Territorio

Disastro ambientale nel Mar Nero, sversate quasi 4 mila tonnellate di petrolio

Le spiagge russe del Mar Nero sono state inondate dal petrolio proveniente da due petroliere

Continua la conta dei danni del disastro ambientale che si è verificato nel Mar Nero, quando il 15 dicembre due petroliere russe sono state travolte da una violenta tempesta nello Stretto di Kerch – che unisce la Russia alla penisola della Crimea – e il naufragio ha provocato una massiccia fuoriuscita di petrolio.

Le petroliere, la Volgoneft-212 e la Volgoneft-239, avevano a bordo 29 persone e almeno un marinaio è morto nel naufragio. Il combustibile sversato dalle navi è il mazut, un residuo del petrolio particolarmente pesante, che ha già contaminato almeno 60 chilometri di costa nella regione di Krasnodar, dal ponte di Crimea fino ad Anapa.

Secondo le stime 3.700 tonnellate di petrolio potrebbero essere finite in mare, provocando un disastro ambientale su vasta scala. Immagini e video condivise da residenti locali mostrano macchie di petrolio che si estendono lungo la costa, oltre a uccelli e altri animali senza vita, intrappolati nell’olio.

«Gli incidenti che hanno coinvolto le due petroliere nello Stretto di Kerch, che secondo diversi rapporti hanno entrambe oltre 50 anni di servizio, costituiscono una grave minaccia ambientale», ha dichiarato Natalia Gozak, direttrice dell’ufficio di Greenpeace Ucraina. «Il combustibile fuoriuscito sta già compromettendo l’ecosistema locale. Questo episodio evidenzia un problema ben più ampio: le attività della flotta ombra russa. La Russia impiega petroliere obsolete per esportare petrolio greggio e finanziare la guerra in Ucraina».

Questo non è il primo incidente nello Stretto di Kerch. Nel 2007, una petroliera della stessa classe si è spezzata durante una tempesta, causando il rilascio di 1.600 tonnellate di olio e la contaminazione di decine di chilometri di costa. Gli effetti a lungo termine includono la distruzione di habitat naturali e la contaminazione di suolo e acque costiere.

Organizzazioni ambientaliste e governi chiedono un intervento immediato per contenere i danni e prevenire ulteriori disastri. La pulizia della costa è resa difficile dalle condizioni meteorologiche avverse, ma è fondamentale agire per limitare le conseguenze su ecosistemi già fragili. Ancora una volta, inoltre, questo disastro ambientale ricorda i rischi legati all’utilizzo dei combustibili fossili, il cui abbandono è sempre più urgente.

Redazione

Redazione giornalistica composta da esperti di clima e ambiente con competenze sviluppate negli anni, lavorando a stretto contatto con i meteorologi e i fisici in Meteo Expert (già conosciuto come Centro Epson Meteo dal 1995).

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