Un nuovo rapporto pubblicato sulla rivista Lancet rivela dati preoccupanti legati agli effetti della crisi climatica sulla salute. Il report di The Lancet Countdown on Health and Climate Change, mostra che in Europa, le morti correlate al caldo sono aumentate del 9% in media, con un incremento del 11% nell’Europa meridionale. Questo secondo rapporto sugli indicatori del Lancet Countdown in Europa è stato condotto dal Centro di Supercalcolo di Barcellona.
⚡ PUBLISHED TODAY: The 2024 Europe Report of the Lancet Countdown finds:
?️ Heat related deaths rising, disproportionately affecting women
? Climatic suitability for infectious diseases increasing
? Inadequate action to meet carbon neutrality targetshttps://t.co/46RhB4ykNY pic.twitter.com/KThp4uYzna— The Lancet Countdown on Health and Climate Change (@LancetCountdown) May 13, 2024
Questo rialzo è dovuto all’inquinamento atmosferico e alle temperature sempre più elevate, che stanno causando diversi problemi di salute, tra cui un aumento degli attacchi cardiaci, degli ictus, delle malattie infettive e dei traumi psicologici. In particolare, i sistemi sanitari pubblici europei, soprattutto quelli del Sud, stanno mostrando segni di crisi a causa di tali sfide.
Il nuovo rapporto analizza 42 indicatori che monitorano gli impatti sulla salute dei cambiamenti climatici, nonché le opportunità inadeguate, ritardate o mancate dell’azione per il clima in Europa.
I risultati degli indicatori mostrano che gli impatti negativi sulla salute dei del cambiamento climatico sono aumentati rispetto ai livelli di base, con la maggior parte degli impatti che superano i livelli precedentemente riportati.
Si stima che i decessi legati al caldo siano aumentati nella maggior parte dell’Europa, con un incremento medio di 17 decessi per 100.000 abitanti tra il 2003-2012 e il 2013-2022.
Le ore di attività fisica a rischio per il caldo sono aumentate tra il 1990 e il 2022 sia per le attività di livello attività medie (ad esempio, ciclismo o calcio) e faticose (ad esempio, rugby o mountain bike),con il risultato di ridurre l’attività fisica e quindi di aumentare il rischio di malattie non trasmissibili.