Clima, l’innalzamento del mare minaccia anche i principali porti petroliferi del mondo
Ironia climatica: anche le infrastrutture del petrolio sono a rischio per il riscaldamento globale
Un’analisi scientifica evidenzia un’amara ironia del clima: l’innalzamento del livello del mare generato dalla crisi climatica – alimentata a sua volta dall’utilizzo dei combustibili fossili – rischia di travolgere anche i porti petroliferi più importanti del pianeta. Tra questi ci sono le strutture in Arabia Saudita, Stati Uniti, Cina, Singapore e Paesi Bassi: secondo l’analisi sarebbero particolarmente vulnerabili a un innalzamento di 1 metro, ormai inevitabile entro la fine del secolo.
In Arabia Saudita sono a rischio i porti di Ras Tanura e Yanbu, responsabili del 98% delle esportazioni di petrolio del Paese. Negli Stati Uniti, i porti di Houston e Galveston, situati nella costa del Golfo, affrontano sfide simili.
Lo studio, pubblicato dall’International Cryosphere Climate Initiative (ICCI), sottolinea come il cambiamento climatico stia già accelerando l’erosione costiera, l’intrusione salina e i danni causati dalle mareggiate, minacciando non solo le infrastrutture ma anche le economie globali.
Anche le stesse industrie responsabili del riscaldamento globale devono dunque affrontare le sue conseguenze devastanti. Ma i pericoli più gravi riguardano la sopravvivenza stessa delle popolazioni più a rischio: senza una rapida transizione dai combustibili fossili, infatti, il livello del mare aumenterà sempre di più, colpendo gravemente le comunità costiere.
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I porti vulnerabili rappresentano circa il 20% delle esportazioni globali di petrolio, con un valore stimato in 214 miliardi di dollari nel 2023 solo per i due porti sauditi. Sebbene le difese costiere possano essere potenziate, gli esperti avvertono che si tratta di soluzioni temporanee e costose. La vera risposta, affermano, è una transizione verso energie rinnovabili che possa garantire sia la sicurezza energetica sia la protezione ambientale.
L’analisi arriva in un momento in cui i leader globali affrontano crescenti pressioni per ridurre le emissioni e rispettare gli obiettivi climatici. Tuttavia, l’Arabia Saudita è stata criticata per le sue tattiche ostruzionistiche nei recenti negoziati internazionali, bloccando progressi significativi su clima, plastica e desertificazione.
In un mondo che continua a riscaldarsi, affidarsi ai combustibili fossili non è solo insostenibile, ma potrebbe anche mettere a rischio le stesse infrastrutture che alimentano l’economia globale. Il messaggio degli esperti è chiaro: il clima non aspetterà.