IniziativeTerritorioVideo

Incendi in Amazzonia, «UE complice»: Greenpeace in azione a Bruxelles

L'UE è responsabile di oltre il 10 per cento della distruzione delle foreste nel mondo, accusa Greenpeace: «i cittadini europei non dovrebbero essere complici inconsapevoli»

Dure le accuse di Greenpeace nei confronti dell’Unione Europea, considerata «complice» degli incendi che stanno devastando l’Amazzonia. L’organizzazione è intervenuta a Bruxelles, dove questa mattina cinque attivisti sono riusciti a scalare i 14 piani della facciata della sede della Commissione Europea e ad esporre un gigantesco striscione. Per simulare gli incendi che stanno consumando l’Amazzonia, gli attivisti hanno utilizzato fumo e cenere finti.

Sullo striscione, che riproduce un foro nell’edificio attraverso cui si vedono gli incendi in Amazzonia, campeggia la scritta Amazon fires – Europe guilty: 

Incendi amazzonia UE greenpeace
Foto: Greenpeace

A rendere l’Europa complice degli incendi in Amazzonia, che quest’anno sembrano destinati a superare i record già drammatici del 2019, «il consumo di prodotti legati alla deforestazione e al degrado forestale», spiega Greenpeace. Secondo i dati riportati dall’organizzazione, l’Unione europea «è responsabile di oltre il 10 per cento della distruzione delle foreste del mondo, principalmente a causa di prodotti come carne, soia destinata alla mangimistica, olio di palma e cacao».

È una questione che coinvolge in modo diretto anche i consumatori italiani: il nostro è infatti il maggiore importatore europeo di carne proveniente dal Brasile, ed è tra i primi dieci nell’importazione di soia.

Quello che Greenpeace chiede all’Europa è che «materie prime e alimenti immessi sul mercato europeo non siano legati alla deforestazione e alle violazioni dei diritti umani».

Incendi amazzonia UE greenpeace
Foto: Greenpeace

Martina Borghi, che si occupa della campagna Foreste di Greenpeace Italia, ha sottolineato che «quello che sta accadendo in Amazzonia ci riguarda da vicino: l’Ue importa grandi quantità di alimenti e materie prime come carne e soia destinata alla mangimistica, la cui produzione è strettamente legata alla distruzione dell’Amazzonia e di altri ecosistemi, alla crisi climatica in corso e alle violazioni dei diritti umani. Purtroppo, si tratta di prodotti che troviamo comunemente sugli scaffali dei nostri supermercati e i cittadini europei non dovrebbero essere complici inconsapevoli di questa devastazione».

«Ogni due secondi perdiamo un’area di foresta grande quanto un campo da calcio – ha aggiunto Borghi -: abbiamo urgente bisogno di una normativa europea in grado di garantire che gli alimenti e le materie prime che arrivano sulle nostre tavole rispettino criteri di sostenibilità ambientale e sociale ambiziosi e chiari».

Greenpeace Belgium ha trasmesso in diretta l’azione che si è svolta oggi a Bruxelles:

https://www.facebook.com/greenpeace.belgium/videos/321847928893443/?__cft__[0]=AZX_6hmawtf-8AyYXcYsYluEMjTw8rGjAsjtDAXzfZ2ZQlcNxvkT8aG8J_P_dkqa6I6ijPb3XEfy0O6ssml3shRVsnuSF_RFDBHznVLzI8qE9IWNW9RdeT-oAs9qJtqBQR2LeKsbHZ2aoGttnT1jIEzb0ccrFwjtPkuhgIxT9Ic6dw&__tn__=%2CO%2CP-R

Leggi anche:

Amazzonia, siamo tutti coinvolti: dalla foresta devastata arriva anche la nostra carne

C’è un nesso tra gli incendi negli USA e la crisi climatica?

Groenlandia e Antartide, la fusione dei ghiacci segue lo scenario climatico peggiore

Clima, agosto 2020 è stato il quarto più caldo mai registrato a livello globale

Valeria Capettini

Iscritta all'ordine dei Giornalisti, faccio parte della squadra di Meteo Expert dal 2016: un'esperienza che mi ha insegnato tanto e mi ha permesso di avvicinarmi al mondo della climatologia lavorando fianco a fianco con alcuni dei maggiori esperti italiani in questo settore. La crisi climatica avanza, con conseguenze estremamente gravi sull’economia, sui diritti e sulla vita stessa delle persone. Un'informazione corretta, approfondita e affidabile è più che mai necessaria.

Articoli correlati

Pulsante per tornare all'inizio