Inverno 2023 con poca neve: è emergenza siccità al Nord. L’acqua stoccata nelle nevi è ridotta della metà
Manca quasi la metà della risorsa idrica nivale a livello nazionale, e ne manca due terzi per il bacino del fiume Po
L’inverno meteorologico 2023 è alle battute finali e si chiude una stagione decisamente negativa per la siccità, che persiste al Nord da più di un anno, e per la neve caduta: secondo le stime del CIMA Research Foundation, a metà febbraio manca all’appello quasi metà della neve – o meglio risorsa idrica nivale – normale sull’Italia. Sulle Alpi la situazione è decisamente preoccupante con il -53% della risorsa idrica nivale, e per il bacino del Po il deficit è del 61%.
Inverno 2023 con poca neve: abbiamo a disposizione metà dell’acqua stoccata nelle nevi
Le ridotte nevicate dell’inverno si sono sommate all’effetto di prolungati periodi di tempo stabile ed eccezionalmente mite. In pratica abbiamo ricevuto solo un terzo della neve rispetto alla media dell’ultimo decennio.
Il fiume Po viene alimentato per il 60% dalla neve caduta in montagna. Quest’anno mancano circa 4 miliardi di metri cubi di quest’acqua. Una condizione che sicuramente condizionerà dunque lo stato di salute dei fiumi del Nord anche nella prossima primavera ed estate.
Siamo purtroppo nella stessa situazione di un anno fa, ma già con 12-14 mesi di siccità sulle spalle. Nelle prossime settimane potrebbero arrivare nuove nevicate (previste alla fine di febbraio), che potrebbero dare un prezioso contributo al bilancio finale. Tuttavia è altamente improbabile chiudere l’inverno in termini positivi.
La neve caduta, su Alpi e Appennini, purtroppo è già in fusione: le alte temperature di questi giorni, con lo zero termico che si è riportato già oltre i 3000 metri, stanno di fatto già sciogliendo la neve caduta. Sugli Appennini, in particolare, le nevicate sono stato anche abbondanti nella seconda metà dell’inverno, ma il caldo anomalo sta già riducendo il volume della neve caduta anche a quote medio-alte.