G20 a Roma, la mobilitazione degli attivisti: «voi G20, noi il Futuro»
Per quanto riguarda il clima è alto il rischio flop per il vertice: si preannuncia un weekend di mobilitazione
Tra sabato 30 e domenica 31 ottobre i leader del G20 si incontreranno a Roma, e tra le tematiche chiave del vertice ci sarà anche il clima. Il confronto tra i leader delle maggiori economie del mondo, responsabili da sole dell’80 per cento delle emissioni globali, sarà estremamente importante per la lotta alla crisi climatica e per il successo della COP26, la conferenza delle Nazioni Unite sul clima che inizierà il Scozia proprio il 31 ottobre e vedrà impegnate le delegazioni provenienti da tutto il mondo fino al 12 novembre.
Lo stesso presidente della COP26, Alok Sharma, ha sottolineato il ruolo del G20 in un recente discorso, dicendo che le giornate romane potrebbero decidere le sorti dei negoziati di Glasgow.
COP26: l’ultima chiamata per affrontare la crisi climatica |
Purtroppo, al momento le premesse non sono buone e il rischio di un flop del G20 sul clima sembra elevato: due in particolare le questioni critiche, di cui abbiamo parlato a questo link.
Il rischio che non si vedano passi avanti concreti è ben chiaro anche alle attiviste e agli attivisti per il clima, che hanno organizzato una giornata di mobilitazione nazionale proprio per sabato 30 ottobre, a Roma.
«I rappresentanti di 20 Paesi continuano a decidere le sorti del mondo intero – afferma in una nota Fridays For Future Italia -, guidati dai consigli delle grandi multinazionali e silenziando le richieste della società civile, sistematicamente esclusa dalle discussioni».
Per far sentire la propria voce Fridays For Future ha indetto una giornata nazionale di mobilitazione e nella città di Roma, che ospiterà i grandi del G20, si svolgerà anche un corteo che prenderà il via alle ore 15:00 da Piazzale Ostiense, davanti alla fermata della metro B Piramide.
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«L’alternativa che vogliamo – annunciano le attiviste e gli attivisti – è la convergenza delle lotte per la giustizia climatica, sociale e di genere per la dignità delle persone e del lavoro, per liberare il mondo da armi, muri, razzismi e fascismi, per la rivoluzione della cura. L’alternativa è possibile, necessaria, e parte da tuttə noi».
Se le speranze di vedere passi avanti significativi ai tavoli di Roma sono già piuttosto basse, ulteriori segnali negativi arrivano dal fatto che i leader di alcuni dei paesi che finora hanno posto il veto sui temi chiave del G20 per il clima – ovvero l’addio al carbone e l’impegno a mantenere il riscaldamento globale entro 1.5°C – hanno fatto sapere che non parteciperanno personalmente al vertice romano. Tra loro ci sono anche il presidente cinese Xi Jinping e il russo Vladimir Putin.
È invece già arrivato a Roma Narendra Modi, il Primo ministro dell’India che si è finora opposto in particolare alle misure volte ad abbandonare il carbone. All’interno del Paese il governo Modi è da molti mesi oggetto di forti proteste relative in particolare a una riforma del settore agricolo che ha avuto un grave impatto non solo sulla vita di milioni di lavoratori ma anche sulla tutela dell’ambiente e la gestione delle risorse naturali.
Finora le proteste sono state represse in modo brutale dalle autorità indiane, e per domenica è in programma a Roma una manifestazione in solidarietà dei contadini indiani che prenderà il via alle 15:00 in Piazza Vittorio Emanuele II.
G20 di Roma cruciale per il clima, ma è alto il rischio flop Dalla crisi climatica ai cicloni mediterranei: il passaggio è brevissimo |