Salute del pianeta

Crisi climatica, i sintomi descritti nell’ultimo rapporto della WMO sono allarmanti

Aumentano le emissioni di anidride carbonica e la temperatura globale continua a salire: la nostra casa è sull'orlo del precipizio

La fotografia della crisi climatica in atto, scattata dal rapporto sul clima del periodo 2015-2019 dall’Organizzazione Mondiale della Meteorologia (WMO), è incontrovertibilmente chiara. Rispetto ai cinque anni precedenti (2011-2015), il lustro che si è chiuso con il 2019 oltre ad essere il più caldo mai registrato, è stato segnato da un incremento delle emissioni e delle concentrazioni di anidride carbonica in atmosfera. E l’aumento delle concentrazioni oceaniche di CO2 ha aumentato l’acidità degli oceani.

crisi climatica
Gli indicatori chiave del clima. Fonte Wmo

Questa è la fotografia del nostro Pianeta ad oggi

Gli 5 ultimi anni sono stati i più caldi della serie storica: la Terra è di 1.1°C più calda rispetto all’era-preindustriale. Rispetto ai 5 anni precedenti, l’aumento è stato di 0,2°C. Ma non parliamo solo dell’atmosfera: il caldo resta intrappolato negli oceani. Le precipitazioni sono aumentate in alcune zone e diminuite in altre.

L’andamento quinquennale dell’anomalia delle temperature medie tra il 1854 e il 2019 (rispetto ai livelli preindustriali). Fonte Wmo

Le ondate di calore sono state il fenomeno meteorologico più letale degli ultimi 5 anni. Hanno colpito ogni continente e, in molti Paesi, hanno spinto il termometro fino a valori mai raggiunti prima. Il caldo è stato accompagnato anche da devastanti incendi, spesso senza precedenti, che hanno colpito in particolare l’Europa, il Nord America, l’Australia, ma anche la Foresta Amazzonica e le regioni Artiche.

I cicloni tropicali, da soli, hanno causato più danni di ogni altro evento meteo estremo con importanti perdite economiche, e generato alluvioni e frane che hanno fatto molte vittime. L’evento più costoso è stato l’uragano Harvey, nel 2017, i cui danni sono stati stimati per oltre 125 miliardi di dollari.

I rischi legati al clima hanno anche inasprito l’insicurezza alimentare di molte zone, specie dell’Africa dove la siccità, in particolare, ha fatto aumentare il rischio di malattie e di morte.

Aumentano le emissioni di anidride carbonica

L’anidride carbonica è responsabile per il 66% della forzante radiativa dei gas ad effetto serra dall’era preindustriale, il metano (CH4) è responsabile di circa il 17% e l’ossido di diazoto (N2O) del 6%. Le emissioni di CO2 tra il 2015 e il 2019 sono state di 208 Gt (miliardi di tonnellate), più della quantità emessa nei cinque anni precedenti (200 Gt).

Gli oceani assorbono circa il 23% delle emissioni antropiche annuali di CO2, alleviando in parte gli impatti del cambiamento climatico sul Pianeta. Ma tutto questo ha un costo: l’anidride carbonica assorbita infatti contribuisce all’acidificazione degli oceani. Secondo il rapporto della Wmo, l’acidità delle acqua, dalla rivoluzione industriale ad oggi, è aumentata del 26%.

La temperatura globale continua a salire

La temperatura media della Terra nel periodo 2015-2019 è la più alta mai registrata, ben 1,1°C più elevata dell’era preindustriale e 0,21°C più alta del lustro precedente. L’anno più caldo in assoluto resta il 2016, ma il 2019 è probabilmente salito sul secondo gradino del podio.

