ClimateLaw, la deputata svedese chiede di alzare il target al 65% di riduzione emissioni
Si è discussa la proposta dell'eurodeputata Jytte Guteland per un nuovo ambizioso obiettivo comunitario di riduzione delle emissioni
Si torna a discutere di Climate Law europeo che traduce in legge l’obiettivo fissato nel Green Deal ovvero che l’economia e la società europee diventino neutrali dal punto di vista climatico entro il 2050. Si è discussa nella giornata di giovedì 28 maggio, la proposta dell’eurodeputata svedese Jytte Guteland, che vorrebbe fissare un nuovo obiettivo di riduzione delle emissioni entro il 2030. L’eurodeputata svedese propone di alzare il target di riduzione al 65%.
Attualmente il target si attesterebbe intorno al 50-55% ma secondo l’eurodeputata svedese bisogna muoversi più rapidamente. In sede di discussione, Jytte Guteland ha fatto riferimento al rapporto sul divario delle emissioni delle Nazioni Unite per il 2019 pubblicato a novembre, che ha evidenziato la necessità di ridurre le emissioni globali del 7,6% ogni anno al fine di raggiungere l’obiettivo di 1,5 gradi dell’accordo di Parigi.
“presento la mia relazione sulla nuova legge dell’UE sul clima in seno alla Commissione per l’ambiente del Parlamento europeo. Questa sarà la prima volta che il Parlamento europeo discuterà il disegno di legge e il suo obiettivo di convertire l’UE in un clima neutro entro il 2050. La fase iniziale del mio lavoro come principale negoziatore per la legge sul clima è stata contrassegnata dalla pandemia che ha cambiato le nostre condizioni sia sul piano pratico che economico. Alcuni rappresentanti e gruppi politici hanno voluto rallentare il ritmo delle ambizioni. Al contrario, io intendo dire che ora è più importante che mai accelerare la transizione verde. Altrimenti, rischiamo una serie di nuove crisi globali in futuro. Inoltre, la politica climatica è uno strumento importante per rimuoverci dalla crisi da Coronavirus in cui ci troviamo. Ora abbiamo un grande bisogno dell’ottimismo futuro e della nuova tecnologia che la transizione verde comporta.
Jytte Guteland sul quotidiano svedese Göteborgs-Posten
Concorde con lei, la deputata finlandese Silvia Modig, del gruppo GUE/ NGL, che ha evidenziato l’irremovibilità del suo gruppo politico rispetto al raggiungimento degli obiettivi climatici previsti dall’Accordo di Parigi e la propensione verso piani ancora più ambiziosi.
Di parere opposto invece, i rappresentanti di destra e i conservatori. Sylvia Limmer, eurodeputata tedesca del partito AfD, ha messo in evidenza i costi economici legati all’aumento delle ambizioni climatiche dell’UE. Il ragionamento della Limmer, si basa sulla valutazione economica già elaborata dalla Commissione, secondo la quale raggiungere l’attuale obiettivo del 40% richiede investimenti annuali di 260 miliardi di euro, una cifra che raggiunge i 620 miliardi di euro con un obiettivo del 55%. Aumentare il target comporterebbe un aumento degli investimenti.
Per una decisione in merito dovremo aspettare settembre, attualmente è in corso una consultazione pubblica sull’argomento che si protrarrà fino al 23 Giugno. La proposta di ClimateLaw sull’obiettivo 2030 sarà presentata non prima di settembre 2020, questo perché la Commissione si servirà di una analisi costi-benefci approfondita voluta da Frans Timmermans.