ApprofondimentiAtmosferaNotizie MondoSalute del pianetaTemperature

La Niña si prepara ad un raro “triplo tuffo”. Cosa significa per il clima globale?

Le condizioni attuali e le previsioni lasciano intuire che La Niña farà un “triplo tuffo” nell’arco del suo ciclo: si tratta di un evento molto raro, il primo di questo secolo e il terzo dal 1950. A confermare questa previsione è proprio l’Organizzazione Mondiale della Meteorologia. Secondo i modelli e gli esperti, infatti, La Niña, iniziata ormai 2 anni fa nel settembre 2020, ha il 70% delle probabilità di continuare almeno per tutto l’inverno boreale, per poi probabilmente attenuarsi tra gennaio e l’inizio della primavera boreale 2023.

La Niña sta per fare il “triplo tuffo”

Le previsioni confermano che La Nina sta per fare il suo “triplo tuffo”, un evento molto raro, registrato solo altre due volte dal 1950 od oggi (1998-2001 e 1973-1976). Iniziata nel settembre 2020, quindi La Nina ha tutte le intenzioni di proseguire anche per i prossimi mesi, almeno fino alla prossima primavera. Si chiama “triplo tuffo” (dall’inglese triple-dip) perché caratterizza 3 stagioni invernali per l’emisfero settentrionale ed estive per quello meridionale.

la nina triplo tuffo inverno 2022

Ma di che cosa si tratta e perché è importante? La Niña si alterna ciclicamente al fenomeno opposto, El Niño, intervallati talvolta anche condizioni neutre. Si tratta di fenomeni di larga scala osservati sulla superficie dell’Oceano Pacifico tropicale, centrale e orientale, capaci di influenzare le condizioni meteo-climatiche globali. Il loro nome è spagnolo poiché sia gli episodi più intensi, quanto quelli più deboli si presentano annualmente e si sviluppano intorno al periodo natalizio.

Gli esperti chiamano questa variazione ENSO (El Niño-Southern Oscillation). I cicli che caratterizzano questo fenomeno hanno una durata che va dai 2 ai 6-7 anni circa. La Niña ed El Niño sono un raffreddamento e riscaldamento della superficie oceanica. Durante un episodio della Nina, le acqua risultano di 1-3 gradi più fredde del normale, mentre nelle fasi del Nino sono di 1-3 gradi più calde. In condizioni cosiddette “neutre”, si ha alta pressione sul settore orientale dell’oceano Pacifico e bassa pressione nel settore ovest, con i consueti venti orientali (alisei).

Quando però la pressione atmosferica diminuisce sul settore orientale e contemporaneamente aumenta a ovest, gli alisei si attenuano o talvolta invertono la direzione, ostacolando la risalita di acqua fredda dalle profondità verso la superficie oceanica. Con questa configurazione viene favorito il riscaldamento anomalo delle acque, fenomeno noto come El Niño. Nella fase opposta viene, invece, viene favorito il raffreddamento anomalo delle acque, fenomeno noto come La Niña.

El Niño e La Niña sono i principali motori del sistema climatico terrestre, ma non sono gli unici: oltre all’ENSO ci sono infatti anche l’oscillazione del Nord Atlantico, l’oscillazione artica e il dipolo dell’Oceano Indiano.

Il contributo della Niña nelle siccità eccezionali, precipitazioni abbondanti e temperature degli ultimi mesi

Negli ultimi 2 anni, quindi il clima mondiale ha subito l’influenza della Nina, che ha provocato effetti differenti a seconda delle zone. Tra metà luglio e metà agosto 2022 le sue condizioni si sono rafforzate, influenzando i modelli di temperatura e precipitazioni ed esacerbando la siccità e le inondazioni in diverse parti del mondo. Europa, Cina e Stati Uniti, ad esempio hanno vissuto periodi di siccità davvero eccezionali, mentre il Pakistan ha subito una stagione dei monsoni catastrofica che ha causato più di 1200 vittime.

E nonostante sia durata tutto questo tempo, La Niña dovrebbe intestardirsi nei prossimi mesi, influenzando ancora temperature e precipitazioni in tutto il Mondo.

fenomeni meteo estremi crisi climatica agosto 2022

Avere tre anni consecutivi con un evento della Niña è eccezionale. La sua influenza di raffreddamento sta temporaneamente rallentando l’aumento delle temperature globali, ma non fermerà o invertirà la tendenza al riscaldamento a lungo termine“, ha affermato Petteri Taalas, segretario generale dell’OMM.

Il peggioramento della siccità nel Corno d’Africa e nel Sud America meridionale porta i segni distintivi di La Niña, così come le precipitazioni sopra la media nel sud-est asiatico e in Australasia. Il nuovo aggiornamento La Niña purtroppo conferma le proiezioni climatiche regionali secondo cui la devastante siccità nel Corno d’Africa peggiorerà e colpirà milioni di persone”.

la nina triplo tuffo inverno 2022

Il 2022 sarà un altro anno caldo per il Pianeta, nonostante la Niña

Il riscaldamento globale continua: la presenza e insistenza del fenomeno della Niña non deve lasciar pensare che la crisi climatica indotta dall’uomo stia ferma a guardare. Lo confermano, purtroppo, anche gli ultimi dati della NOAA, la National Oceanic and Atmospheric Administration. Nel suo ultimo bollettino sullo stato del clima globale, infatti, conferma che l’estate 2022 è stata la più calda per l’Europa, con temperature di 2,41°C più alte della media nel periodo giugno-agosto. Fin qui il 2022 è il secondo anno più caldo dopo il 2020 per il nostro continente.

crisi climatica 2022 caldo
Le anomalie storiche dei mesi di agosto a livello globale

Ma le temperature continuano ad aumentare in tutto il Pianeta. A livello globale, considerando che l’estate è stata la quinta più rovente degli ultimi 143 anni, il periodo gennaio-agosto è stato il sesto più caldo della serie storica. Il trimestre di giugno-luglio-agosto è stato complessivamente di 0,89°C più caldo della media del XX secolo, mentre considerando il periodo gennaio-agosto l’anomalia è di 0,86°C. Sono dieci i periodi gennaio-agosto entrati nella top 10 dei più caldi tra il 2010 e il 2022, sintomo dell’accelerazione del riscaldamento globale.

Secondo le ultime proiezioni di NCEI, inoltre, il 2022 entrerà molto probabilmente nella Top 10 degli anni più caldi della storia a livello planetario. Tutto questo, nonostante l’effetto “rinfrescante” della Nina.

Leggi anche:

Alluvione nelle Marche, 6 vittime e 3 dispersi. Territorio bombardato da una quantità d’acqua eccezionale

Crisi climatica, Mediterraneo più acido, meno fertile e meno ossigenato. Lo studio

Il capitalismo oggi ha perso. Patagonia: “La Terra è ora il nostro unico azionista”

Redazione

Redazione giornalistica composta da esperti di clima e ambiente con competenze sviluppate negli anni, lavorando a stretto contatto con i meteorologi e i fisici in Meteo Expert (già conosciuto come Centro Epson Meteo dal 1995).

Articoli correlati

Pulsante per tornare all'inizio