Politiche

Elezioni in Francia, candidati a confronto sul clima nel “Dibattito del Secolo”: le loro posizioni

Decine di migliaia i cittadini in piazza sabato per chiedere che il clima sia centrale nella campagna elettorale. Domenica un inedito confronto dei candidati in diretta su Twitch per parlare dei loro programmi ambientali

Decine di migliaia le persone scese in piazza in Francia per chiedere che il clima diventi un tema centrale nella campagna per le elezioni presidenziali. La Francia sarà chiamata a scegliere il prossimo rappresentante dell’Eliseo il 10 aprile, e per molti il timore è che, anche a causa delle altre crisi in corso sul fronte sanitario e geopolitico, il clima venga rilegato a un ruolo marginale nel dibattito politico.

«La più grande minaccia che l’umanità abbia mai conosciuto è passata sotto silenzio nel bel mezzo di un periodo elettorale – hanno scritto gli organizzatori nel loro appello alla mobilitazione – quando in gioco c’è il nostro futuro».

La marcia di sabato è stata rinominata “Look Up” in riferimento al film Don’t Look Up, che di recente ha riscosso grande successo su Netflix.
Oltre 550 organizzazioni non governative e associazioni hanno chiesto ai contendenti all’Eliseo di tenere conto del clima, che finora è stato il grande assente nella campagna per le elezioni.
Secondo quanto riferisce Le Monde, gli organizzatori hanno annunciato 135 manifestazioni in tutto il Paese e hanno fatto sapere che i partecipanti sarebbero stati circa 80 mila, di cui 32 mila solo a Parigi.

Elezioni in Francia, candidati a confronto su Twitch per il clima: è il “Dibattito del Secolo”

Il giorno dopo le manifestazioni, la Francia ha assistito al suo primo dibattito elettorale su Twitch focalizzato esclusivamente sul clima. Il confronto è stato organizzato dalla campagna L’Affaire du Siècle, nata dall’unione di Greenpeace France, Oxfam France, Notre Affaire à tous e Fondazione per la Natura e l’Uomo, che nel 2019 aveva citato in giudizio lo Stato accusandolo di inazione sui temi della crisi climatica e del mancato rispetto degli obblighi che si era assunto a livello nazionale, europeo e globale.
Nell’ottobre 2021 la causa si è conclusa con la vittoria degli ambientalisti, e lo Stato francese è stato condannato per le sue carenze nella lotta alla crisi climatica: una sentenza storica ha ordinato che si agisse per ridurre le emissioni e che si riparassero le conseguenze dell’inerzia precedente.

Francia condannata ad agire per il clima: sentenza storica contro lo Stato

L’inedito incontro sul clima ospitato dalla piattaforma Twitch ha visto la partecipazione di cinque candidati alle elezioni in Francia: Yannick Jadot, Anne Hidalgo, Fabien Roussel, Valérie Pécresse e Philippe Poutou. L’attuale presidente Macron non ha risposto all’invito degli ambientalisti, mentre i candidati dell’estrema destra non erano stati invitati.

I politici che sono intervenuti in diretta si sono confrontati con Jean Massiet, editorialista e divulgatore politico di Twitch, e Paloma Moritz, giornalista specializzata in questioni ecologiche per Blast, e uno dopo l’altro hanno spiegato come intendano agire per far fronte alla crisi climatica. In particolare, il dibattito si è snodato attraverso tre punti chiave:

  • Come far uscire dall’illegalità la Francia, condannata per il mancato rispetto dei suoi impegni su clima ed ecolgia?
  • Quali misure vogliono mettere in atto per ridurre concretamente e con urgenza le emissioni di gas serra entro il 2030?
  • Quali profondi cambiamenti vogliono attuare per costruire una società giusta, sia dal punto di vista sociale che ambientale?

Il giornale francese Le Monde ha fatto il resoconto del “Dibattito del Secolo” spiegando che Yannick Jadot, candidato ambientalista, ha ricordato una misura centrale del suo programma che ha descritto come «la regola d’oro del clima», ovvero la garanzia che «non un euro di denaro pubblico» sarà esentato dal rispetto delle regole relative al clima e alla giustizia sociale. Si tratta di aspetti strettamente legati tra loro, ha sottolineato Jadot, perché le conseguenze dei danni all’ambiente colpiscono prima e più gravemente le categorie più deboli e le classi lavoratrici.
Tra i punti chiave del candidato anche l’energia rinnovabile, e in particolare il fotovoltaico. Oltre ai vari problemi legati al nucleare, ai suoi occhi questa fonte di energia non garantisce la sovranità del Paese: «il nostro uranio viene dal Kazakistan, dall’Uzbekistan, sotto la supervisione russa», ha sottolineato.

La seconda a intervenire è stata Valérie Pécresse, candidata repubblicana, che si è detta favorevole a un’ecologia «non crescente» che permetta di continuare a creare posti di lavoro. L’ecologia non è una «questione di partito», ha detto. Tra le misure che vuole portare avanti c’è la crescita delle auto elettriche (chiedere alle società di autonoleggio di passare all’elettrico entro il 2030 e sviluppare una «industria francese delle batteria») e il riciclo dei rifiuti (l’obiettivo sarebbe quello di riciclare il 100 per cento dei rifiuti domestici entro il 2030 e incentivare il recupero dei prodotti elettronici).

Fabien Roussel, del partito Comunista, ha detto di voler dedicare il 6 per cento del prodotto interno lordo alla lotta contro la crisi climatica. Tra le sue proposte ci sono la gratuità dei trasporti pubblici urbani, la spinta per un trasporto merci attraverso i fiumi e le ferrovie e lo sviluppo di rinnovabili e nucleare.
È intervenuto in seguito Philippe Poutou, candidato del Nuovo Partito Anticapitalista, che ha ricordato il legame tra la lotta per l’ambiente e quella contro il capitalismo: «Dobbiamo sbarazzarci della cultura produttivista». Può sembrare una idea utopica, ha ammesso, ma «pensiamo che l’utopia sia credere che questo capitalismo possa essere riformato o migliorato».

L’ultima a prendere la parola è stata Anne Hidalgo, attuale sindaca di Parigi nota per il lavoro che sta portando avanti nella capitale per costruire una cosiddetta “città a 15 minuti“, contrastando il traffico e progettando una metropoli più a misura d’uomo.

Candidata socialista, Hidalgo ha espresso una posizione vicina a quella di Jadot sostenendo che «l’ecologia è un tema sociale» e che «non riusciremo nella transizione se non sarà equa». Tra le misure proposte dalla sindaca parigina ci sono la volontà di tassare maggiormente le multinazionali e promuovere un tribunale penale internazionale che si occupi dei «reati di ecocidio». Hidalgo ha ricordato inoltre di voler moltiplicare le colonnine elettriche per la ricarica dei veicoli e permettere ai cittadini francesi meno abbienti di dotarsi di auto elettriche grazie a un sistema di leasing concordato con produttori e società di noleggio. Da Twitch la sindaca ha sferzato anche un attacco contro l’attuale presidente: «Emmanuel Macron – ha detto – è il leader di coloro che non vogliono che cambi niente».

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Redazione

Redazione giornalistica composta da esperti di clima e ambiente con competenze sviluppate negli anni, lavorando a stretto contatto con i meteorologi e i fisici in Meteo Expert (già conosciuto come Centro Epson Meteo dal 1995).

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