Antropocene, l’uomo come forza geologica capace di cambiare il Pianeta
Dall’Olocene all’Antropocene, la formalizzazione scientifica di questo passaggio epocale è fondamentale per aumentare gli sforzi di studio sull'impatto dell’uomo sulla Terra
La parola Antropocene l’abbiamo sentita tutti: titola libri, riviste, saggi, articoli di giornale, compare nei film, nei podcast, viene digitata milioni di volte nei motori di ricerca, spopola anche sui social-network a ricordarci il riconoscimento del pesante impatto dell’uomo sull’ambiente. Ma cosa significa Antropocene? é un’epoca o un’era? il suo utilizzo è ufficializzato dalla scienza?
Antropocene = Antropos + Kainos
Cosa significa Antropocene è presto detto analizzandone velocemente l’etimologia: il termine è composto dal greco antropos (uomo) e kainos (recente). Termine divulgato per la prima volta dal premio Nobel per la chimica atmosferica Paul J. Crutzen che nel 2000, durante un convegno sulla biosfera, ha annunciato come l’Olocene fosse da considerarsi concluso. Il nostro Pianeta sarebbe entrato nell’Antropocene, una nuova fase geologica nella quale le attività umane sarebbero state in grado di alterare irreversibilmente i sistemi terrestri.
Era, periodo o epoca?
No, non sono sinonimi. I quattro miliardi e mezzo della storia geologica terrestre si posso suddividere in eoni (miliardi di anni), ere, periodi, epoche, età. Fino a pochi decenni fa la Commissione Internazionale di Stratigrafia classificava l’epoca in cui viviamo come Olocene, l’ultima parte del periodo Quaternario dell’era Cenozoica, dell’eone Fanerozoico. L’Olocene è iniziato al termine dell’ultima fase glaciale della Terra, circa 11.700 anni fa. Durante l’Olocene è avvenuto l’intero sviluppo storico della civiltà umana, anche grazie a un clima tutto sommato stabile. Dunque l’Antropocene sarebbe un’epoca, quella successiva all’Olocene.
L’Epoca Antropocene è ufficiale, ma non del tutto
Dal momento in cui Crutzen ne ha annunciato l’inizio la comunità scientifica ha iniziato a discuterne. Nel 2009 è stato istituito un gruppo l’Anthropocene Working Group (AWG) dalla Commissione Internazionale sulla Stratigrafia per capire se ci fossero davvero i presupposti per parlare di una nuova epoca geologica. La risposta è stata affermativa: nel maggio 2019 ben 29 membri su 34 dell’AWG hanno sostenuto la designazione di Antropocene e hanno votato a favore dell’inizio della nuova epoca a metà del XX secolo, quei decenni in cui la popolazione umana in rapido aumento ha accelerato il ritmo della produzione industriale, l’uso di prodotti chimici agricoli e altre attività umane. In particolare è sotto esame il periodo in cui sarebbe possibile individuare nelle rocce la presenza di radionuclidi provenienti dalla detonazione della prima bomba atomica della storia.
Il problema è trovare il marcatore
Quindi sì, siamo in una nuova epoca, quella dell’Antropocene (detta così sembrerebbe una buona notizia, un evento da festeggiare, ma non lo è affatto). In questi mesi l’AWG sta lavorando per identificare un marcatore geologico definitivo, che è tecnicamente chiamato punto stratotipico o sezione di confine globale (GSSP, Global Stratigraphic Section and Point). Attualmente ci sono 9 siti candidati in tutto il mondo (inizialmente erano 12), ciascuno racconta quanto gli esseri umani abbiano avuto un impatto significativo e indiscutibile. Bisognerà capire quale insieme di strati rocciosi illustra meglio questo impatto e quale strato segna il suo limite temporale inferiore, la prima impronta di un cambiamento epocale, il confine, lo shock. Quel punto dovrà essere scelto per rappresentare un passaggio di confine stratigrafico e i ricercatori lo contrassegneranno con una punta d’oro (Golden Spike).
L’uomo come “forza” geologica
I dati che dimostrano inequivocabilmente l’impatto dell’uomo sulla Terra non si contano. Ormai è difficile trovare il contrario, ovvero siti incontaminati. Terra, acqua, atmosfera, ciascun sistema mostra le cicatrici di attività invasive e spesso distruttive capaci di alterare equilibri naturali, come quello climatico. Stabilire come l’uomo abbia cambiato la geologia del nostro territorio è importante, per questioni di consapevolezza e di responsabilità.
Perché è importante?
Essere i testimoni di un passaggio epocale è più unico che raro. La formalizzazione dell’Antropocene e il riconoscimento della fine dell’Olocene da parte del mondo scientifico appare come un passaggio fondamentale per aumentare gli sforzi nel comprendere e studiare l’influenza dell’uomo sui sistemi della Terra. La transizione verso una nuova epoca è un cammino pieno di responsabilità. E potrebbe (si spera) anche convincere i responsabili e i decisori politici a tenere finalmente conto dell’impatto degli esseri umani sull’ambiente.