Australia, gli incendi estivi hanno rilasciato più CO2 di un anno intero
I dati in un nuovo report del governo federale: si tratta di 830 milioni di tonnellate di anidride carbonica
La stagione degli incendi in Australia avrebbe rilasciato in atmosfera una quantità enorme di anidride carbonica, circo 830 milioni di tonnellate, molto più dell’inquinamento annuale dei gas serra del Paese, secondo una stima del governo.
L’analisi arriva da un report dei tecnici del governo federale e i numeri emersi sono sconvolgenti. Se, infatti, si confrontano i dati con le emissioni internazionali emerge che gli incendi boschivi hanno posto l’Australia nell’elenco delle nazioni più inquinanti, precisamente al sesto posto dietro solo a Cina, Stati Uniti, India, Russia e Giappone.
Si tratta di una catastrofe ambientale con elementi paradossali: le foreste, che per loro natura assorbono CO2, sono diventate foriere di inquinamento. Nel report si evidenzia comunque che le foreste temperate riescono a riprendersi anche da gravi incendi e dovrebbero tornare a riassorbire la maggior parte del biossido di carbonio negli anni a venire. Nel 2003, ad esempio, dopo un’altra stagione sconvolta dai roghi, il 96% del biossido di carbonio rilasciato è stato assorbito entro il 2019. Il rapporto però rileva che i crescenti impatti dei cambiamenti climatici, tra cui siccità o incendi più frequenti e intensi, potrebbero influire sulla capacità delle foreste di riprendersi.
I numeri del disastro
L’estate nera australiana ha visto roghi devastanti che sono durati da settembre 2019 a febbraio 2020, bruciando un’area grande circa il 50% in più rispetto a qualsiasi anno precedente partendo dal 1850. Il rapporto ha rivelato che circa 3,14 milioni di ettari di area bruciata si trovavano nei parchi nazionali mentre altri 3,6 milioni di ettari erano nelle foreste native disponibili per il disboscamento e “altri ambienti naturali e di conservazione”. I roghi hanno distrutto più di 18 milioni di ettari di territorio tra il New South Wales e lo stato di Victoria, un’area grande circa un terzo di tutta la superficie dell’Italia. L’emergenza incendi è stata dichiarata conclusa lo scorso 13 febbraio con un bilancio tragico: 30 vittime, 1 miliardo di animali morti (la stima è dell’Università di Sydney), e l’immissione nell’atmosfera terrestre di questa enorme quantità di anidride carbonica a causa del fumo degli incendi.
Una politica climatica quasi inesistente
L’Australia emette circa 530 milioni di tonnellate di anidride carbonica all’anno. I più recenti dati governativi sui gas a effetto serra suggeriscono che il Paese non è sulla buona strada per raggiungere l’obiettivo del 2030, passando dal 26% al 28% in meno rispetto al 2005.
L’emergenza climatica in Australia, infatti, non è mai stata affrontata con politiche di adattamento e il Paese si è classificato nel 2020 Climate Change Performance Index al 57° posto su 57 Paesi per le azioni sul cambiamento climatico, di mitigazione e adattamento. Il rapporto State of the Climate 2018 del Bureau of Meteorology aveva ampiamente dimostrato che i cambiamenti climatici hanno causato in Australia un aumento delle ondate di caldo estremo ed aggravato eventi catastrofici come la siccità e gli incendi.