Clima

Non solo CO2: un taglio netto del metano potrebbe evitare il peggioramento della crisi climatica

Secondo le stime della NOAA, il metano oggi è due volte più abbondante in atmosfera rispetto a prima della Rivoluzione Industriale

Per evitare una catastrofe climatica occorre ridurre adesso anche il metano e non solo l’anidride carbonica. Un nuovo studio pubblicato sulla prestigiosa rivista Proceedings della National Academy of Sciences si concentra sugli effetti della riduzione di altri gas serra che sono responsabili di circa la metà del riscaldamento osservato oggi. Ignorare questi altri gas, tra cui il metano, significherebbe non riuscire a mantenere le temperature entro i limiti suggeriti dalla comunità scientifica.

Gli scienziati hanno rilevato che tagliare soltanto la CO2 non otterrebbe le riduzioni necessarie per rimanere entro il limite di 1,5°C rispetto alle temperature preindustriali.

Tagliare il metano e altri “inquinanti climatici di breve durata” (SLCP) come la fuliggine potrebbe avere un grande effetto nella riduzione del riscaldamento globale nel breve termine, dando così al mondo “una possibilità di combattere” per evitare la catastrofe climatica. Rispetto alla CO2 che rimane in atmosfera molto più a lungo, il metano si degrada molto più rapidamente anche se ha un effetto riscaldante fino a 80 volte in più rispetto a quello provocato dalla C02.

Alla Cop26 di Glasgow sono stati oltre 100 i Paesi che si sono impegnati a ridurre del 30% entro il 2030 le emissioni di metano, ma la maggior parte di loro non ha ancora detto come farà a rispettare questo impegno.

L’attenzione alla riduzione della CO2 è sacrosanta, ma, secondo gli autori, occorre prestare molta attenzione anche al black carbon, chiamato anche fuliggine, che assorbe il calore radiativo, così come gli idrofluorocarburi presenti nei refrigeranti e agi ossidi di azoto. Insieme al metano, questi inquinanti sono responsabili di circa la metà del riscaldamento osservato oggi.

Secondo lo studio, se ci focalizzassimo solo sulla riduzione del carbonio, il Pianeta potrebbe superare i 2 gradi di riscaldamento rispetto alle temperature preindustriali entro il 2045. Ridurre in modo drastico anche tutti gli altri inquinanti potrebbe vedere invece  una netta limitazione del riscaldamento globale già nel 2030 e un dimezzamento tra il 2030 e il 2050.

Le emissioni di metano intanto continuano a crescere

Le emissioni di metano intanto continuano ad aumentare raggiungendo nuovi record: l’anno scorso abbiamo raggiunto un picco massimo di 1910.8 ppb, mai raggiunto prima d’ora, e allo stesso tempo è stato registrato l’aumento annuale di metano in atmosfera più importante della serie storica.

Per il secondo anno consecutivo in atmosfera si registrano concentrazioni di metano record. I dati arrivano dalle rilevazioni ufficiali della National Oceanic and Atmospheric Administration (NOAA): a dicembre 2020 si registravano 1892.2 parti per miliardo (ppb), a dicembre 2021 ben 1910.8 ppb. La NOAA monitora le concentrazioni medie globali di metano dal 1983, e da allora è stato un crescendo: nel 1983 si misuravano meno di 1650 ppb; nei primi anni 2000, il metano si è stabilizzato intorno ai 1770-1780 ppb; dal 2007 ad oggi, il metano è aumentato sempre di più, fino a raggiungere i valori record del 2021.
Secondo le stime della NOAA, il metano oggi è due volte più abbondante in atmosfera rispetto a prima della Rivoluzione Industriale.

Redazione

Redazione giornalistica composta da esperti di clima e ambiente con competenze sviluppate negli anni, lavorando a stretto contatto con i meteorologi e i fisici in Meteo Expert (già conosciuto come Centro Epson Meteo dal 1995).

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