Amazzonia, attivisti denunciano Bolsonaro per «crimini contro l’umanità»
L'Ong austriaca AllRise denuncia il presidente brasiliano alla Corte penale Internazionale dell'Aia
Il tasso di deforestazione dell’Amazzonia è salito alle stelle da quando Jair Bolsonaro riveste la carica di presidente del Brasile. L’Ong austriaca AllRise ha deciso di non stare con le mani in mano, prendendo una decisione che potrebbe creare un importante precedente: denunciare il presidente brasiliano alla Corte penale internazionale (Icc) dell’Aia per “crimini contro l’umanità”.
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Amazzonia e deforestazione, l’aumento delle temperature potrebbe causare circa 180mila morti indirette
AllRise accusa Bolsonaro della distruzione sempre più rapida della foresta pluviale amazzonica, che rischia di diventare un deserto. Secondo il rapporto presentato dagli esperti, oggi l’Amazzonia emette più anidride carbonica di quanta ne sia in grado di assorbire con conseguente devastanti. Si stima infatti che le morti indirette dovute all’aumento delle temperature potrebbero essere circa 180mila.
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La deforestazione dell’Amazzonia aumenta anche il rischio di precipitazioni estreme in tutto il mondo, uno dei tanti motivi per i quali l’Ong austriaca ritiene che l’azione di Bolsonaro possa essere classificata come crimine contro l’umanità. Nell’istanza presentata lo scorso martedì, gli attivisti austriaci specificano inoltre che sotto il governo Bolsonaro le multe per disboscamento illegale sono diminuite del 42%, gli incendi boschi sono raddoppiati rispetto al decennio precedente mentre il tasso di deforestazione è aumentato dell’88%. Le emissioni stimate sono pari a 3,95 milioni di voli da Londra a New York ogni giorno.
“I crimini contro la natura sono crimini contro l’umanità”, ha affermato il fondatore di AllRise, Johannes Wesemann. La Corte penale internazionale (ICC) ha “un chiaro dovere di indagare sui crimini ambientali di tale importanza globale”.