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«Quando è troppo è troppo», a Davos l’appello di Greta Thunberg ai giganti del fossile

I potenti del Pianeta si incontrano a Davos «fingendo di prendersi cura del pianeta mentre trivellano nuovi giacimenti di petrolio e gas e guadagnano miliardi», accusano Greta Thunberg e altre attiviste

Mentre a Davos si incontrano per il World Economic Forum le persone più ricche e potenti del pianeta, l’appello rivolto loro da Greta Thunberg e altre tre attiviste per il clima è a un soffio dalle 800 mila firme e potrebbe sfondare presto la soglia del milione.

Il messaggio lanciato da Greta Thunberg, Vanessa Nakate, Helena Gualinga e Luisa Neubauer è molto chiaro: enough is enough, «quando è troppo è troppo».

«Per decenni i CEO delle Big del petrolio e del gas hanno fuorviato l’opinione pubblica sull’impatto mortale dell’utilizzo di combustibili fossili che stanno cuocendo il nostro pianeta», denunciano le attiviste. «Ora assistiamo a inondazioni catastrofiche, ondate di siccità letali e foreste pluviali in fiamme. I principali amministratori delegati si incontreranno in un importante summit sulle montagne svizzere, fingendo di prendersi cura del pianeta mentre trivellano nuovi giacimenti di petrolio e gas e guadagnano miliardi».

La petizione è stata lanciata a poche ore dall’inizio del vertice, con un appello che si rivolge direttamente a chi guida i giganti del petrolio, del carbone e del gas. Nonostante i cambiamenti climatici siano stati inseriti tra i temi chiave del summit, infatti, a Davos è forte la presenza delle lobby del fossile, e parteciperanno anche diversi amministratori delle principali aziende energetiche.

Alcune di queste aziende figurano addirittura tra i partner del World Economic Forum. Tra loro c’è anche RWE, colosso tedesco che – mentre sul sito del summit sostiene di «aprire la strada a un mondo di energia verde» – in Germania è al lavoro per espandere ulteriormente la miniera di carbone più grande d’Europa. Proprio in questi giorni l’area è teatro di violenti scontri tra le forze dell’ordine tedesche e gli attivisti che hanno occupato la cittadina di Lützerath, destinata a essere distrutta per fare posto agli scavi.
Anche Greta Thunberg ha preso parte alla protesta e si è recata a Lützerath unendosi a migliaia di persone provenienti da diversi Paesi, nel tentativo di fermare la demolizione del villaggio e opporsi a quella che è stata definita come una vera e propria “bomba climatica” nel cuore dell’Europa.

Di seguito il testo della lettera delle attiviste ai giganti del fossile: l’appello può essere firmato a questo link.

Questa diffida è volta a chiedere di interrompere immediatamente l’apertura di nuovi siti di estrazione di petrolio, gas o carbone e di smettere di bloccare la transizione verso l’energia pulita di cui tutti abbiamo un tanto urgente bisogno.

Sappiamo che Big Oil:

  • Sapeva da decenni che i combustibili fossili causano cambiamenti climatici catastrofici.
  • Ha ingannato il pubblico sul fondamento scientifico del cambiamento climatico e i suoi rischi.
  • Ha raggirato i politici con la disinformazione, seminando dubbi e provocando ritardi.

Dovete interrompere queste attività perché violano direttamente il nostro diritto umano a un ambiente pulito, sano e sostenibile, e i vostri doveri di cura, nonché i diritti delle popolazioni indigene.

Se non agite immediatamente, sappiate che i cittadini di tutto il mondo potranno intraprendere qualsiasi azione legale per ritenervi responsabili. E continueremo a protestare per le strade in gran numero.

Vanessa dall’Uganda, Greta dalla Svezia, Helena dall’Ecuador, Luisa dalla Germania

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Redazione

Redazione giornalistica composta da esperti di clima e ambiente con competenze sviluppate negli anni, lavorando a stretto contatto con i meteorologi e i fisici in Meteo Expert (già conosciuto come Centro Epson Meteo dal 1995).

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