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Imprese e tutela dell’ambiente. La svizzera International Gate in pole position

Un summit per fare il punto sulla tematica del plastic packaging a livello internazionale. L'intervista

“L’obiettivo del profitto sarà raggiunto solo se le imprese sapranno contribuire efficacemente al benessere della società e alla tutela dell’ambiente” queste sono le parole che guidano le azioni di International Gate, un’azienda svizzera di confezionamento e distribuzione di resina che oltre a pensare ai propri clienti e produttori, ha messo in prima linea la difesa dell’ambiente. Si tratta di una realtà con sede a Chiasso, molto attenta alle questioni di sostenibilità e alla conduzione di attività socialmente responsabili. Nata 10 anni fa, collabora con organizzazioni che promuovono la plastica sociale e solidale come Plastic Bank, un ente di beneficenza istituito per sostenere, migliorare e far crescere gli ecosistemi di riciclo sociale della plastica nel mondo. International Gate è tra le prime aziende ad aver creato l’international trade di PET riciclato in Europa con uno dei principali brand attivi nel settore del beverage.

International Gate

International Gate offre ai propri clienti la possibilità di utilizzare plastica sociale e riciclata che aiuta l’ambiente ed evita gli accumuli di spazzatura negli oceani al fine di ottimizzare l’impronta del carbonio e avere sullo scaffale prodotti in plastica a impatto ambientale zero grazie all’acquisto di Certificati Verdi. L’8 novembre Marco Piscitelli, CEO di International Gate, ha organizzato l’IG Summit nella Wine Releais Villa Cordevigo (VR) per fare il punto sulla tematica del plastic packaging a livello internazionale. Numerosi ospiti del settore, provenienti da oltre 20 Paesi, si sono trovati per confrontarsi sulle recenti evoluzioni e rivoluzioni del mondo degli imballaggi, dove i driver della circolarità e della sostenibilità hanno favorito materiali apparentemente eco-sostenibili come cartone, vetro, alluminio e prodotti biodegradabili di origine vegetale, rispetto alla plastica.

IG Summit

La comunità europea ha creato nuove direttive sia SUP (single use plastic), sia nuovi obietti sul riciclo e sull’utilizzo di materiali riciclati: questo ha avuto un impatto rilevante su tutto il mondo degli imballaggi. Il PET, materiale molto diffuso nell’alimentare e biomedicale, è stato protagonista nelle discussioni, con le bottiglie che rappresentano poco meno della metà del consumo europeo: solo il 60% delle bottiglie immesse al consumo viene recuperato, pur con differenze notevoli in funzione dell’approccio utilizzato in ogni Paese: dove esistono schemi di deposito su cauzione si raggiunge un tasso di raccolta mediamente del 95%, contro il 50% scarso nei Paesi UE che non li adottano, tra i quali l’Italia.

 

Al confronto elementi chiavi di livello come il gruppo Aldi, AMB Packaging, Coca-Cola, AMP Recycling, E&act, Veolia, coordinati da Antonello Ciotti, Presidente di PetCore (Associazione europea degli utilizzatori e produttori di PET).

IG Summit

Ho avuto la possibilità di intervistare Marco Piscitelli, fondatore e CEO di International Gate. Di seguito domande e risposte

Marco, che cos’è per te la sostenibilità?

La sostenibilità per me è un buon compromesso tra i bisogni attuali dei consumatori e dei produttori e il futuro delle prossime generazioni. Ritengo che a volte la comunicazione deve tenere conto di quello che realmente aiuta l’ambiente al posto di quello che apparentemente lo dovrebbe aiutare. Bisogna domandarsi cosa nuoce seriamente al Pianeta.

International Gate

International Gate è nata 10 anni fa; come hai visto cambiare in questo lasso di tempo il packaging alimentare?

Il packaging è cambiato moltissimo negli ultimi anni, dapprima le aziende hanno iniziato a ridurre le quantità di materiale utilizzato, poi si è passato ad uno studio legato al miglioramento della shelf life dei prodotti (il periodo che dura dalla produzione alla vendita nel quale è necessario mantenere intatta la qualità totale) e infine abbiamo avuto l’impatto del tema ambientale con l’utilizzo di materiali “eco-sostenibili” o riciclati, insomma non ci siamo mai annoiati e noi abbiamo sempre cercato le soluzioni migliore per aiutare l’industria a far fronte ai cambiamenti selezionando i meglio fornitori e ottimizzando la catena del valore degli approvvigionamenti.

International Gate

Quanto siamo pronti ad utilizzare plastica sociale o solidale?

