Coronavirus, inquinamento da biossido di azoto dimezzato durante la quarantena
Le concentrazioni di NO2 sono diminuite del 50 per cento. Lo rivelano le analisi di SNPA e CAMS Copernicus
L’inquinamento da biossido di azoto (NO2) è nettamente calato in Val Padana durante le ultime settimane di quarantena per l’emergenza Coronavirus. Lo rivela uno studio del Sistema nazionale di protezione ambientale (SNPA) secondo cui le concentrazioni di biossido di azoto in Pianura Padana sono diminuite del 50% nelle ultime settimane.
L’analisi è stata realizzata sul periodo che va dal 23 febbraio all’11 marzo, integrando i dati del Programma europeo Copernicus con quelli raccolti sul territorio dalle Agenzie per la protezione dell’ambiente delle regioni e delle province autonome (ARPA e APPA).
Il biossido di azoto (NO2) è l’inquinante atmosferico che più rapidamente risponde alle variazioni delle emissioni. Il biossido di azoto viene prodotto da tutti i processi di combustione, compresi quelli derivanti dal traffico. Resiste per poco tempo sospeso in atmosfera, meno di un giorno, prima di depositarsi al suolo o reagire con altri gas presenti in atmosfera. Per questo motivo questo inquinante viene rilevato quando è vicino alla sua fonte, sia essa il traffico, le centrali termoelettriche, il riscaldamento domestico o le industrie.
Le misure restrittive per il Coronavirus hanno dimezzato l’inquinamento da biossido di azoto
Le variazioni giornaliere analizzate in questo periodo sono state influenzate anche dalle condizioni meteorologiche, ma mediamente si può osservare una progressiva riduzione dell’inquinamento diffuso, a partire dalle restrizioni imposte in Lombardia e Veneto. “I valori mediani di tutte le stazioni di quest’area – rivela lo studio – sono progressivamente passati da quantità comprese tra 26 – 40 microg/m3 nel mese di febbraio a 10 – 25 microg/m3 nel mese di marzo, con una riduzione dell’ordine del 50%, in accordo con la analisi condotta dal servizio europeo Copernicus-CAMS”.
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In particolare, in Lombardia si nota una variazione delle concentrazioni meno meno marcata rispetto a quella generale della Pianura Padana, ma comunque con un calo del 40% tra febbraio e marzo: da 26 – 45 microg/m3 a 13 -28 microg/m3. In Emilia-Romagna, dove le misure sono state introdotte a partire dall’11 marzo, dapprima in alcune province e poi sull’intera regione, i valori mediani sono inclusi in un intervallo più ampio, passando da 20 – 31 microg/m3 in febbraio, a 7 – 20 microg/m3 in marzo. Con una riduzione dell’ordine del 50%.
L’andamento da inizio anno città per città
Secondo l’analisi parallela di Copernicus la riduzione delle concentrazioni di NO2è stata graduale e dell’ordine del 10% per ogni settimana, nell’arco dell’ultimo mese. Nell’analisi sono stati considerati i valori registrati a livello delle singole città di Milano, Torino, Bergamo, Bologna, Venezia e Roma.
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A Milano le concentrazioni medie di NO2, a gennaio intorno a 65 μg per metro cubo, sono diminuite passando dai 50 μg per metro cubo di febbraio a meno di 40 μg per metro cubo nella prima metà di marzo. Lo stesso è avvenuto a Torino e Bergamo, mentre a Bologna sono calate da 30 a 15 μg per metro cubo e a Venezia da 35 a 15 μg per metro cubo.