Thailandia, siccità da record: le conseguenze rischiano di essere gravissime
La Thailandia è in piena emergenza siccità, e alla stagione secca mancano ancora due mesi: la situazione è molto critica
La Thailandia sta vivendo la sua peggiore siccità degli ultimi quarant’anni. All’incirca la metà dei principali bacini idrici del Paese si trovano al di sotto del 50 per cento della loro capacità, e la situazione è resa ancora più grave dal fatto che le già scarse riserve di acqua potabile vengono contaminate dall’acqua salata. Questo succede perché il livello dei fiumi è così basso che l’acqua dolce diretta verso il mare non è più in grado di respingere quella salata che arriva dall’oceano e che, così, riesce a risalire fino agli insediamenti urbani inquinando alcune aree di approvvigionamento idrico del Paese.
Le grave siccità che sta colpendo la Thailandia è stata causata da una stagione dei monsoni più breve del normale, con piogge meno abbondanti della media. Secondo la Commissione del Fiume Mekong (MRC, Mekong River Commision), le piogge monsoniche sono iniziate con quasi due settimane di ritardo e sono terminate tre settimane prima. L’MRC ha anche dichiarato che il fenomeno El Niño ha determinato temperature insolitamente alte, provocando anche un’elevata evapotraspirazione di suolo e vegetazione.
L’emergenza siccità è dunque estremamente critica, soprattutto se teniamo conto del fatto che la stagione secca, in Thailandia, inizierà solo tra due mesi: il Paese dovrà affrontarla con riserve idriche già molto ridotte. In una nazione in cui 11 milioni di persone lavorano nell’agricoltura, le conseguenze per produzione agricola ed economia rischiano di essere molto gravi. Secondo le previsioni, a causa della siccità la Thailandia, che è uno dei principali esportatori mondiali di zucchero, produrrà fino al 30% in meno di zucchero rispetto agli anni precedenti, il peggior risultato degli ultimi cinque anni.
Anche altri Paesi del Bacino Inferiore del Mekong sono gravemente colpiti dalla siccità e sembrano destinati ad andare incontro, nei prossimi mesi, a una stagione secca difficile ed estremamente critica. Secondo il ministero dell’agricoltura e dello sviluppo rurale del Vietnam, il delta del Mekong, situato nel sud-ovest del Paese, ha ricevuto circa il 10 % di precipitazioni in meno durante l’ultima stagione delle piogge. Anche il Vietnam ha già iniziato a subire intrusioni di acqua salata, che stanno danneggiando molti campi di riso nella provincia di Trá Vinh. Se le risorse idriche continueranno a scarseggiare e proseguirà l’intrusione di acqua salata, circa 94.000 ettari di risaie nell’area del bacino del Mekong potrebbero essere danneggiate.
La mappa elaborata dalla NASA mostra le anomalie dell’umidità del suolo, ossia quanto il contenuto di acqua vicino alla superficie è stata al di sopra o al di sotto della norma per il sud-est asiatico tra il 1° gennaio e il 7 febbraio 2020. Le misurazioni sono state ricavate dai dati raccolti dal satellite SMAP, il primo satellite della NASA dedicato alla misurazione del contenuto idrico dei suoli. Il radiometro a bordo dello SMAP è in grado di rilevare l’acqua nei primi 5 centimetri di terreno. Gli scienziati usano questi dati in un modello idrologico per stimare quanta acqua è presente ancora più in profondità nella zona della radice, elemento estremamente importante per l’agricoltura.
Le aree del bacino del Mekong ricevono da diversi anni il supporto del gruppo di ricerca SERVIR-Mekong, nato dalla collaborazione tra la NASA e l’agenzia degli Stati Uniti per lo sviluppo internazionale (USAID): lo scopo è fornire informazioni utili al fine di proteggere le risorse alimentari e idriche, ridurre il rischio di catastrofi e promuovere lo sviluppo sostenibile.
Grazie ai dati provenienti del telerilevamento, il team SERVIR-Mekong sviluppa diversi prodotti di previsioni di siccità e di resa dei raccolti per la zona del Mekong. Le informazioni vengono utilizzate dall’MRC per fornire informazioni accurate agli agricoltori che tentano di pianificare i loro consumi di acqua.
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