Aumento del livello medio dei mari: crescita vertiginosa di oltre 20 cm in meno di 150 anni. Le stime future
Il ritmo dell'innalzamento del livello del mare globale è più che raddoppiato: da 1,4 mm a 3,6 mm all'anno, con un ritmo sempre più incalzante
Il livello medio globale dei mari è aumentato di circa 21–24 centimetri dal 1880, di cui circa un terzo solo negli ultimi due decenni e mezzo aumentando da 1,4 millimetri all’anno per la maggior parte del ventesimo secolo ai 3,6 millimetri/anno durante il periodo 2006-2015.
Dal 1993, anno di inizio delle rilevazioni satellitari, al 2020, l’incremento è stato di circa 9 centimetri di cui 1 solo negli ultimi 3 anni, tuttavia in alcuni bacini oceanici, tale livello è aumentato fino a 15-20 centimetri in soli trent’anni.
Il diverso tasso di innalzamento del mare passato e futuro in punti specifici della terra può essere superiore o inferiore alla media globale a causa di fattori locali: assestamento del suolo, erosione della costa, variabilità naturale nella forza dei venti e delle correnti oceaniche e il fenomeno dell’isostasia (innalzamento della terra ferma) ancora in atto dovuto allo scioglimento delle calotte polari nell’ultimo periodo glaciale. L’effetto di quest’ultimo fenomeno è ancora osservabile in area scandinava dove negli ultimi 50 anni si sono verificati fenomeni di diminuzione del livello del mare di oltre 20 centimetri mentre altrettanti ne sono stati guadagnati in diverse parti d’Europa.
Cosa sta causando l’innalzamento del livello del mare?
Il generale innalzamento degli ultimi 150 anni è in linea con trend di riscaldamento globale atmosferico che lo ha favorito attraverso due processi.
In primo luogo, i ghiacciai e le calotte glaciali di tutto il mondo si stanno fondendo, alimentando così l’acqua degli oceani. In secondo luogo, il volume dell’oceano si espande man mano che l’acqua si riscalda. Un terzo fattore, seppur minore, è un calo della quantità di acqua liquida sulla terra dovuto al pompaggio di falde acquifere, laghi e bacini artificiali in acque marine.
Tuttavia, negli ultimi decenni i maggiori contributori sono state le due calotte. La perdita di ghiaccio di quella groenlandese è aumentata di sette volte, passando da 34 miliardi di tonnellate all’anno tra il 1992-2001 a 247 miliardi di tonnellate all’anno tra il 2012 e il 2016 mentre quella antartica è quasi quadruplicata da 51 miliardi di tonnellate all’anno tra il 1992 e il 2001 a 199 miliardi di tonnellate all’anno dal 2012-2016. Ciò ha fatto si che la quantità di innalzamento del livello del mare dovuto alla perdita di ghiaccio (con una piccola aggiunta dal trasferimento delle acque sotterranee e da altri spostamenti di stoccaggio dell’acqua) dal 2005-2020 sia stata quasi il doppio di quella dovuta all’espansione termica.
Previsioni future
Secondo i più recenti studi e sulla base dei più recenti scenari futuri, è molto probabile che il livello del mare globale aumenterà di almeno 30 centimetri sopra i livelli del 2000 entro il 2100 anche su un percorso di basse emissioni. Considerando invece lo scenario di emissioni estremo, l’aumento potrebbe essere di oltre di quasi 2.5 metri entro la fine del secolo. Lo scenario peggiore, che è estremamente improbabile, tuttavia non può essere escluso, ed è frutto di nuove osservazioni e modelli sulla perdita di ghiaccio dall’Antartide e dalla Groenlandia. Infatti, nuove ricerche dimostrano come alcune delle stime più estreme fatte in passato riguardanti i tassi di fusione delle calotte appaiono molto più plausibili di quanto sembrassero in precedenza.
Perché il livello del mare è importante?
Le inondazioni dovute all’alta marea sono già un problema serio per molte comunità costiere e anche nello scenario migliore la loro frequenza aumenterà vertiginosamente impattando su un numero sempre maggiore di persone. Basti pensare che a livello globale, 8 delle 10 città più grandi del mondo si trovano vicino a una costa, secondo l’atlante degli oceani delle Nazioni Unite. Attraverso l’erosione del litorale ed inondazioni dovute a tempeste, negli ambienti urbani lungo le coste di tutto il mondo, l’innalzamento del mare minaccia le infrastrutture necessarie per i posti di lavoro locali e le industrie regionali: strade, ponti, metropolitane, rifornimenti idrici, pozzi di petrolio e gas, centrali elettriche, impianti di depurazione, discariche sono tutti a rischio, con danni economici incalcolabili. Per quanto concerne il mondo naturale, l’innalzamento del livello del mare crea stress sugli ecosistemi costieri che forniscono attività ricreative, protezione dalle tempeste e habitat per pesci e fauna selvatica, comprese le attività di pesca di valore commerciale. Inoltre, l’acqua salata sta contaminando le falde acquifere d’acqua dolce, molte delle quali sostengono l’approvvigionamento idrico comunale e agricolo.