Nonostante il maltempo, lo spettro della siccità perseguita il Nord: laghi ai minimi e Po in sofferenza
L'Italia resta ancora divisa tra una condizione di siccità che si protrae ormai da 1 anno e l'arrivo di forti piogge e nubifragi, che insistono soprattutto al Centro-Sud
L’arrivo di perturbazioni intense, finalmente di stampo invernale, purtroppo non basta a risollevare la condizione di siccità che continua ad interessare specialmente il Nord Italia. Le piogge, anche molto intense, in questo mese di gennaio si stanno infatti ancora concentrando soprattutto sulle regioni centro-meridionali. Specie nei settori di Nord-Ovest, dove la siccità insiste da oltre 1 anno, solo qualche debole pioggia o nevicata coreografica. Per fortuna è tornata un po’ di neve in montagna, ma sicuramente la riserva di acqua dolce che avremo nei mesi caldi sarà insufficiente: “con temperature tuttora miti, il manto nevoso è scarso: raramente supera i 70 centimetri e bisogna salire fino ai 2000 metri per avere oltre 1 metro di coltre bianca” spiega L’Osservatorio ANBI sulle Risorse Idriche.
Lo spettro della siccità perseguita il Nord: grandi laghi ai minimi e portata dei fiumi sotto media
A testimonianza della mancanza d’acqua ci sono i livelli dei Grandi Laghi del Nord, ancora tutti sotto media, con percentuali di riempimento dal 20% (Sebino) al 22,4% (Lago di Como) e l’eccezione del Benaco (37,1%), unico a non scendere anche sotto i livelli dell’anno scorso. Anche il lago Maggiore che, nel 2022, è rimasto per ben 167 giorni sotto lo zero idrometrico, oggi è quasi un metro sotto il livello medio.
Non solo i laghi, anche i fiumi restano ben sotto i livelli normali. La portata del fiume Po a Torino ha toccato il –78%. Sempre in Piemonte le portate di quasi tutti i corsi d’acqua hanno tendenza negativa, inferiore, in alcuni casi, anche al 2022. In Lombardia la situazione non è migliore: calano ulteriormente i flussi dei fiumi Adda e Brembo, la cui portata (8,67 metri cubi al secondo) è inferiore a quella di Gennaio 2022 (mc/sec 9,16). Le recenti precipitazioni sono state scarse, con la punta nelle province di Mantova e Cremona, dove sono caduti una dozzina di millimetri di pioggia. “Permanendo queste condizioni meteo – spiega Anbi – è impossibile riequilibrare l’enorme deficit nelle riserve idriche, attualmente pari al 42,5% sulla media storica ed ulteriormente inferiore al 2022 (-0,42%)”.
I fiumi Piave e Adige in Veneto sono in calo e l’Adige ormai sfiora il record negativo del decennio scorso; il livello della Livenza scende di quasi 1 metro in una settimana, mentre resta praticamente invariato il Bacchiglione.
In Emilia Romagna “migliorano le condizioni dei fiumi appenninici, che esaltano l’ormai loro carattere torrentizio – spiega Anbi – passando repentinamente da una condizione di estrema criticità idrica a picchi di piena (è il caso dell’Enza, ma anche del Taro e della Secchia). Restano sotto media gli altri fiumi della regione e soprattutto gli invasi piacentini, praticamente vuoti e addirittura lontani dai livelli del siccitoso 2017; nel capoluogo di provincia, l’ex Grande Fiume sfiora il minimo storico”.
“Di fronte ad una situazione che, seppur frastagliata, conferma la crisi dei principali corpi idrici del Paese, è necessario attivare già ora tavoli di concertazione per programmare un futuro, che si preannuncia idricamente complesso” chiede Francesco Vincenzi, Presidente ANBI.
Siccità e maltempo estremo continuano a convivere sull’Italia, sintomo del fatto che siamo entrati in un nuovo clima. Le condizioni infatti continuano ad essere estreme, sia da un lato che dall’altro, e spesso si verificano nello stesso momento e talvolta nello stesso territorio.
Situazione opposta al Centro-Sud: maltempo diffuso e fiumi in aumento
Le intense perturbazioni che hanno raggiunto l’Italia negli ultimi giorni stanno insistendo soprattutto al Centro-Sud. Tra i fiumi della Toscana, tutti abbondantemente sopra la media, crescono il Serchio ed l’Ombrone, mentre cala l’Arno. Anche nelle Marche i fiumi aumentano la loro portata; in Umbria alcuni fiumi (Topino e Tevere) sono straripati in seguito alle ultime abbondanti piogge, resta critica la condizione idrica del lago Trasimeno, mentre il livello del bacino della diga di Corbara cresce. In Campania i recenti forti nubifragi hanno fatto crescere i fiumi in quasi tutto il territorio regionale e in Basilicata i serbatoi aumentano la disponibilità idrica di oltre 12 milioni di metri cubi d’acqua, spiega Anbi. In Puglia, le piogge hanno beneficato soprattutto il Foggiano, dove sono caduti mediamente circa 22 millimetri; l’acqua trattenuta negli invasi è così cresciuta di +4 milioni e mezzo di metri cubi in 7 giorni. In Calabria, a Mormanno nel Cosentino, in 48 ore si sono abbattuti ben 212 millimetri di pioggia, sommatisi ai mm. 75,8 della scorsa settimana. In Sicilia, infine, nonostante un autunno piovoso, le riserve idriche hanno visto una crescita contenuta (circa 4 milioni e mezzo di metri cubi in un mese), rimanendo inferiori alla media dei recenti 12 anni.
“L’Italia, divisa dalla linea della pioggia, conferma l’immagine di un Paese, dove paradossalmente convivono minaccia idrogeologica e rischio siccità, facce di una stessa medaglia. Agli organi decisori evidenziamo la necessità di infrastrutture idrauliche per calmierare differenze sempre più marcate e capaci di incidere pesantemente sull’economia e la vita delle comunità” commenta Massimo Gargano, Direttore Generale di ANBI.
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