La produzione di energia solare potrebbe risentire in futuro degli effetti dei cambiamenti climatici, con il rischio di interruzioni della produzione di energia dagli impianti fotovoltaici. Decarbonizzare il settore dell’energia è una delle chiavi per poter pensare di frenare il riscaldamento globale, ma la crisi climatica potrebbe influire in futuro con le strategie di produzione energetica messe in campo.
Produzione di energia solare, in futuro fluttuazioni più dirompenti potrebbero provocare instabilità e blackout
Secondo un recente studio di un team di ricercatori dell’Università del New South Wales di Sydney, pubblicato su Scientific Reports e Nature, i pannelli solari potrebbero subire delle interruzioni nella produzione di energia a causa di più frequenti eventi dirompenti nella produzione di energia solare, che potrebbero potenzialmente influenzare la stabilità dell’energia solare nella rete.
Secondo lo studio, gli eventi dirompenti che provocano improvvisi aumenti o diminuzioni della produzione di energia, probabilmente diventeranno più duraturi e frequenti, in particolare lungo la costa orientale e nel nord dell’Australia. La fluttuazione improvvisa può portare a discrepanze tra l’offerta e la domanda di elettricità che, se non gestite, possono causare interruzioni di corrente o guasti completi della rete. Secondo i modelli analizzati dai ricercatori le fluttuazioni aumenteranno fino ad un 5% nella frequenza rispetto alla base storica.
Per questo motivo bisognerà adattare i progetti degli impianti solari su larga scala e realizzare adeguati impianti di stoccaggio per gestire periodi di riduzione e di deficit energetico e mantenere stabile il rapporto tra la domanda e l’offerta.
Lo studio si basa sulle proiezioni dei modelli rispetto agli scenari climatici RCP8.5 e RCP4.5, che descrivono un mondo ad medie o alte emissioni di gas serra, un mondo più caldo di 2-4 gradi entro il 2100 rispetto ai livelli preindustriali, insomma un Pianeta in cui l’umanità non è riuscita a intervenire con decisione nella lotta alla crisi climatica. I ricercatori hanno evidenziato come sussistano profonde differenze tra i risultati raggiunti negli scenari climatici applicati: lo scenario ad alte emissioni RCP8.5 prevede cambiamenti futuri nelle caratteristiche degli eventi dirompenti fino a due volte superiori rispetto allo scenario ad emissioni intermedie RCP4.5.
Nei prossimi anni e decenni sorgeranno tanti nuovi impianti fotovoltaici, non solo in Australia, e nonostante i progressi tecnologici ipotizzabili, è bene tenere in conto della variabilità indotta dalle condizioni meteorologiche per gestire le fluttuazioni di tensione, e dunque comprendere come il tempo cambierà nei prossimi decenni a causa del riscaldamento globale. Identificare le zone migliori per costruire gli impianti potrebbe essere cruciale, così come fare ricerca rispetto alle operazioni di generazione, stoccaggio, trasmissione e distribuzione dell’energia.
“La produzione di energia solare fotovoltaica è influenzata da fattori climatici: ad esempio, i cambiamenti nel modo in cui le nuvole passano sopra i pannelli solari potrebbero causare improvvise diminuzioni (ramp-down) o aumenti (ramp-up) che possono causare fluttuazioni di tensione e blackout. Questo lavoro – sottolinea l’autore principale, Shukla Poddar – evidenzia l’importanza di considerare i futuri cambiamenti climatici quando si progettano parchi solari su larga scala per garantire l’incorporazione di dispositivi di controllo della frequenza e piani di stoccaggio per un’alimentazione elettrica affidabile”. “Inoltre, è della massima importanza considerare i futuri cambiamenti nell’intermittenza e nelle caratteristiche degli eventi dirompenti dovuti ai cambiamenti climatici, selezionando al contempo i luoghi ottimali per l’implementazione dei futuri impianti fotovoltaici”.