Sostenibilità

Una statua per Margherita Hack, “una donna che parlando di scienza ha parlato anche di diritti”

Presentato a Milano il progetto di realizzazione della prima scultura su suolo pubblico d’Italia dedicata ad una scienziata

C’è un dibattito, complesso ma necessario, che anima gli studi di genere e di linguistica da anni, è quello sull’adozione di un linguaggio più inclusivo. Una spinta importante può essere data da uno dei linguaggi universali per eccellenza, quello delle parole dell’arte. L’arte che racconta, l’arte che rappresenta, l’arte che evolve insieme alla nostra società con un continuo scambio reciproco. Anche per questo motivo, Milano avrà la prima scultura d’Italia dedicata ad una scienziata: Margherita Hack.

«Tutte le rappresentazioni di donne che possiamo ammirare nelle nostre città d’arte sono rappresentazioni allegoriche, rappresentano concetti astratti oppure sono riconducibili all’arte sacra. Molto poco è stato creato per conservare la memoria delle figure femminili che hanno contribuito alla storia del nostro paese».

Con queste parole Guido Borsani, Presidente di fondazione Deloitte, ha sottolineato l’importanza culturale dell’iniziativa “Una scultura per Margherita Hack” ideata e promossa da Fondazione Deloitte in collaborazione con Casa degli Artisti e sostenuta dal Comune di Milano – Ufficio Arte negli Spazi Pubblici.

«Le donne che hanno dato contributi fondamentali alla ricerca e alla scienza nel corso della nostra storia sono tantissime, sceglierne una in rappresentanza di tante, non è stato facile. Margherita Hack è stata scelta per la sua qualità e come esempio di donna libera e anticonvenzionale. – ha spiegato Borsani – La sua storia racconta come i limiti di genere che la società impone possono essere superati, che la conoscenza è un patrimonio universale e che la scienza del metodo scientifico, la scienza del confronto tra pari e delle teorie che procedono per tentativi ed errori è uno strumento di ineguagliabile valore per il progresso della nostra società».

Dopo un’attenta analisi da parte di Fondazione Deloitte per individuare il profilo più adatto, è stata scelta quindi la “Signora delle stelle” Margherita Hack – astrofisica, accademica e brillante divulgatrice scientifica del ventesimo secolo. Pioniera nel proprio campo, simbolo di riscatto in grado di ispirare intere generazioni e allo stesso tempo portatrice di valori universali e libera pensatrice sia del campo delle materie STEM che nel resto della sua vita.

La scultura dunque come linguaggio dell’arte per raccontare una parte di realtà mai raccontata prima con questo mezzo, un mezzo poco presente nel ragionamento contemporaneo ma fortemente rappresentativo.

«La scultura è un’arte spesso demonizzata, la scultura infatti è stata storicamente accusata di essere un’arte eccessivamente mimetica, al cospetto dell’arte del ventesimo e ventunesimo secolo che ha scelto in maniera radicale di muoversi in una direzione anti mimesi, di sfida al concetto di riconoscibilità. – spiega Vincenzo Trione, accademico, critico d’arte che ha presieduto la commissione che ha selezionato il progetto artistico che verrà realizzato a Milano.

L’obiettivo della Commissione è stato quello di lavorare su un ossimoro: un’idea contemporanea di monumento. Mettere a confronto e in risonanza qualcosa che è profondamente lontana dal nostro tempo (la scultura) e leggerla in un’ottica contemporanea».

“Una scultura per Margherita Hack” è stata una iniziativa fortemente partecipativa: otto artiste hanno presentato le proprie idee progettuali per la realizzazione di questa opera che rendesse onore alla scienziata e alle donne nella scienza. Si tratta di Chiara Camoni, Giulia Cenci, Zhanna Kadyrova, Paola Margherita, Marzia Migliora, Liliana Moro, Sissi e Silvia Vendramel, i loro bozzetti e idee progettuali resteranno esposte a Casa degli Artisti fino al 20 febbraio 2022.

L’opera scelta per la realizzazione, dopo una complessa e accurata valutazione, è stata “Sguardo fisico” dell’artista Sissi. La scultura verrà realizzata in bronzo, raffigurerà la Hack intenta a osservare le stelle mentre emerge da una galassia.

«Quando ho intrapreso questa avventura, la sensazione che ho avuto è stata quella di voler conoscere Margherita ed entrare in contatto con lei. – spiega l’artista Sissi – Ho seguito tantissime interviste e video, ho trascorso giorni in sua compagnia prendendo appunti. Mi sono sentita una sua allieva. [] Per me fare un monumento voleva dire mettere da parte il mio IO artistico e cercare un contatto con lei, e questo punto di contatto è stata la materia. Ero in vacanza in Puglia, cercavo la terra e i sassi per darle vita, per riprodurla come un germoglio. Ho capito che il vortice che vedevo era una galassia, era quella che dava luce al suo pensiero ».

