli ambientalisti sono arrivate pesanti accuse rivolte a Bruxelles, tacciata di ipocrisia.
Gli attivisti del clima hanno criticato in particolare il sostegno formale che l’Unione Europea ha dato a 32 importanti progetti legati allo sfruttamento del gas: una mossa, accusano gli ambientalisti, che terrà il vecchio continente incatenato all’utilizzo dei combustibili fossili ancora «per generazioni». Tra i progetti che hanno avuto il via libera ce ne sono alcuni anche in Italia: si tratta del Tap, gasdotto delle polemiche per il trasporto dalla regione del Mar Caspio a San Foca in Puglia, di Eastmed, che porterà il gas da Cipro al Salento, di un gasdotto che collegherà Malta a Gela, e di altre opere infrastrutturali al Centro-Nord.
443 i voti favorevoli dei deputati nell’aula di Strasburgo, 169 quelli contrari e 36 le astensioni: così arriva il via libera al finanziamento che coprirà fino al 50 per cento dei costi di ogni progetto attraverso i fondi finanziati dai contribuenti europei. Secondo i gruppi ambientalisti, le società del gas hanno potuto contare su una posizione vantaggiosa all’interno delle istituzioni decisionali che ha permesso loro di esercitare forti pressioni sulla commissione. Citato dal Guardian, il coordinatore di Friends of the Earth Europe Colin Roche ha sottolineato che «questa ipocrisia climatica deve finire». «A seguito di catastrofi senza precedenti come gli incendi in Australia – ha avvertito – la storia non sarà clemente con coloro che oggi hanno sostenuto la costruzione» di opere legate allo sfruttamento di combustibili fossili.