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La Cina mira ad eliminare lo “smog severo” entro quest’anno

Per decenni, la Cina è stata il simbolo dell’inquinamento atmosferico, specialmente nelle sue metropoli come Pechino, Shanghai e Guangzhou. Lo smog soffocante e le emergenze sanitarie legate alla qualità dell’aria hanno destato preoccupazioni sia in patria che all’estero. I dati ufficiali rivelano che oltre 2 milioni di decessi prematuri all’anno sono attribuibili a malattie respiratorie e cardiovascolari causate dall’aria inquinata.

Negli ultimi dieci anni, però, c’è stata una svolta significativa. Il piano “Cielo Blu” del 2013 ha permesso una riduzione del 40% della concentrazione di PM2.5 tra il 2013 e il 2021. Tuttavia, le città cinesi ancora superano i livelli di inquinamento raccomandati dall’OMS.

In Cina, lo smog severo si riferisce a livelli estremamente elevati di inquinamento atmosferico, principalmente caratterizzati da alte concentrazioni di particolato fine PM2.5 (particelle con diametro inferiore a 2,5 micrometri) e PM10, nonché da elevati livelli di ozono troposferico (O₃), biossido di azoto (NO₂) e biossido di zolfo (SO₂).

Il governo cinese utilizza un sistema di classificazione dell’inquinamento basato sull’Indice di Qualità dell’Aria (AQI, Air Quality Index):

  • AQI ≥ 200 (Aria molto inquinata, livello “pesante”)
  • AQI ≥ 300 (Aria estremamente inquinata, livello “severo”)

Quando l’AQI supera 300, si parla di smog severo o pesantemente inquinante, con visibilità ridotta e gravi rischi per la salute. In questi casi, le autorità possono attivare allerta rossa e imporre restrizioni al traffico, chiusura di scuole e limitazioni alle attività industriali.

Strategie chiave per aria più pulita

Nel 2024, il livello medio di PM2.5 è sceso a 29,3 µg/m³, avvicinandosi ai 25 µg/m³ dell’OMS. Tuttavia, l’inverno porta ancora gravi episodi di inquinamento. Per contrastare ciò, la Cina ha delineato nuove strategie:

  • Migliorare le previsioni: Investimenti in modelli predittivi avanzati e IA per monitorare l’inquinamento.
  • Ridurre le emissioni: Normative più rigide per le industrie inquinanti e limitazioni a particolati e gas ozono.
  • Transizione energetica: Aumentati investimenti in energie rinnovabili per ridurre la dipendenza dal carbone.
  • Elettrificazione dei trasporti: Sostituzione graduale dei veicoli a combustione interna con auto elettriche.
  • Incentivi al trasporto sostenibile: Promozione del trasporto ferroviario e delle vie navigabili per ridurre le emissioni dei camion diesel.

Progresso significativo, ma la strada è lunga

Negli ultimi anni, Pechino ha registrato il suo livello di inquinamento più basso in un decennio, attribuibile a politiche energetiche innovative. Tuttavia, restano sfide importanti:

  • Dipendenza dal carbone: Nonostante gli investimenti nelle rinnovabili, nuove centrali a carbone continuano a essere costruite.
  • Aumento dell’ozono: Mentre il PM2.5 è in calo, l’ozono, pericoloso per la salute, è in aumento.
  • Equilibrio crescita-ambiente: Come principale produttore manifatturiero, la Cina deve bilanciare la riduzione dell’inquinamento con la crescita economica.

Un futuro più limpido per la Cina?

Il piano della Cina di eliminare l’inquinamento severo entro il 2025 promette di migliorare la vita di milioni di cittadini. Le strategie delineate, dalla riduzione delle emissioni alla transizione verso energie pulite, sono passi essenziali nella lotta contro l’inquinamento.

Se il paese riuscirà in questo intento, potrebbe fungere da modello per altre economie emergenti, dimostrando che è possibile conciliare crescita economica e sostenibilità ambientale. Tuttavia, il successo dipenderà dalla capacità di mantenere questi impegni senza compromettere la stabilità energetica ed economica.

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