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L’inquinamento aereo può fare ammalare chi vive vicino agli aeroporti?

Un nuovo studio ha analizzato l'esposizione alle particelle ultrafini generate dal traffico aereo di chi abita in prossimità dei 32 scali più trafficati d'Europa, inclusi Milano Malpensa e Roma Fiumicino

L’inquinamento del trasporto aereo può fare ammalare chi abita vicino a un aeroporto? La risposta purtroppo è sì. Secondo l’ultima analisi del think tank Transport & Environment, migliaia di casi di ipertensione, diabete e demenza potrebbero essere collegati all’impatto delle cosiddette particelle ultrafini del traffico aereo.

Inquinamento da trasporto aereo: 1,6 milioni di italiani vivono esposti alle particelle emesse dagli aerei

Le persone più a rischio sono quelle che abitano vicino agli scali più trafficati d’Italia, ovvero Roma Ciampino e Milano Malpensa. Sono oltre 900 mila i milanesi che respirano aria di bassa qualità nelle vicinanze dell’aeroporto di Malpensa, 700 mila invece i romani che, vivendo in prossimità di Fiumicino, sono esposti alle particelle tossiche.

L’analisi ha preso in considerazione l’esposizione alle particelle ultrafini, emesse dai motori degli aerei anche in fase di decollo che di atterraggio, dei cittadini che vivono nelle vicinanze dei 32 scali più trafficati d’Europa. Si scopre così che 52 milioni di persone – più del 10% della popolazione totale europea -, vivono entro un raggio di 20 km dai 32 aeroporti più frequentati
d’Europa e sono particolarmente esposti alle particelle ultrafini che possono causare condizioni di salute particolarmente gravi e a lungo termine, inclusi problemi respiratori, cardiovascolari e problemi di gravidanza. Per esempio a Parigi, una delle città incluse nello studio, 8 milioni di persone risultato colpite dall’esposizione all’inquinamento aereo dei suoi due aeroporti principali, ossia Charles de Gaulle e Orly.

Quali sono le malattie più diffuse in Europa collegate all’inquinamento aereo?

Secondo la nuova ricerca, l’esposizione alle particelle ultrafini può essere associata a 280.000 casi di ipertensione arteriosa, 330.000 casi di diabete e 18.000 casi di demenza in Europa. Lo studio ha estrapolato i casi segnalati di queste malattie intorno all’aeroporto di Amsterdam Schiphol, fornendo la prima stima in assoluto delle conseguenze sulla salute innescate dal traffico aereo in Europa. In Italia l’esposizione potrebbe essere associata a 7mila casi di ipertensione e altrettanti di diabete e più di 200 casi di demenza.

Le particelle ultrafini sono particolarmente preoccupanti e pericolose poiché sono talmente piccole (parliamo di un diametro inferiore a 100 nanometri, circa 1.000 volte più piccole di un capello umano) da penetrare in profondità. Sono state trovate infatti nel sangue, nel cervello e nella placenta. Ad oggi non esiste alcuna regolamentazione sui livelli sicuri di particelle ultrafini nell’aria nonostante l’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) avesse avvertito già 15 anni fa sulla pericolosità crescente di questo inquinante.

Le particelle ultrafini vengono emesse non solo ad alta quota ma anche in fase di decollo e atterraggio

Questo vuole dire che chi vive in prossimità degli aeroporti è particolarmente colpito. Le persone che abitano a un raggio di 5 km dagli aeroporti respirano aria che contiene, in media, dalle 3.000 alle 10.000 particelle ultrafini per centimetro quadrato emesse dagli aerei. In molte città esiste la correlazione tra reddito basso e chi vive vicino agli scali. Ciò dimostra ancora una volta che l’inquinamento atmosferico colpisce maggiormente i soggetti più deboli della società.

Ma siamo sicuri che non ci sia alcuna soluzione?

La soluzione ovviamente esiste e andrebbe a ridurre le particelle ultrafini degli aerei del 70%: parliamo dell’utilizzo di carburante per aerei di “migliore qualità”. La quantità di particelle ultrafini emesse dagli aerei dipende in gran parte dalla composizione del carburante. Più il carburante è pulito, minore è l’inquinamento che genera quando viene bruciato.

La pulizia di questo combustibile avviene attraverso un processo chiamato idrotrattamento. È stato utilizzato per decenni per rimuovere lo zolfo dai carburanti per automobili e navi e potrebbe costare meno di cinque centesimi al litro di carburante. Ma gli standard sul carburante per gli aerei non sono mai stati migliorati, nonostante i benefici che potrebbe apportare a livello atmosferico. Altre misure per ridurre le particelle ultrafini e migliorare la qualità dell’aria includono la riduzione del traffico aereo nonché l’utilizzo di tecnologie più pulite come i carburanti sostenibili per l’aviazione e gli aerei a emissioni zero che rilasciano molti meno inquinanti.

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Redazione

Redazione giornalistica composta da esperti di clima e ambiente con competenze sviluppate negli anni, lavorando a stretto contatto con i meteorologi e i fisici in Meteo Expert (già conosciuto come Centro Epson Meteo dal 1995).

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