Il 2023 è stato l’anno più caldo: siamo a un soffio dalla soglia di 1.5°C
I dati confermano che il 2023 è stato l'anno più caldo mai registrato. È ormai dietro l'angolo la soglia di 1.5°C, che non dovremmo superare se vogliamo evitare gli impatti più disastrosi della crisi climatica
Il 2023 è stato un anno da record per il clima. I dati registrati negli ultimi 12 mesi l’avevano già lasciato intuire, ma oggi è arrivata la conferma ufficiale del Copernicus Climate Change Service, dell’Unione Europea. Siamo a un soffio dal limite di +1.5°C di riscaldamento rispetto all’era preindustriale, indicato come la soglia da non superare (anche se da calcolare sulla media di più anni) per evitare impatti ancora più catastrofici e irreversibili della crisi climatica.
Nel 2023 la temperatura media globale è stata di 14.98°C: un valore eccezionalmente alto che supera anche quello del 2016, il precedente detentore del primato come anno più caldo mai registrato.
Gli esperti di Copernicus hanno monitorato diversi indicatori chiave per il clima durante tutto il 2023, evidenziando condizioni senza precedenti – come medie giornaliere globali che hanno brevemente superato i livelli preindustriali di oltre 2 gradi -, e analizzando i principiali fattori che li hanno influenzati, come le concentrazioni di gas serra, El Niño e altre variazioni.
Il clima del 2023, i dati
A delineare in modo chiaro il quadro di quello che ci ha riservato il 2023 dal punto di vista del clima è il report dei Global Climate Highlights pubblicato oggi da Copernicus.
Il 2023 è stato l’anno più caldo mai registrato: siamo a 0.60°C oltre la media del trentennio 1991-2020 e addirittura a 1.48°C al di sopra dei livelli preindustriali del 1850-1900.
Rispetto al record precedente, quello del 2016, la temperatura media globale del 2023 è stata di 0.17°C più alta.
Tra i dati più significativi e allarmanti c’è il fatto che, per la prima volta nella storia, ogni giorno dell’anno ha superato di almeno 1°C i livelli preindustriali, con quasi il 50% dei giorni che ha superato di oltre 1.5°C tali valori.
Impatto sui mari e i continenti:
Le temperature medie annuali sono state le più calde mai registrate, o vicine ai massimi, su vaste parti di tutti i bacini oceanici e di tutti i continenti, a eccezione solo dell’Australia. Le temperature degli oceani hanno raggiunto livelli record, con anomalie persistenti e insolitamente elevate dalle regioni del Mediterraneo al Golfo del Messico, dai Caraibi all’Oceano Indiano, dal Pacifico settentrionale all’Atlantico settentrionale.
Per l’Europa, il 2023 è stato il secondo anno più caldo, con una temperatura media di 1,02°C sopra la media 1991-2020, leggermente inferiore al 2020, l’anno più caldo registrato. Le temperature sopra la media sono state registrate per 11 mesi durante il 2023, e settembre è stato il mese più caldo mai registrato. L’inverno europeo (dicembre 2022-febbraio 2023) è stato il secondo più caldo mai registrato, mentre l’estate europea (giugno-agosto) è stata la quinta più calda, con una temperatura media di 19,63°C. L’autunno europeo (settembre-novembre) è stato il secondo più caldo mai registrato, appena 0,03°C più freddo rispetto all’autunno 2020.
Tra i protagonisti del clima 2023 anche gli eventi estremi che hanno colpito in tutto il mondo, tra cui ondate di calore, inondazioni, siccità e incendi boschivi.
Le stime delle emissioni globali di carbonio dovute agli incendi boschivi nel 2023 sono aumentate del 30% rispetto al 2022, principalmente a causa degli incendi persistenti in Canada.
Segnali preoccupanti anche dal Polo Sud e dal Polo Nord:
Altre considerazioni sul clima includono il notevole declino del ghiaccio marino antartico nel 2023, che ha raggiunto minimi record per otto mesi dell’anno. Il ghiaccio marino artico al suo massimo annuale di marzo si è classificato tra i quattro più bassi nella registrazione satellitare.
Intanto, continuiamo a emettere enormi quantità di gas serra
Mentre tutto il mondo era alle prese con le conseguenze della crisi del clima, nel 2023 abbiamo continuato a emettere grandi quantità di gas serra. Le concentrazioni atmosferiche di anidride carbonica e metano hanno raggiunto livelli record (rispettivamente 419 ppm e 1902 ppb).
Secondo Copernicus, è probabile che un periodo di 12 mesi che si chiuderà a gennaio o febbraio 2024 superi la soglia di 1.5 gradi
È fondamentale agire subito
Carlo Buontempo, Direttore del Copernicus Climate Change Service, commenta: «Gli estremi che abbiamo osservato negli ultimi mesi forniscono una testimonianza drammatica di quanto ci siamo allontanati dal clima in cui si è sviluppata la nostra civiltà. Ciò ha profondeconseguenze per l’Accordo di Parigi e per tutti gli sforzi umani. Se vogliamo gestire con successo il nostro portafoglio di rischi climatici, dobbiamo decarbonizzare urgentemente la nostra economia, utilizzando dati e conoscenze climatiche per prepararci al futuro».
Iscritta all'ordine dei Giornalisti, faccio parte della squadra di Meteo Expert dal 2016: un'esperienza che mi ha insegnato tanto e mi ha permesso di avvicinarmi al mondo della climatologia lavorando fianco a fianco con alcuni dei maggiori esperti italiani in questo settore.
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