Giornata mondiale delle zone umide: si celebra ogni anno per aumentare la consapevolezza sulla loro importanza e tutela
Tema 2025 "Proteggere le zone umide per il nostro futuro comune" per sottolineare il ruolo fondamentale che svolgono nel sostenere la biodiversità, la resilienza climatica e la sicurezza idrica
Oggi ricorre la “Giornata mondiale delle zone umide”: si celebra ogni anno il 2 febbraio per aumentare la consapevolezza sull’importanza di queste aree, sulla necessità di proteggerle e ripristinarle a beneficio sia delle persone che del Pianeta. Il tema cambia ogni anno per concentrarsi sui diversi aspetti della conservazione e della gestione, per il 2025 è: “Proteggere le zone umide per il nostro futuro comune” per sottolineare il ruolo fondamentale che svolgono nel sostenere la biodiversità, la resilienza climatica e la sicurezza idrica.
La data ricorda l’anniversario dell’adozione della Convenzione di Ramsar nel 1971, un trattato volto a conservare e utilizzare in modo sostenibile le zone umide di ogni Paese. Ramsar, città iraniana sul mar Caspio, fu appunto sede dell’importante conferenza internazionale durante la quale venne approvata la Convenzione relativa alle zone umide di importanza mondiale, soprattutto come habitat degli uccelli, promossa dall’Ufficio Internazionale per le Ricerche sulle Zone Umide e sugli Uccelli Acquatici con la collaborazione dell’Unione Internazionale per la Conservazione della Natura e del Consiglio Internazionale per la protezione degli uccelli.
Ad oggi sono 172 i Paesi che hanno sottoscritto la Convenzione e sono stati designati più di 2.400 siti Ramsar per una superficie totale di più di 250 milioni di ettari: in Italia le zone umide designate sono 57, distribuite in 15 Regioni, per un totale di 73.982 ettari. Queste aree sono tra gli ecosistemi con la più alta biodiversità sulla Terra sostenendo una ricca varietà di specie vegetali e animali ma sono anche le più minacciate.
Visualizza questo post su Instagram
Sono temporaneamente o perennemente allagate e possono essere di origine naturale o artificiale. Forniscono importanti servizi ecosistemici per le comunità quali, ad esempio, cibo e acqua pulita. Mitigano gli effetti dei cambiamenti climatici agendo da barriere contro inondazioni, assorbendo e immagazzinando carbonio.
Il valore principale delle aree umide è costituito proprio dal fatto che accumulano grandi quantità di carbonio e assorbono le piogge in eccesso, arginando così il rischio di inondazioni, rallentando l’insorgere della siccità e riducendo al minimo la penuria d’acqua. Solamente le torbiere che coprono circa il 3% del territorio del nostro Pianeta, immagazzinano circa il 30% di tutto il carbonio: il doppio di tutte le foreste del mondo. Infine, sono aule in natura dove si fa educazione ambientale invitando all’osservazione della vita selvatica, al racconto d’importanti fenomeni come quelli migratori, al rapporto tra conservazione e attività di sviluppo.
Si tratta però di ambienti a rischio: più dell’80% è scomparso dal 1700 e solo dal 1970 ad oggi ne abbiamo perso oltre il 35%. Ciò che resta diventa quindi ancora più prezioso e va salvaguardato o ripristinato con ogni mezzo: la biodiversità di questi ambienti si sta estinguendo al ritmo del 4% ogni 10 anni contro l’1% degli ambienti marini e terrestri. Nonostante la loro importanza ecologica, le zone umide infatti devono affrontare numerose minacce, tra cui perdita e degrado degli habitat, inquinamento, sfruttamento eccessivo e cambiamento climatico.
Per festeggiare questa ricorrenza sono molte le iniziative organizzate da nord a sud nelle Oasi WWF e da Legambiente fino al 9 febbraio: previste escursioni guidate, birdwatching, momenti formativi con lezioni, proiezioni, approfondimenti ed azioni di volontariato.
Visualizza questo post su Instagram