IG Summit 2024: il ritrovo annuale degli attori internazionali del settore del poliestere
Una tavola rotonda per fare il punto sulla tematica del plastic packaging e delle nuove normative europee per l’introduzione del R-Pet all’interno delle bottiglie di plastica. L'intervista a Marco Piscitelli
“L’obiettivo del profitto sarà raggiunto solo se le imprese sapranno contribuire efficacemente al benessere della società e alla tutela dell’ambiente” queste sono le parole che guidano le azioni di International Gate, un’azienda svizzera di confezionamento e distribuzione di resina che oltre a pensare ai propri clienti e produttori, ha messo in prima linea la difesa dell’ambiente. Si tratta di una realtà con sede a Chiasso, molto attenta alle questioni di sostenibilità e alla conduzione di attività socialmente responsabili.
International Gate offre ai propri clienti la possibilità di utilizzare plastica sociale e riciclata che aiuta l’ambiente ed evita gli accumuli di spazzatura negli oceani al fine di ottimizzare l’impronta del carbonio e avere sullo scaffale prodotti in plastica a impatto ambientale zero grazie all’acquisto di Certificati Verdi. Il 23 ottobre Marco Piscitelli, CEO di International Gate, ha organizzato l’IG Summit, il ritrovo annuale degli attori internazionali del settore del poliestere, nella Wine Releais Villa Cordevigo (VR). Oltre ad un’approfondita analisi sulle dinamiche e previsioni a medio termine della catena del valore del poliestere, due macro temi hanno polarizzato la discussione tra i più importanti player della filiera alimentare: la crisi dei trasporti e l’evoluzione dei regolamenti sull’utilizzo di materiale riciclato.
Il primo speech di benvenuto, con una panoramica sul mercato globale, è stato tenuto da Marco Piscitelli; a seguire un focus sull’analisi della filiera produttiva del PET con Javier Rivera, Business Manager di Tecnon OrbiChem, azienda specializzata nell’analisi dei dati di mercato nell’industria petrolchimica. In seguito, ampio spazio è stato riservato alle problematiche e ai cambiamenti logistici, un tema strategico per il settore del poliestere che vive di dinamiche globali. Dopo la crisi dei noli postpandemia, il trend che per molti pareva ineluttabilmente indirizzato verso il ritorno alla normalità è stato sconvolto dalla crisi di Suez e dalle oscillazioni della domanda per export cinese. Il commercio internazionale ha di nuovo subito un’impennata dei costi del nolo dei containers associata ad un allungamento dei tempi di transito in particolare tra Asia ed Europa. I produttori di packaging si trovano quindi ad affrontare nuove sfide con l’obiettivo di trovare un buon bilanciamento tra costi di produzione e prezzo al consumatore nel rispetto delle nuove Direttive Europee SUP (Single Use Plastic).
La seconda sessione del Summit è stata invece improntata sulla sostenibilità e sul R-PET. Ad aprire il dibattito uno dei massimi esperti del mercato: Matt Tudball, Senior Editor di ICIS, punto di riferimento nel settore del Marketing Intelligence che ha dato il via alla Tavola Rotonda di chiusura del Summit, concentrandosi sulla direttiva UE 2019/904 ed in particolare il regolamento 2022/1616 in materia di utilizzo del materiale riciclato. La discussione è stata guidata da Antonello Ciotti, Presidente di PetCore (Associazione europea degli utilizzatori e produttori di PET) con ospiti di grandissima rilevanza.
Ho avuto la possibilità di intervistare Marco Piscitelli, fondatore e CEO di International Gate. Di seguito domande e risposte
IG Summit 2023-IG Summit 2024: pensi che siano stati fatti dei passi in avanti nell’introduzione del R-Pet all’interno delle bottiglie di plastica?
Ci aspettavamo un incremento di domanda sul mondo dell’Rpet a partire dall’inizio del secondo semestre, considerando che il materiale riciclato richiede tempi lunghi per essere utilizzato correttamente nella produzione di preforme e bottiglie. Infatti, di solito un’omologa dura circa 6 mesi dove oltre alle prove tecniche sul materiale si verifica anche l’omogeneità del colore. In realtà le nostre previsioni non si sono avverate per due motivi: a causa del calo dei consumi e per via dell’elevato costo del riciclato, rispetto a quello del materiale vergine. Ora che il 2025 è alle porte, i nostri clienti devono necessariamente trovare il fornitore giusto che possa garantire disponibilità ed omogeneità di prodotto.
Cosa pensi della direttiva UE 2019/904 ed in particolare del regolamento 2022/1616?
Penso che la comunità europea stia cercando a tutti i costi di limitare le importazioni di materiali al di fuori della comunità stessa mediante il controllo della gestione del rifiuto con i tracciamenti. Queste attività però non sono sufficienti in quanto bisognerebbe anche gestire meglio le politiche dei dazi verso i paesi extra-comunitari.
Durante la conferenza si è parlato di “un cambio epocale” perché oltre alle sfide quotidiane c’è da tenere presente il pacchetto di misure per accelerare la transizione verso un’economia circolare della Commissione Europea. Come pensi si possa mantenere un giusto equilibrio?
Il cambiamento è epocale. Mi piace definirla R-evolution: non solo una rivoluzione, ma anche una evoluzione di modi e consumi che devono avere come obiettivo il riciclo dei prodotti. Alcuni Paesi hanno adottato la plastic tax, altri sono in stand-by. Dobbiamo gestire questo cambio con intelligenza e con i corretti passi, uno alla volta.
Come si sono posti i manager durante la tavola rotonda? Idee discordanti oppure possiamo dire che la loro unione di idee potrebbe essere la “nostra” forza?
La problematica principale uscita fuori durante la tavola rotonda consiste nel fatto che, sebbene la normativa sia chiara sull’utilizzo di rpet nelle bottiglie, non è stato stabilito un organo di controllo e soprattutto l’ammontare di un’eventuale multa per il non utilizzo del 25% di rpet. Di conseguenza è emersa un po’ di preoccupazione per questa area grigia e il malessere legato al costo elevato dei materiali riciclati che potrebbe incrementare una contrazione dei volumi.
A distanza di un anno ti richiedo: riusciremo a diventare tutti un po’ più virtuosi e a raggiungere i 17 traguardi fissati dall’ONU?
Necessariamente ma non senza sacrifici. Dobbiamo sicuramente migliorare l’immagine della plastica, denotando come sia un prodotto molto più eco-friendly di quello che si possa pensare, soprattutto in relazione al tema delle emissioni di CO2, causa principale del cambiamento climatico. Molto lavoro deve essere fatto sulla raccolta dei materiali e sull’educazione al riciclo. Questo lavoro educativo avrà come risultato un consumo più responsabile.