Dipendenza dai combustibili fossili difficile da scardinare: così rischiamo di non farcela
Bisogna mettere al centro la salute per poter frenare il riscaldamento globale e ridurre le conseguenze negative per il Pianeta e l'umanità. Non c'è più spazio per nuovi investimenti per l'industria fossile
I governi e le aziende che continuano a sostenere i combustibili fossili mettono a rischio la salute delle generazioni attuali e di quelle future. Lo sostiene l’ultimo report globale di Lancet Countdown sulla Salute e il Cambiamento Climatico.
La dipendenza dai combustibili fossili, da cui il Mondo fa fatica a disintossicarsi, aggrava le crisi e gli impatti sulla salute umana: questo perseverare non fa che aumentare il rischio di insicurezza alimentare, di trasmissione di malattie infettive, di malattie causate dal caldo, di povertà energetica e di morte provocate dall’inquinamento atmosferico.
La stragrande maggioranza dei Paesi presi in esame nel report privilegia insistentemente fonti energetiche fossili rispetto alle alternative green: si tratta di centinaia di miliardi di dollari destinati a finanziare l’industria fossile, somme comparabili o persino superiori a quelle destinate alla sanità. Eppure le attuali strategie dei giganti del petrolio precludono ogni possibilità di un futuro vivibile, con emissioni di gas serra superiori ad ogni obiettivo climatico sottoscritto a livello internazionale.
Il rischio di restare imbrigliati nell’uso di combustibili fossili è alto e potrebbe vanificare ogni passo in avanti fatto per limitare il riscaldamento globale e le conseguenze della crisi climatica. Un circolo vizioso che ci impedisce di progredire: alimentare ancora questa dipendenza è controproducente e contribuisce ad aumentare il riscaldamento globale.
Il report ha analizzato nel dettaglio anche le condizioni dell’Europa: le perdite economiche e gli impatti sulla salute legati al clima riguardano già gran parte del nostro continente. Parliamo dei danni economici causati dagli eventi meteo estremi, dalla riduzione della manodopera, dalla ridotta crescita del PIL pro capite, più ingenti per i Paesi meridionali, come l’Italia.
Come sottolinea anche un altro recente report, pubblicato dall’Istituto Internazionale per lo Sviluppo Sostenibile (IISD), non c’è spazio per nuovi progetti legati a combustibili fossili se vogliamo limitare il riscaldamento globale sotto la soglia degli 1,5°C, anzi: la produzione globale di petrolio e gas dovrebbe diminuire di almeno il 65% entro il 2050. Lo sviluppo di nuovi giacimenti di petrolio e gas impedirebbe al mondo di limitare il riscaldamento globale a 1,5°C o di creare investimenti destinati a perdere di valore.
Gli investimenti programmati in nuovi progetti fossili potrebbero invece servire per aumentare gli impianti rinnovabili. La finestra d’azione per limitare l’aumento delle temperature si sta chiudendo in fretta: abbiamo pochi anni per tagliare le emissioni e garantirci una chance nel frenare il riscaldamento globale. La crisi climatica non ci concederà tempi supplementari: la partita si gioca adesso.
Solo se riusciamo ad attuare in tempi brevi strategie centrate sulla nostra salute e il nostro benessere, attuale e futuro, potremmo assistere a dei miglioramenti. Accelerare la transizione e l’efficientamento energetico è la chiave per ridurre l’aumento delle temperature e gli effetti negativi della crisi climatica sulla salute.
“Il rapporto di quest’anno rivela che siamo in un momento critico – afferma la dott.ssa Marina Romanello, Direttore Esecutivo di Lancet Countdown presso l’University College London -. Siamo testimoni di come il cambiamento climatico stia causando gravi impatti sulla salute in tutto il mondo, mentre l’ostinata dipendenza globale dai combustibili fossili aggrava i danni alla salute, nel mezzo delle molteplici crisi globali, e mantiene le famiglie vulnerabili al mercato dei combustibili fossili, ed esposti alla povertà energetica e a livelli dannosi di inquinamento atmosferico“.
“Nonostante le sfide, ci sono prove evidenti che un’azione immediata potrebbe comunque salvare la vita di milioni di persone, attraverso una rapida transizione verso fonti di energia pulita e verso l’efficienza energetica. Un’azione climatica immediata offrirebbe vantaggi a cascata, garantendo sistemi sanitari, alimentari ed energetici più resilienti – ha aggiunto –. Mentre il mondo è in tumulto, governi e aziende hanno la possibilità di mettere la salute al centro di una risposta allineata a queste crisi simultanee e offrire un futuro sano e sicuro per tutti“.
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