Corea del Sud, incendi lungo la costa orientale: 7mila persone evacuate
Le fiamme hanno minacciato anche la centrale nucleare di Hanul
La costa orientale della Corea del Sud sta facendo i conti con incendi distruttivi che hanno finora interessato circa 400 strutture, tra cui 300 case, costringendo più di 7mila persone all’evacuazione. Le fiamme hanno bruciato più o meno 17mila ettari di territorio. Nei dati satellitari della NASA, i primi segni degli incendi sono apparsi il 3-4 marzo nelle zone costiere di Uljin e Samcheok.
Inizialmente, i forti venti occidentali inviavano pennacchi di fumo verso il sud del Giappone. Entro il 7 marzo, quando i venti si sono attenuati, il fumo si era assottigliato e il tempo era diventato nebbioso ma i satelliti hanno continuato a rilevare l’attività del fuoco.
Gli incendi estremi sono sempre più frequenti: aumenteranno di un terzo in meno di trent’anni |
Incendi in Corea del Sud, le fiamme hanno minacciato anche una centrale nucleare
Secondo una ricerca pubblicata su Applied Sciences, la maggior parte degli incendi boschivi in Corea del Sud (58%) si verificano in primavera, quando le foreste tendono ad essere le più aride e la vegetazione è pronta a bruciare. Le operazioni antincendio, per le quali le autorità hanno dispiegato una forza di circa 18mila persone più decine di elicotteri, sono state rese complicate dai forti venti che hanno colpito le aree interessate dalle fiamme e dal fitto smog che ha reso la vita complicata agli elicotteri.
Grande paura per la centrale nucleare di Hanul, nella contea di Uljin, minacciata dalla vicinanza degli incendi. I forti venti che hanno spinto le fiamme verso sud e il lavoro dei Vigili del Fuoco hanno evitato il peggio. Secondo il Global Wildfire Information System (GWIS) del JRC, il rischio di incendio fino alla giornata odierna è da basso a moderato lungo la costa orientale della Corea del Sud.