Dal 2010 il 29 luglio ricorre la giornata mondiale della tigre: dalla Thailandia arrivano buone notizie
Il governo reale thailandese ha annunciato che la popolazione nazionale di questi felini in natura sta aumentando ma globalmente rimane a rischio estinzione
Dal 2010 ogni 29 luglio si celebra la Giornata Mondiale della Tigre, istituita al Vertice della tigre di San Pietroburgo in Russia. In quell’occasione il primo ministro russo Vladimir Putin aveva ospitato rappresentanti delle 13 nazioni con le popolazioni di tigri più gravemente minacciate, ponendosi l’obiettivo di creare un programma comune che potesse essere utilizzato per finanziare e realizzare progetti per proteggere questo animale in via di estinzione. Durante il summit era stata fatta una dichiarazione secondo cui i governi dei Paesi popolati da questo felino avevano promesso di raddoppiarne la popolazione entro il 2020.
Nel 2010 le stime degli esperti prospettavano addirittura l’estinzione della specie entro il 2022. In occasione di questa ricorrenza, le organizzazioni per la protezione degli animali condividono i propri dati riguardo la situazione della popolazione mondiale: il rapporto annuale 2023 del WWF pubblicato a maggio 2024 sottolinea come la popolazione globale delle tigri sia ancora in grave pericolo di estinzione, nonostante alcuni progressi nelle iniziative di conservazione degli ultimi anni. Quindi nonostante un lieve miglioramento, questo felino è ancora a rischio anche se in questo 2024 il governo reale thailandese ha annunciato che la popolazione nazionale in natura sta aumentando: dopo anni di ingenti sforzi di conservazione oggi si stimano tra le 179 e 223 tigri.
Questi numeri segnano un punto di svolta significativo per le tigri del Sud-Est asiatico dove la maggior parte delle popolazioni è in declino: negli ultimi 25 anni le tigri si sono estinte in Cambogia, Laos e Vietnam. La presenza di un numero sufficiente di prede per le tigri è fondamentale per consentire un ulteriore incremento e recupero della specie e il governo reale thailandese, con il sostegno di partner come il WWF-Thailandia, ha lavorato proprio in questa direzione.
“Negli ultimi 3 anni, il governo reale thailandese, con il sostegno del WWF-Thailandia, ha liberato oltre 100 cervi sambar nei territori abitati dalle tigri nel complesso forestale occidentale ed altre reintroduzioni sono previste nei prossimi anni. Inoltre, anche gli sforzi di conservazione per aumentare la popolazione di banteng, una specie di bovino selvatico classificata come in pericolo, hanno avuto successo, con primi diversi segnali di aumento della popolazione e di espansione dell’areale in alcune aree protette ben gestite. Il WWF-Thailandia ha recentemente avviato lo sviluppo di un piano nazionale di valutazione e recupero del banteng in collaborazione con il Dipartimento dei Parchi Nazionali, della Fauna Selvatica e della Conservazione delle Piante e con la Facoltà di Scienze Forestali. Più riusciremo ad aumentare le prede delle tigri, più crescerà anche il numero dei predatori.
Solo alcuni anni fa la scena di una tigre che si riproduce e alleva con successo due cucciolate una dopo l’altra, non si sarebbe mai verificata. Fino ad alcuni anni fa, le tigri e le loro prede erano gravemente minacciate dalla piaga del bracconaggio. Ma il nostro governo ha intensificato le squadre di pattugliamento antibracconaggio nei parchi nazionali e nei santuari della fauna selvatica, il che ha avuto un impatto positivo su queste specie. La presenza dei ranger, infatti, aiuta a scoraggiare i bracconieri e, con l’aiuto di strumenti innovativi di monitoraggio della fauna selvatica come lo SMART, è possibile monitorare e prevenire le zone più calde del bracconaggio. Questo significa che le tigri hanno una possibilità di sopravvivenza molto più alta nelle nostre foreste e stiamo assistendo a risultati sempre più straordinari” ha dichiarato Rungnapa Phoonjampa, direttrice del programma Foreste occidentali e fauna selvatica del Mae Ping National Park del WWF-Thailandia.
Jedsada Taweekan, responsabile del programma regionale per il commercio illegale di animali selvatici del WWF-Thailandia, ha affermato: “La Thailandia ha la più grande popolazione di tigri in cattività del Sud-Est asiatico. Il commercio illegale di fauna selvatica è alimentato dalla domanda di tigri delle strutture in cattività. Questo processo va a minare gli sforzi per la conservazione delle tigri in natura. Le parti di tigre e i prodotti che ne derivano attraversano i nostri confini e contribuiscono ad incrementare il problema del commercio illegale in altre zone della regione. Il WWF-Tailandia sta collaborando con il Dipartimento dei Parchi Nazionali, della Fauna Selvatica e della Conservazione delle Piante per istituire un database nazionale del DNA delle tigri in cattività, con l’obiettivo di aumentare l’efficacia di rilevare i casi in cui le tigri selvatiche entrano nel commercio illegale e vengono trasferite in strutture in cattività. L’aggiornamento delle tecniche forensi aiuterà le forze dell’ordine a utilizzare le analisi nei procedimenti giudiziari e porterà a condanne più adeguate ai crimini”.
Se da una parte è fondamentale che le tigri siano protette dai bracconieri, dall’altra è altrettanto necessario che siano garantite le condizioni giuste per sopravvivere nei loro territori in natura. Il disboscamento storico ha portato al degrado degli habitat delle tigri in Thailandia e il WWF-Thailandia ha lavorato per migliorare lo stato delle foreste e delle praterie per le tigri e le loro prede. “Le praterie potrebbero non sembrare importanti ad un primo sguardo ma sono essenziali per le principali specie preda dei grandi felini, come i cervi sambar e i banteng. Abbiamo migliorato l’habitat di prateria, con interventi di ripristino e conservazione. Queste aree sono per gli ungulati importanti fonti di minerali, come il magnesio e il sale” queste le parole di Michael Roy, direttore conservazione del WWF-Thailandia.
La Thailandia è un faro di speranza per il recupero delle tigri nel sud-est asiatico. Un ulteriore aumento della popolazione di tigri nel Paese potrebbe portare questo iconico felino ad espandersi e riprodursi in luoghi dove la specie è scomparsa da tempo, con la prospettiva concreta che nei decenni a venire le tigri possano espandersi dal nord della Thailandia al Laos, dove si sta lavorando per ripristinare i territori favorevoli alla presenza della specie.
“Mi congratulo con il governo reale tailandese per questo annuncio. Quello per arrivare a questo risultato è stato un lungo viaggio e sono orgogliosa che il WWF-Thailandia lo abbia sostenuto e continui a sostenerlo. La Thailandia sta portando avanti le azioni di conservazione delle tigri nella regione e spero che questo successo ispiri altri governi del Sud-est asiatico a investire negli sforzi per favorire il recupero di questo iconico felino anche nei loro territori. Quando proteggiamo le tigri, proteggiamo molto di più e non possiamo permetterci di perdere questo grande entusiasmo che in tantissimi hanno costruito così faticosamente. Ora è il momento di continuare ad agire con urgenza” ha dichiarato Natalie Phaholyothin, CEO del WWF-Thailandia.