Emissioni record nel nostro emisfero a causa degli incendi dell’estate 2021
Nell'emisfero settentrionale gli incendi sono stati più vasti, intensi e persistenti del solito
Le emissioni hanno raggiunto un nuovo record durante l’estate 2021 a causa dei devastanti incendi che hanno interessato l’emisfero settentrionale. Lo rivela l’ultimo rapporto realizzato da Copernicus Atmosphere Monitoring Service (CAMS). Le emissioni di CO2 hanno raggiunto valori record a luglio e agosto a causa degli incendi che quest’anno sono stati particolarmente numerosi, e caratterizzati da una durata e intensità notevole.
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Gli scienziati hanno utilizzato i rilevamenti satellitari per monitorare gli incendi, stimare le emissioni di CO2 e fare una previsione del loro impatto sull’inquinamento atmosferico. Queste osservazioni, realizzate attraverso il Global Fire Assimilation System (GFAS) e gli strumenti dei satelliti NASA MODIS, hanno anche permesso di monitorare il calore derivante dagli incendi, chiamato il potere radiativo degli incendi (FRP), che è connesso alle emissioni.
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Estate 2021 anomala per gli incendi nell’area del Mediterraneo, in Russia e nel Nord America: emissioni record a luglio e agosto
Le condizioni climatiche dell’estate 2021 attorno al Mediterraneo, con zone affette dalla sostanziale mancanza di piogge significative e periodi di caldo intenso, hanno contribuito a creare una situazione favorevole per la propagazione degli incendi. La Turchia ha registrato una intensità dei fuoco giornaliera più elevata mai raggiunta nell’archivio dati del GFAS, che inizia nel 2003. Ma oltre alla Turchia, anche Italia, Grecia, Albania, Macedonia del Nord, Tunisia, Spagna e Portogallo hanno registrato una stagione degli incendi particolarmente intensa.
A luglio sono state emesse in atmosfera 1258.8 mega tonnellate di CO2 di cui più della metà è attribuibile agli incendi divampati nel Nord America e in Siberia. Ad agosto, altro mese segnato da vasti incendi, sono state emesse 1384.6 mega tonnellate di CO2 a livello globale. Tra giugno e agosto solo gli incendi divampati nella regione artica hanno emesso 66 mega tonnellate di anidride carbonica. Gli incendi scoppiati in Russia hanno contribuito con un totale di 970 mega tonnellate di anidride carbonica, di cui 806 provenienti dalla Sacha-Jacuzia e Čukotka.
In Siberia la stagione estiva 2021 è stata anomala non solo per l’estensione degli incendi, ma anche per la loro intensità e durata. Il 3 agosto, in particolare, è stato emesso un quantitativo record dalla regione della Sacha-Jacuzia: in quel singolo giorno sono state prodotte emissioni due volte più elevate rispetto alla precedente stagione estiva (giugno-luglio-agosto).
Ma quest’anno sono stati particolarmente intensi anche gli incendi nell’ovest del Nord America. Tra luglio e agosto diversi incendi hanno bruciato vaste zone tra Canada e Stati Uniti occidentali. Il rogo “Dixie Fire“, scoppiato quest’estate nel nord della California, è uno dei più vasti mai registrati nella storia dello stato.
«Abbiamo monitorato durante l’estate 2021 gli incendi divampati nell’emisfero settentrionale e ciò che abbiamo rilevato di anomalo è non solo il numero di incendi e le dimensioni eccezionali dell’area interessata, ma anche la loro intensità e persistenza» ha commentato lo scienziato ed esperto di incendi all’ECMWF Copernicus Atmosphere Monitoring Service, Mark Parrington. «Quello che è preoccupante è il fatto che l’infiammabilità della vegetazione e il rischio di incendi aumentano a causa di condizioni meteo-climatiche più siccitose e calde. Questa situazione si sta infatti traducendo in incendi molto intensi e molto veloci. E se le condizioni meteo locali hanno un ruolo importante sull’evoluzione e comportamento dell’incendio, il cambiamento climatico sta creando condizioni ideali per lo sviluppo di roghi».