Le anomalie per ogni continente rispetto alla media relativa al periodo 1981–2010. Fonte Wmo

Rispetto ai livelli preindustriali, mediamente le terre emerse sono state più calde di +1,7°C , mentre gli oceani di +0,83°C. Quasi tutte le zone della terraferma sono state più calde della norma con pochissime eccezioni: una piccola parte del Canada, del settore dell’Asia centrale e dell’Antartide. In molte altre zone, invece, si sono registrate temperature medie più alte, in alcuni casi anche da record: è il caso di gran parte degli Stati Uniti, inclusa l’Alaska, di settori orientali del Sud America, dell’Europa, del Medio Oriente, dell’Australia e del sud e est dell’Africa.

Gli oceani si alzano più velocemente

Il livello di mari e oceani del Mondo continua ad aumentare ad un ritmo più alto. L’elevazione totale media del livello dei mari ha raggiunto i 90 mm dal 1993. Il ritmo con cui gli oceani del mondo si sono alzati negli ultimi 27 anni è di circa 3,24 mm ogni anno, ma tra il 2015 e il 2019 è stato di 5 mm all’anno, in parte per via del forte episodio del Niño del 2015-2016.

Secondo l’IPCC (Intergovernmental Panel on Climate Change) l’aumento medio del livello degli oceani è di 3-4 mm tra il 2006 e il 2015, un ritmo 2,5 volte più alto di quello registrato tra il 1901 e il 1990. Il contributo più grande sembra provenire dalla fusione dei ghiacciai, come quelli di Groenlandia e Antartide (World Climate Research Programme Sea Level Budget Group, 2018).

I ghiacci si fondono

L’estensione del ghiaccio marino continua a diminuire. Nel periodo 2015-2019 il minimo annuale della banchisa artica è stato sempre al di sotto della media del periodo 1981-2010. Secondo i trend di lungo periodo, tra il 1979 e il 2019 l’estensione estiva della calotta artica si è ritirata di circa il 13% per decennio. Anche l’estensione massima annuale è rimasta ben al di sotto della media e i 4 record più bassi mai registrati si sono verificati negli ultimi 5 anni.

Dal 2016 anche l’estensione minima e massima dei ghiacci antartici è crollata al di sotto della media. Nelle estati del 2017 e 2018 i ghiacci si sono ritirati fino a raggiungere la più bassa e la seconda più bassa estensione mai registrata. Record negativo raggiunto anche nell’inverno del 2018.

Le ondate di caldo sono l’evento meteo estremo più letale

Per eventi estremi si intendono episodi di breve durata, come ciclone tropicali, ma anche fenomeni che interessano anche periodi più lunghi, mesi o anni, come la siccità. Tra questi le ondate di caldo sono state l’evento meteo estremo più letale degli ultimi 5 anni. Non hanno risparmiato nessun continente e hanno spinto il termometro fino a valori mai raggiunti prima in molti Paesi. Il caldo è stato accompagnato anche da devastanti incendi, spesso senza precedenti, che hanno colpito in particolare l’Europa, il Nord America, l’Australia, la Foresta Amazzonica e le regioni Artiche.

Nell’estate del 2019 i roghi scoppiati nella regione artica in un solo mese hanno emesso in atmosfera 50 megatonnellate di anidride carbonica. Si tratta di quantità due volte più alte di quelle emesse dagli incendi scoppiati nelle stesse zone durante tutto il periodo tra il 2010 e il 2018.

Silvia Turci

Ho conseguito una laurea specialistica in Comunicazione per l’Impresa, i media e le organizzazioni complesse all’Università Cattolica di Milano. Il mio percorso accademico si basa però sullo studio approfondito delle lingue straniere, nello specifico del francese, inglese e russo, culminato con una laurea triennale in Esperto linguistico d’Impresa. Sono arrivata a Meteo Expert (già conosciuto come Centro Epson Meteo dal 1995) nel 2014 e da allora sono entrata in contatto con la meteorologia e le scienze del clima: una continua scoperta che mi ha fatto appassionare ogni giorno di più al mio lavoro.

Articoli correlati

Pulsante per tornare all'inizio