Clima

Il buco dell’ozono si è chiuso prima del solito quest’anno ed è un’ottima notizia

Nel 2024 l’area del buco dell’ozono si è classificata come la settima più piccola da quando è iniziato il recupero nel 1992.

Il buco dell’ozono si è chiuso all’inizio di dicembre, in controtendenza rispetto agli ultimi quattro anni, quando iniziava la sua mutazione solo nella seconda metà del mese. Lo conferma il servizio di monitoraggio in tempo quasi reale di Copernicus (Copernicus Atmosphere Monitoring Service – Cams).

“Il buco nell’ozono ha iniziato a chiudersi all’inizio di dicembre, un periodo più vicino alla media rispetto agli ultimi anni”, spiega Cams. Anche gli altri indicatori normalmente utilizzati per monitorare il fenomeno, come l’area totale, erano più vicini alla media rispetto agli ultimi anni”. Nel dettaglio, lo sviluppo del buco nell’ozono antartico nel 2024 è iniziato in ritardo rispetto alla media, soprattutto a causa dell’interruzione del vortice polare in seguito a due improvvisi episodi di riscaldamento stratosferico nel mese di luglio. Quando il vortice polare si è instaurato nel mese di agosto, la riduzione chimica dell’ozono stratosferico sopra l’Antartide ha potuto avere effetto, come ogni anno. L’area del buco nell’ozono è continuata ad aumentare per tutto il mese di settembre, seguendo da vicino la media del periodo compreso tra il 1979 e il 2021, raggiungendo una dimensione massima di 22 milioni di km2 alla fine del mese. Questo valore è inferiore a quello del 2023 e del 2022, quando l’area massima era di circa 25 milioni di km², ed è stato raggiunto in ritardo rispetto al 2023, ma è in linea con la media storica”.

Buco dell’ozono: una vittoria del Protocollo di Montreal

Negli ultimi anni, la grandezza del buco dell’ozono è stata molto variabile. Nel corso del 2023 il buco dell’ozono è comparso già ad inizio agosto e a settembre è diventato per un breve periodo il sesto più grande mai osservato con un’estensione di 26,15 milioni di chilometri quadrati, per poi tornare nella media ad ottobre e aumentare nuovamente a fine mese, fino a restare intorno ai 15 milioni di chilometri quadrati fino a fine novembre-inizio dicembre.

Nel 2024 l’area del buco dell’ozono si è classificata come la settima più piccola da quando è iniziato il recupero nel 1992. Con quasi 20 milioni di chilometri quadrati, la regione media mensile interessata dalla mancanza di ozono è stata quasi tre volte più grande degli Stati Uniti. Il buco ha raggiunto la sua massima estensione giornaliera dell’anno il 28 settembre, con 22,4 milioni di chilometri quadrati. L’ozono stratosferico ha un’azione filtrante nei confronti delle radiazioni solari ultraviolette pericolose per la salute umana.

Il miglioramento di quest’anno è dovuto alla combinazione di fattori. Innanzitutto si è osservata una continua diminuzione dal Protocollo di Montreal dei clorofluorocarburi (CFC), una sostanza chimica che reagisce con l’ozono, riducendone la presenza. A questo si aggiunge, secondo gli scienziati della NOAA una “inaspettata infusione di ozono” trasportata dalle correnti d’aria provenienti dal nord dell’Antartide.

Redazione

Redazione giornalistica composta da esperti di clima e ambiente con competenze sviluppate negli anni, lavorando a stretto contatto con i meteorologi e i fisici in Meteo Expert (già conosciuto come Centro Epson Meteo dal 1995).

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