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Cervi in Abruzzo, il Consiglio di Stato ferma l’uccisione di quasi 500 esemplari

Il Consiglio di Stato accoglie la richiesta delle Associazioni: "Chiediamo alla Regione di tornare indietro"

I cervi in Abruzzo sono salvi, per ora. O quantomeno lo sono fino al 7 novembre. Ma andiamo per ordine: lo scorso agosto la Giunta guidata da Marco Marsilio aveva disposto l’uccisione di 469 cervi, con inizio della mattanza fissato nella giornata di ieri (lunedì 14 ottobre).

L’intervento del Consiglio di Stato -, sollecitato dalle associazioni ambientaliste e animaliste Lav, Lndc Animal Protection e Wwf Italia -, che avevano impugnato l’ordinanza del Tar Abruzzo che mercoledì scorso aveva dato il via libera all’abbattimento, ha sospeso la delibera della Giunta, fissando l’udienza in camera di consiglio per il 7 novembre. Dunque fino a quella data i poveri cerci sono salvi.

Cervi in Abruzzo, grande soddisfazione da parte delle Associazioni che non si fermano qui: “Continuiamo a chiedere alla Regione di tornare indietro”

Grande la soddisfazione delle Associazioni: “È impensabile continuare a giustificare la caccia come soluzione che possa favorire la convivenza fra i cittadini e gli animali selvatici. Il nostro obiettivo deve essere quello di cercare alternative più rispettose per l’ambiente e per gli animali stessi,” affermano le Associazioni. “La caccia ai cervi rappresenta una soluzione di comodo che ignora le possibili alternative non violente, a favore della lobby venatoria”.

LAV, LNDC e WWF sottolineano come, oltre agli ovvi danni causati alla popolazione di cervi, la caccia rischi di creare squilibri ecologici importanti in ecosistemi già fragili. L’eliminazione di esemplari adulti e cuccioli potrebbe avere ripercussioni sulle dinamiche di crescita e riproduzione della specie, con potenziali conseguenze a lungo termine sulla biodiversità locale.

Gli animali selvatici parte integrante del patrimonio naturale del nostro Paese: l’appello delle Associazioni

“Ribadiamo l’importanza di considerare gli animali selvatici non come risorse da sfruttare, ma come parte integrante del nostro patrimonio naturale, che va tutelato e rispettato. Non possiamo permettere che l’interesse di pochi prevalga sulla salvaguardia della natura e degli animali che la abitano. L’unica via è quella del rispetto e della convivenza pacifica,” hanno concluso le Associazioni.

“Continuiamo a chiedere alla Regione di tornare indietro”, concludono le Associazioni. “Marsilio deve prendere atto che non ci sono né i motivi, né – a questo punto – le condizioni tecnico-procedurali per consentire ai cacciatori di uccidere quasi 500 cervi. Farebbe sicuramente una più bella figura bloccando questa strage e avviando un confronto serio, libero dagli obblighi che evidentemente ha assunto con i cacciatori nella recente campagna elettorale. Da parte nostra, come abbiamo detto fin dall’inizio, continueremo la nostra campagna per impedire che l’Abruzzo da regione dei parchi diventi la regione delle doppiette”.

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Redazione giornalistica composta da esperti di clima e ambiente con competenze sviluppate negli anni, lavorando a stretto contatto con i meteorologi e i fisici in Meteo Expert (già conosciuto come Centro Epson Meteo dal 1995).

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