Clima e transizione energetica, +8 milioni di posti di lavoro entro il 2050
Secondo un nuovo studio, raggiungere l'obiettivo climatico globale porterebbe a un boom di occupazione nel settore delle energie rinnovabili
La battaglia per il clima è entrata nel vivo, con nuovi accordi e ambiziosi obiettivi da parte dei Paesi industrializzati. In attesa della Cop26, che si terrà a novembre, a Napoli è andato in scena il G20 nel quale è stato firmato l’accordo su Clima ed Energia.
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Secondo un nuovo studio, raggiungere l’obiettivo climatico a livello globale aumenterebbe di fatto i posti di lavoro netti di circa 8 milioni entro il 2050.
Clima e transizione energetica: boom di posti di lavoro nelle energie rinnovabili
Se da una parte la transizione energetica andrebbe a togliere occupazione nel campo dei combustibili fossili, la ricerca suggerisce che si andrebbe a compensare nel settore delle rinnovabili. Nello studio, pubblicato sulla rivista One Earth, si stima che dagli attuali 18 milioni di posti di lavoro nel settore energetico si passerebbe a 26 milioni. La ricerca è stata condotta attraverso la creazione di un set di dati globale sull’impronta dei posti di lavoro nel settore energetico in 50 paesi, comprese le principali economie produttrici di combustibili fossili.
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Mentre analisi precedenti si basavano esclusivamente su dati empirici dei paesi dell’Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico (OCSE), generalizzando i risultati per il resto del mondo usando un moltiplicatore, quest’ultima ricerca ha reso il risultato più realistico combinando tali fattori occupazionali con un modello di valutazione integrato, che tiene conto di stime climatiche ed economiche per prevedere i costi del cambiamento climatico.
Transizione energetica, la Cina e non solo: perdite nette per i maggiori esportatori di combustibili fossili
In uno scenario che vede entro il 2050 un taglio netto delle emissioni e dunque una temperature globale ben al di sotto dei 2°C rispetto ai livelli pre-industriali, nel totale dei posti di lavoro nel settore energetico l’84% sarebbe nelle energie rinnovabili, l’11% nei combustibili fossili e il 5% nel nucleare. Nonostante un calo drastico dell’occupazione nel campo dei combustibili fossili – che ora rappresentano l’80% del settore energetico -, si potrebbe compensare con solare ed eolico, per i quali gli stessi potrebbero competere.
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Tuttavia, mentre la maggior parte dei paesi registrerà un aumento netto di posti di lavoro, la Cina e i paesi esportatori di combustibili fossili come Canada, Australia e Messico potrebbero subire perdite nette. «Ecco perché vogliamo lavorare per una transizione ‘giusta’, assicurandoci che nessuno sia lasciato indietro», ha detto Sandeep Pai, che ha guidato la ricerca. «Il punto è che questa transizione tecnologica, a meno che la politica e il contesto sociale dei diversi paesi non si allineino, non avverrà presto», conclude.
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