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Il ruolo dei meteorologi televisivi nell’era dell’estremizzazione climatica

Con l’aumentare in frequenza dei fenomeni atmosferici estremi i meteorologi possono diventare educatori climatici, raccontando una crisi in tempo reale

“Mi piacerebbe che la meteorologia e le previsioni meteo fossero ascoltate con maggior consapevolezza. Vorrei che la comunicazione del maltempo fosse sempre in grado di ridurre l’esposizione e la vulnerabilità ai fenomeni meteo pericolosi, alle volte estremi, che accadono con sempre maggior frequenza a causa del cambiamento climatico”. Con queste parole ho appena risposto a 25 ragazze e ragazzi della scuola alla loro domanda, “cosa desidera di più riguardo al suo lavoro da meteorologa?”

Non ci sono più i meteorologi di una volta

Una cosa è certa: la comunicazione della meteorologia sta cambiando e non ci sono più i meteorologi di una volta. No, non mi sto riferendo all’annoso e ricorrente dibattito pregno di pregiudizi “meteorologo vs meteorina” che vorrei fosse prima o poi superato sotto il solido sostegno della correttezza del messaggio, indipendentemente dall’abito indossato, gonna o pantaloni che siano. Mi riferisco al fatto che questo lavoro legato alla comunicazione del tempo previsto stia assumendo – piuttosto velocemente – caratteristiche e obiettivi diversi legati alla gestione del rischio.

Non si tratta più di comunicare solo “tenete gli ombrelli a portata di mano”, ma di osservare una situazione atmosferica potenzialmente pericolosa analizzando i modelli fisico-matematici, di coordinare il proprio messaggio di attenzione con quello espresso dagli organi preposti (per il rischio idrogeologico abbiamo la Protezione Civile) per poi avvisare responsabilmente la cittadinanza.

Comunicare responsabilmente, proprio così, senza alcun altro obiettivo che non sia quello di mettere e mantenere al riparo più persone e cose possibili. E chi, meglio del meteorologo, può parlare direttamente a tutti coloro che guardano, leggono o ascoltano, una previsione del tempo?

Meteorologi in prima linea contro la disinformazione climatica

Fino a pochi anni fa i meteorologi non parlavano molto del cambiamento climatico, sia perché meteorologia e climatologia sono due materie diverse, ma anche perché un singolo evento meteo non definisce in alcun modo una tendenza climatica, e per legare i due aspetti servono i cosiddetti studi di attribuzione.

Nonostante ciò, sotto la incalzante e preoccupante accelerazione degli effetti del riscaldamento globale, negli ultimi dieci anni un numero sempre crescente di meteorologi ha iniziato ad affrontare la crisi climatica come parte integrante delle previsioni, dando informazioni di contesto, per aiutare i propri uditori, lettori, telespettatori a capire cosa sta succedendo e perché potrebbe essere importante. I meteorologi di oggi stanno aiutando sempre di più il pubblico a conoscere la connessione tra scienze meteorologiche, scienze del clima e sicurezza.

“Stiamo osservando sempre più meteorologi menzionare il cambiamento climatico e discutere di come stia influenzando le diverse aree locali, il tipo di cose che vorresti che il pubblico in generale comprendesse al meglio”, afferma Keith Seitter, direttore esecutivo dell’American Meteorological Society . “Come se sentissero che i loro spettatori stanno osservando questi cambiamenti”. L’obiettivo sembra quindi dare delle risposte alle domande della comunità. Ma per molti professionisti della scienza meteorologica, convincere le persone sull’urgenza del cambiamento climatico non riguarda solo una efficace azione di advocacy, ma soprattutto quel concetto che dovrebbe stare alla base di tutte le rubriche meteorologiche: informare e proteggere i cittadini.

Il rapporto tra meteorologi, scienziati del clima e opinione pubblica

Sebbene la maggioranza dell’opinione pubblica ritenga che il cambiamento climatico sia reale (l’89% degli italiani sostiene che l’emergenza climatica rappresenti la principale minaccia alla sicurezza nazionale), quasi tutti ne sottovalutano l’importanza, in parte perché lo si percepisce come una minaccia relativamente “distante” nello spazio e nel tempo. Il punto di vista secondo cui il cambiamento climatico sia “distante” porta a divergenze tra i messaggi di urgenza della comunità scientifica e la reazione della cittadinanza, rallentando gli sforzi e le politiche di adattamento e mitigazione necessarie fin da ieri.

Colmare il divario tra la comprensione del pubblico e le evidenze della comunità scientifica sul cambiamento climatico non solo può aiutare ad amplificare la volontà di mitigare e adattarsi, ma può anche comportare una maggiore comprensione e accettazione della scienza consolidata. Quindi è della massima importanza identificare tutti i modi per comunicare efficacemente la scienza del cambiamento climatico rivolgendosi all’opinione pubblica, attraverso i mezzi più appropriati e utilizzando messaggeri affidabili.

Ricerche passate hanno dimostrato che, all’interno della comunità della meteorologia televisiva, le opinioni sui cambiamenti climatici si sono evolute rapidamente negli ultimi dieci anni. Possiamo utilizzare i dati di tre sondaggi di censimento dei meteorologi televisivi statunitensi condotti tra il 2015 e il 2017, per analizzare i più recenti andamenti sulle opinioni dei meteorologi televisivi sui cambiamenti climatici. In particolare, questa ricerca pubblicata sull’American Meteorological Society Journals e supportata dalla National Science Foundation vuole rispondere alle seguenti domande: quali sono le convinzioni dei meteorologi sul cambiamento climatico? Quali sono le cause? A che percentuale ammonta il consenso scientifico? E l’interesse a saperne di più sul cambiamento climatico? Dai dati appare innanzitutto che la comunità dei meteorologi di oggi sembra condividere gli stessi punti di vista e prospettive della maggior parte degli scienziati del clima, in particolare che il cambiamento climatico sia già in atto e che le tendenze attuali siano il risultato dell’attività umana.

“Pensi che il cambiamento climatico stia accadendo?” 9 meteorologi su 10 hanno indicato che il cambiamento climatico è un problema reale e attuale, passando dal 90% nel 2015 al 95% nel 2017. Mentre il numero di coloro che credono che il cambiamento climatico non stia avvenendo si è dimezzato.
Citation: Weather, Climate, and Society 12, 2; 10.1175/WCAS-D-19-0003.1

Oggi i meteorologi televisivi hanno un ruolo primario di previsione e segnalazione del tempo locale ma, data la loro conoscenza delle scienze atmosferiche, hanno anche un notevole potenziale per educare il pubblico riguardo al cambiamento climatico globale e alle sue implicazioni locali. Questo nuovo approccio, insieme all’evoluzione tecnologica di previsione e del modo tramite cui le persone ottengono le informazioni meteo, pone questa professione al centro tra condizioni meteorologiche estreme, sicurezza della cittadinanza, cambiamento climatico e fiducia pubblica nella scienza.

Serena Giacomin

Fisica, con specializzazione in Fisica dell’Atmosfera. Meteorologa certificata di Meteo Expert, climatologa e presidente dell’Italian Climate Network, il movimento italiano per il clima. Conduce le rubriche meteo in onda sui canali Mediaset e tramite le principali radio nazionali. Oltre alle attività di analisi previsionale, è impegnata nel Progetto Scuole per portare meteo e clima tra i banchi dei bambini e dei ragazzi. Autrice del libro ‘Meteo che Scegli, Tempo che Trovi’.

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