L’astrofisica è rappresentata con le braccia alzate verso l’alto, nell’atto di simulare un cannocchiale per guardare il cielo: un gesto emblematico e un vero e proprio invito alla scoperta e all’immaginazione.

 

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L’opera sarà installata a Milano in Largo Richini, in una posizione molto centrale e amata della città, di fronte all’ingresso dell’Università degli Studi. Una scelta che non è un caso, oltre ad un punto della città di forte passaggio, la vicinanza all’Università ricorda l’importanza di arricchire la città di simboli e storie che possano essere d’ispirazione ed incoraggiamento a tutti e tutte coloro che abbiano il desiderio di intraprendere percorsi formativi e professionali per anni percepiti come complessi e inaccessibili. Come raccontato dalla dottoressa Serena Giacomin, nel nostro articolo dedicato alla Giornata Internazionale delle donne e le ragazze nella scienza: «Bambine, ragazze e donne vengono sistematicamente allontanate dalla scienza e dalla matematica durante il loro percorso di istruzione, limitando l’accesso, la preparazione e le opportunità future di entrare nei settori professionali STEM una volta diventate adulte. Questa giornata internazionale, dedicata alle donne nella scienza, serve proprio per ricordarci un pregiudizio esistente e molto diffuso, che ci mantiene lontani dai principi di equità e inclusione che dovrebbero caratterizzare uno sviluppo davvero sostenibile. Ricordiamoci che individuare il pregiudizio e denunciarlo aiuta a mettere a fuoco l’ostacolo e quindi a superarlo con minor difficoltà. Le donne e le ragazze di tutto il mondo contano! E sanno farlo bene e con passione».

In occasione della conferenza stampa di presentazione del progetto vincitore, è intervenuto anche l’Assessore alla Cultura della città di Milano, Tommaso Sacchi, ricordando non solo l’impegno della donna come scienziata ma anche la sua forte partecipazione civica: « Margherita Hack ha lanciato un messaggio che va oltre il mondo della scienza e la sua competenza di scienziata, è una donna che parlando di scienza ha parlato anche di diritti. E’ una figura che si è battuta perché la scienza potesse entrare nei primi ordini di insegnamento della scuola. Questo è un altro impegno civico che con la sua semplicità straordinaria ed efficace Margherita Hack ha portato avanti ».

Un’altra importante riflessione a cui porta questo tipo di iniziativa è quella sulla funzione dell’arte pubblica per veicolare messaggi importanti per lo sviluppo culturale del nostro paese e sulla scelta di coinvolgere l’impegno dei privati in questo tipo di iniziative.

«Questo tipo di operazioni funzionano quando spesso c’è una virtù di rapporto pubblico-privato, può esserci un lavoro visibile, importante e ricco di significato come il tributo attraverso un’opera d’arte. Senza il supporto dei privati che credono in questa finalità di mecenatismo ai fini pubblici, quindi operanti nel pieno interesse della città, questo tipo di operazioni sarebbe difficile da realizzare »- ha spiegato l’Assessore Sacchi, introducendo un’altra importante riflessione: «Questo tema apre un punto per me molto importante, che riguarda una delle mie deleghe, ovvero la toponomastica, la scelta dei nomi che accompagnano le nuove vie della città” – spiega Sacchi Dovremmo davvero impegnarci in maniera molto seria a portare molti più nomi di molte grandi donne a intitolare e raccontare le vie della nostra città. Per me è un impegno fondamentale e pieno di senso e partire oggi, con un tributo artistico ad una donna straordinaria, è un impegno che deve essere ribadito e poi verificato nei fatti».

Leggi anche: Giornata internazionale delle donne e delle ragazze nella scienza: protagoniste e non comparse.  Con gli interventi di Serena Giacomin e Laura Bertolani

 

 

Elisabetta Ruffolo

Elisabetta Ruffolo (Milano, 1989) Laureata in Public Management presso la facoltà di Scienze politiche dell’Università degli studi di Milano. Head of communication di MeteoExpert, Produttrice Tv per Meteo.it, giornalista e caporedattrice di IconaClima. Ha frequentato l’Alta scuola per l’Ambiente dell’Università Cattolica del Sacro Cuore per il Master in Comunicazione e gestione della sostenibilità.

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