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COP28 negli Emirati Arabi, controversa la posizione del Presidente Al Jaber

Sta già facendo molto discutere la decisione tenere la COP28, la Conferenza delle Parti sul Clima in programma il prossimo novembre, negli Emirati Arabi Uniti, e soprattutto la decisione di porre come presidente Sultan Ahmed Al Jaber, capo della compagnia nazionale di petrolio e gas Adnoc degli Emirati Arabi Uniti. Al Jaber è di fatto il primo CEO, il primo Amministratore capo di una azienda a presidiare una COP.

Secondo l’ex funzionario per il clima delle Nazioni Unite, Christiana Figueres, figura fondamentale per la consegna dello storico accordo sul clima di Parigi nel 2015, non è stata solo una decisione azzardata, ma rischia di avere delle conseguenze pesanti sui paesi più vulnerabili.

Secondo Figueres, infatti, il paese che detiene la presidenza del vertice sul clima delle Nazioni Unite non può avanzare la propria posizione: deve rimanere neutrale. Al Jaber, infatti, ha infatti detto, in un discorso, che “dovremmo concentrarci sulla graduale eliminazione delle emissioni da combustibili fossili, introducendo nel frattempo alternative a zero o a basse emissioni“.

Il discorso di Al Jaber a molti è sembrato andare contro le politiche climatiche necessarie per fare passi in avanti nella lotta alla crisi climatica: si teme infatti che Al Jaber possa voler spingere tutte quelle tecnologie di cattura e stoccaggio del carbonio, per catturare le emissioni di CO2 e non evitarle al principio.

Sta provando a ballare su due piste da ballo contemporaneamente – ha detto Figueres -. Il fatto che pensi che l’energia fossile utilizzata oggi continuerà a far parte del mix energetico globale per il ‘prevedibile futuro’, è una posizione che posso capire dal punto di vista degli Emirati Arabi Uniti. Ma dal punto di vista di un presidente della COP, è molto pericoloso“. Si tratta di una minaccia per tutti quei paesi che stanno subendo o subiranno nei prossimi decenni le conseguenze più gravi della crisi climatica.

Un portavoce della Cop28 ha affermato al Guardian che Al Jaber è “impegnato a condurre un processo imparziale che dia spazio a tutti [i paesi] per esprimere le proprie opinioni e trovare un terreno comune”. Il portavoce ha detto che è stato un “malinteso” pensare che la frase “eliminazione graduale delle emissioni di combustibili fossili” si riferisse solo alla cattura e stoccaggio del carbonio (CCS), ricordando l’appello fatto da Al Jaber per triplicare la capacità di energia rinnovabile e raddoppiare la produzione di idrogeno entro il 2030 utilizzando CCS per decarbonizzare le industrie ad alte emissioni, dove altri le opzioni non erano praticabili.

Nel frattempo però gli Emirati Arabi Uniti hanno il terzo più grande piano di espansione di petrolio e gas al mondo: a rivelarlo è sempre il Guardian. Solo il 10% dei piani di espansione della Adnoc è compatibile con lo scenario dell’IEA, l’Agenzia Internazionale dell’Energia, secondo cui il mondo raggiungerà zero emissioni nette di carbonio entro il 2050.

Redazione

Redazione giornalistica composta da esperti di clima e ambiente con competenze sviluppate negli anni, lavorando a stretto contatto con i meteorologi e i fisici in Meteo Expert (già conosciuto come Centro Epson Meteo dal 1995).

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