Oltre il 90% delle grandi aziende avrà almeno un asset esposto al rischio climatico
S&P Global ha realizzato un database che consente alle aziende e agli investitori di comprendere i rischi climatici che potrebbero subire e, soprattutto, quanto potrebbero costare
La crisi climatica toccherà tutti noi, in un modo o nell’altro, con impatti più o meno importanti: anche le piccole e grandi imprese di oggi, sono esposte a rischi concreti che aumentano con il passare degli anni. Secondo una stima di S&P Global, entro il 2050 oltre il 90% delle grandi imprese avrà almeno un asset altamente esposto a rischi connessi al riscaldamento globale.
Utilizzando modelli climatici che simulano la fisica, la chimica e la biologia dell’atmosfera, delle terre e degli oceani, S&P è riuscita a valutare il rischio climatico per oltre 20.000 aziende e oltre 870.000 asset location, classificandole ciascuna su una scala da 0 a 100. Secondo il dataset “Physical Risk Exposure Scores and Financial Impact”, entro il 2050 ogni azienda avrebbe almeno un asset con un punteggio superiore a 75, che è considerato a rischio significativamente elevato. E dopo aver valutato l’asset maggiormente esposto al rischio fisico, S&P ne calcola l’impatto finanziario, consentendo alle aziende di adattarsi.
Gli asset delle grandi aziende sono esposti al rischio climatico
Le conseguenze della crisi climatica, parliamo di inondazioni costiere, ondate di caldo, siccità, alluvioni, minore disponibilità di acqua, metteranno in pericolo anche la sopravvivenza anche delle aziende più grandi. Il 2050 ci sembra ancora una data lontana nel tempo, ma in realtà mancano meno di 30 anni. Un arco di tempo relativamente breve, che si sta accorciando anno dopo anno.
I rischi che porta con sé la crisi climatica sono sempre più oggetto di interesse da parte delle aziende e degli investitori, che stanno cercando di capire quali potrebbero essere gli asset più a rischio, e agire di conseguenza.
Se spostiamo lo sguardo al 2090, quasi ogni grande azienda o società – quelle classificate nell’indice S&P Global 1200 – non potrà ritenersi al sicuro dai danni della crisi climatica. Il 98% di queste infatti potrebbe subire rischi concreti derivanti dal riscaldamento globale. Questa prospettiva potrebbe cambiare, se solo riuscissimo a seguire quanto deciso con l’Accordo di Parigi. Se il Mondo riuscisse ad attenersi ai piani di contrasto della crisi climatica la percentuale di grandi imprese i cui asset sarebbero esposti a rischi concreti diminuirebbe al 39%.
“Gli investitori e le aziende sono alla ricerca di analisi avanzate per rispondere all’impatto finanziario del cambiamento climatico. A tal fine è essenziale la capacità di quantificare l’impatto finanziario del cambiamento climatico a livello di asset per consentire una pianificazione significativa di mitigazione e adattamento”, ha spiegato in una nota James McMahon, amministratore delegato di The Climate Service, parte di S&P Global.
Leggi anche:
Siccità: il 2022 potrebbe diventare l’anno più secco di sempre a livello globale Mare Mediterraneo colpito da un’ondata di caldo record nell’estate 2022 |