È ancora prematuro l’utilizzo della plastica sociale, seppur ci sono molte aziende già avviate nel settore; il motivo principale è che l’educazione al riciclo sta migliorando in tutto il mondo e la gente ha percepito che il materiale che viene utilizzato quotidianamente non è solo un semplice rifiuto ma un bene con un valore e questo aiuterà moltissimo l’ambiente. Oggi utilizzare plastica sociale o solidale ha un costo che il pubblico non è in grado di sostenere questo è il limite maggiore alla sua diffusione.

Durante l’IG Summit si è cercato di fare un punto a livello globale, sull’arte del riciclo, sulla sostenibilità, sull’economia circolare. È stato detto che bisogna pensare ad una sostenibilità più economica, perché spesso si pensa che “sostenibile” significhi “più costoso”. Come ti poni davanti a questa problematica?

Durante il nostro Summit abbiamo avuto produttori che producono più di 1 milione di tonnellate di PET riciclato; abbiamo avuto quindi l’opportunità di confrontarci sui vari temi del riciclo e alla fine è emerso che sono stati fatti passi da gigante in Europa sul tema della raccolta e della sostenibilità volta alla circolarità dei materiali. A volte risulta però antieconomico per le aziende produttrici di beni da consumo utilizzare un packaging sostenibile, questo è stato il primo fattore che ha influito negativamente allo sviluppo di un’economia circolare in Europa. Dal 2025 le cose cambieranno e l’industria alimentare dovrà necessariamente utilizzare materiali riciciclati per venire in contro alle esigenze di economia circolare imposte dalla comunità europea per cui anche noi consumatori dovremo pagare qualcosa in più ma così facendo contribuiremo ai progetti di sostenibilità europei e aiuteremo anche noi l’ambiente.

Marco Piscitelli, IG Summit

La “Plastic Tax” in Italia dovrebbe entrare in vigore a gennaio 2024; molti stati europei, come ad esempio la Spagna (dal 1° gennaio 2023) stanno già facendo pagare questa imposta. Ci sono poi Paesi in via di sviluppo che hanno mostrato una maggiore disponibilità ad imporre divieti totali: ad esempio in Kenya e Tanzania sono stati vietati completamente alcuni prodotti di plastica. Pensi sia la strada giusta per incentivate il riciclo?

Per quanto riguarda la plastic tax, non è un aiuto all’economia del Paese e soprattutto per le tasche dei consumatori che dovranno affrontare un ulteriore spesa. Non abbiamo bisogno di questa per incentivare il riciclo, ma piuttosto di ulteriori interventi costruttivi volti a spronare i consumatori ad essere più educati. In Spagna per esempio assistiamo ad una forte contrazione dei volumi che a lungo andare potrebbero avere un impatto negativo sul tasso occupazionale dell’industria. Riguardo al bandire la plastica, penso che avremo bisogno sempre di questo materiale ma necessitiamo anche di consumatori preparati e consapevoli che a volte la plastica è il miglior materiale in termini di riciclabilità e di emissioni di CO2 in comparazione con altri materiali disponibili nel packaging alimentare.

Riciclo plastica

Qual è il compromesso tra performance di un prodotto e sostenibilità?

Questa è la sfida più grande che dovremo affrontare perché i prodotti con barriera che permettono una shelf life migliore sono di difficile gestione all’interno dei centri di selezione e riciclo ma la tecnologia è migliorata e sono sicuro che riusciremo a trovare un compromesso per il bene dei consumatori e della durabilità dei prodotti.

Credi che gli italiani siano un popolo virtuoso o ancora molto indietro?

Gli Italiani sono un popolo virtuoso, lo dicono i numeri legati alla raccolta dove la Campania detiene la percentuale più alta, per cui sono molto orgoglioso che la regione che mi ha dato i natali possa essere la prima in Italia sotto questo punto di vista.

IG Summit

Infine, il 2030 si sta avvicinando; riusciremo a diventare tutti un po’ più virtuosi e a raggiungere i 17 traguardi fissati dall’ONU?

Sono sicuro che saremo in grado di rispettare gli obbiettivi imposti dimostrando ancora una volta le qualità che il nostro Paese ha sotto il punto di vista professionale.

Stefania Andriola

Lavoro in redazione da febbraio 2010. Mi piace definirmi “giornalista, scrittrice e viaggiatrice”. Adoro viaggiare, conoscere culture diverse; amo correre, andare in bicicletta, fare lunghe passeggiate ma anche leggere un buon libro. Al mattino mi sveglio sempre con un’idea: cercare di aggiungere ogni giorno un paragrafo nuovo e interessante al libro della mia vita e i viaggi riempiono le pagine che maggiormente amo. La meteorologia per me non è solo una scienza ma è una passione e un modo per ricordarmi quanto siamo impotenti di fronte alle forze della natura. Non possiamo chiudere gli occhi e dobbiamo pensare a dare il nostro contributo per salvaguardare il Pianeta. Bastano piccoli gesti.

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