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Clima Ottobre 2020 a livello globale: “solo” il quarto più caldo mai registrato

Circa il 6.8% del pianeta ha vissuto un ottobre da caldo record, a pagarne il prezzo più alto sono state le zone artiche dove si è registrata l’estensione minima della banchisa artica

Grazie ai dati globali raccolti dal National Centers For Environmental Information della NOAA sul clima di ottobre 2020, sappiamo che è stato il quarto più caldo dall’inizio delle registrazioni globali (1860), mantenendo viva la serie che vede fino ad ora tutti i mesi dell’anno presente tra i primi 5 più caldi mai registrati. In termini di numeri, la temperatura combinata della superficie terrestre e oceanica per il mese di ottobre è arrivata ad essere di 0.85° C sopra la media del ventesimo secolo con grandi differenze nelle diverse zone del pianeta, come mostrato in Figura 1, dove lo scarto rispetto alla media è stato calcolato per il periodo 1980-2010. Gli esperti fanno notare come i mesi di ottobre degli ultimi sette anni siano stati i più caldi mai registrati. Questo mese è stato il 44° ottobre consecutivo e il 430° mese consecutivo con temperature globali superiori alla media degli ultimi 160 anni.

Tuttavia, possiamo dire che ottobre 2020 sia stato il mese più “fresco dell’anno 2020”, almeno per ora, dal momento che tutti i mesi precedenti sono stati nella “top tre” dei mesi più caldi dal 1860. Gli scienziati affermano che se tale mese non compare tra i tre più caldi della storia, ciò è dovuto molto probabilmente al continuo rafforzamento nelle acque equatoriali del Pacifico della Nina che sta favorendo temperature oceaniche con considerevoli scarti inferiori rispetto alla media in quelle zone (Fig2) che a loro volta influenzano quelle atmosferiche sovrastanti (Fig.1).

Differenza di temperatura oceanica durante il mese di ottobre 2020 rispetto alla media 1980-2010.

Discorso diverso se focalizziamo l’attenzione sul nostro continente. Infatti qui il mese si è concluso come il più caldo mai registrato con una temperatura di circa 2.3 gradi sopra media in netto contrasto con il Nord America dove le temperature si sono mantenute vicino ai valori medi o al di sotto del periodo.

Complessivamente, il report della NOAA conclude affermando che circa il 6.8% del pianeta ha vissuto un ottobre da caldo record, dove a pagarne il prezzo più alto sono state le zone artiche dove si è registrata l’estensione minima della banchisa artica per questo mese dell’anno dall’inizio delle rilevazioni nel 1979.

 

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Luca Maffezzoni

Nato a Brescia nel 1989, fin dalla giovane età mostra una passione innata verso le tematiche climatiche e ambientali. Dopo aver ottenuto il diploma di Liceo Scientifico consegue prima la laurea triennale in scienze ambientali attraverso la discussione di una tesi riguardante le ondate di calore estive sulla penisola italiana nell’ultimo ventennio. Successivamente, grazie una tesi sperimentale volta allo studio della risposta dei ghiacciai alpini al Global Warming, ottiene la laurea magistrale in scienze e tecnologie ambientali con indirizzo climatico presso il DISAT dell’Università Bicocca di Milano nel Novembre 2015. Dopo una breve esperienza come insegnate di matematica e scienze presso una scuola secondaria di primo grado, ottiene un assegno di ricerca presso L’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia (INGV) della durata di un anno dove si occupa dello sviluppo e mantenimento dell’Archivio Storico Macrosismico Italiano (ASMI). In fine, nel novembre del 2017 si traferisce all’università LJMU di Liverpool dove inizia un dottorato di ricerca volto a studiare gli effetti dei cicloni extratropicali sulla calotta glaciale Groenlandese. Tale esperienza è accompagnata da costante attività di insegnamento all’interno dell’università dove si occupa di fornire agli studenti le basi di statistica, programmazione e utilizzo di Geographic Information System (GIS) necessari per poter lavorare e gestire dati meteorologici, climatici e ambientali.

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