La Francia vuole introdurre la prima legge al mondo per limitare il fast fashion
Tassa ambientale sul fast fashion e pubblicità vietata: la proposta di legge approda in Senato dopo il via libera della Camera
La Francia potrebbe essere il primo Paese al mondo a dotarsi di una legge che limiti il fast fashion. Il disegno di legge, presentato dal Governo, ha infatti superato il voto della Camera, e per la sua approvazione definitiva manca solo il via libera del Senato.
Nel mirino del Governo ci sono in particolare i prodotti di fast fashion considerati “ultra-fast”, come quelli del colosso cinese Shein, che non rispettano i diritti dei lavoratori e le politiche climatiche e ambientali.
Il termine fast fashion indica la produzione di abbigliamento di basso costo e ad alta velocità, un fenomeno che solleva molte preoccupazioni per le condizioni dei lavoratori, la salute dei consumatori e l’impatto di questa industria sull’ambiente. Infatti la sua pratica di produzione su larga scala, spesso con materiali poco durevoli e cicli di vita brevi, è un problema enorme sul fronte dell’inquinamento, anche per quanto riguarda lo smaltimento dei vestiti una volta usati.
In particolare, Shein ha portato agli estremi il modello già dannoso del fast fashion basandosi sulla produzione di quantità gigantesche di capi di bassa qualità, Ogni giorno immette sul mercato decine di migliaia di nuovi capi (secondo le stime almeno 35 mila) a prezzi incredibilmente bassi, che attraggono soprattutto un pubblico giovane e hanno permesso al brand di crescere in modo esponenziale negli ultimi anni. Un’inchiesta dell’emittente televisiva Channel 4 aveva documentato già nel 2022 le condizioni raccapriccianti in cui sono costrette a vivere le persone che lavorano nelle fabbriche cinesi dove si producono i capi a marchio Shein, con turni massacranti e compensi incredibilmente miseri.
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Regolamentare il fast fashion e promuovere pratiche più sostenibili è cruciale per le sfide ambientali e climatiche che il mondo deve affrontare. L’adozione di misure legislative come quella proposta in Francia è un segnale di un crescente riconoscimento dei danni causati dal fast fashion, e anche la consapevolezza dei consumatori sta cambiando, con sempre più persone che cercano alternative sostenibili ed etiche nel settore dell’abbigliamento.
La proposta di legge che si sta facendo strada in Francia prevede una tassa ambientale sul fast fashion destinata ad aumentare gradualmente fino ad arrivare a 10 euro per ogni capo di abbigliamento entro il 2030, così come il divieto di pubblicità per tali prodotti.
Shein ha dichiarato all’agenzia Reuters che gli abiti che produce soddisfano una domanda esistente, con bassi tassi di merce invenduta, e ha attaccato il Governo francese affermando che l’unico impatto di questa misura sarebbe un peggioramento «del potere d’acquisto dei consumatori francesi, in un momento in cui risentono già dell’impatto di maggiori costi della vita».
Da parte sua, intanto, il Ministero dell’ambiente francese ha dichiarato che proporrebbe anche all’Unione europea un divieto sull’esportazione di vestiti usati per tentare di far fronte al problema, sempre più grave, dei rifiuti tessili.