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Ecco perché i fattori astronomici non possono spiegare l’attuale febbre del Pianeta

I movimenti della Terra intorno al proprio asse e intorno al Sole possono essere la causa dell’attuale cambiamento climatico? Siamo sicuri che non c’entrano?
È una domanda che mi viene spesso posta durante le mie lezioni di meteorologia a scuola o nelle conferenze  sul tema.
I moti della Terra rispetto alla propria orbita variano periodicamente seguendo dei cicli, noti come cicli di Milankovitch.
I cicli di Milankovitch comprendono la forma dell’orbita terrestre (la sua eccentricità), l’angolo che l’asse di rotazione della Terra forma con il piano orbitale terrestre (la sua inclinazione) e la direzione verso la quale punta l’asse di rotazione della Terra (la sua precessione). Questi cicli influenzano la quantità di luce solare e quindi l’energia che la Terra riceve dal Sole. Costituiscono una base solida per comprendere i cambiamenti del
clima a lungo termine, tra cui l’inizio e la fine delle ere glaciali.
climate.nasa.gov
Ma i cicli di Milankovitch non possono spiegare tutti i cambiamenti climatici verificatisi negli ultimi 2,5 milioni di anni circa. E, cosa ancora più importante, non possono spiegare l’attuale periodo di rapido riscaldamento che la Terra ha vissuto dal periodo preindustriale (il periodo tra il 1850 e il 1900), e in particolare dalla metà del XX secolo.
Gli scienziati sono ormai convinti che il recente riscaldamento della Terra sia dovuto principalmente alle attività umane, in particolare all’aumento in atmosfera dell’anidride carbonica e metano.
Ma quindi, come facciamo a sapere se i cicli di Milankovitch non sono da biasimare?
Innanzitutto, i cicli di Milankovitch operano su scale temporali lunghe, che vanno da decine di migliaia a centinaia di migliaia di anni. Al contrario, l’attuale riscaldamento della Terra ha avuto luogo su scale temporali di decenni o qualche secolo. Negli ultimi 150 anni, i cicli di Milankovitch non hanno cambiato di molto la quantità di energia solare assorbita dalla Terra. Le osservazioni satellitari della NASA mostrano in realtà che negli ultimi 40 anni la radiazione solare è un po’ diminuita.
Radiazione solare
In secondo luogo, i cicli di Milankovitch sono solo uno dei fattori che possono contribuire
al cambiamento climatico, sia passato che presente.
Anche per i cicli delle ere glaciali, i cambiamenti nell’estensione delle calotte di ghiaccio polari e della concentrazione dell’anidride carbonica hanno avuto un ruolo importante nel determinare le fluttuazioni di temperatura negli ultimi milioni di anni. L’estensione delle calotte glaciali, ad esempio, influisce sulla quantità di energia in arrivo del Sole riflessa nello spazio e, a sua volta, sulla temperatura terrestre. Una maggiore copertura di ghiaccio fa aumentare la percentuale di radiazione riflessa determinando così
una diminuzione della temperatura.
Poi c’è l’anidride carbonica. Durante i precedenti cicli glaciali, la sua concentrazione oscillava da circa 180 parti per milione (ppm) a 280 ppm come conseguenza dei cambiamenti del clima terrestre pilotati dai cicli di Milankovitch.
Andamento della CO2 negli ultimi 800.000 anni
Oggi, invece, piuttosto che i feedback climatici di oceani o terre emerse causati dai cicli di
Milankovitch, è l’immissione diretta di carbonio nell’atmosfera associata ai processi di combustione dei fossili ad essere responsabile nel corso dell’ultimo secolo dell’alterazione della composizione chimica della nostra atmosfera.
Dall’inizio dell’era industriale, la concentrazione di anidride carbonica nell’atmosfera terrestre è aumentata del 48%, da circa 280 ppm a 412 ppm. Solo negli ultimi 20 anni, l’anidride carbonica è aumentata dell’11%. Gli scienziati sanno con certezza che questo surplus di anidride carbonica è principalmente dovuta alle attività umane perché il carbonio prodotto dalla combustione dei fossili lascia una “impronta” distintiva che gli strumenti possono misurare. Nello stesso periodo di tempo, la temperatura media globale della Terra è aumentata di poco più di 1 grado Celsius (1,9 gradi Fahrenheit) e attualmente sta aumentando a una velocità di 0,2 °C ogni decennio. A questo ritmo, la Terra dovrebbe riscaldarsi di un altro mezzo grado molto probabilmente entro il 2040.
Questo riscaldamento rapido del nostro clima dovuto alle attività umane si sta verificando in aggiunta ai cambiamenti molto lenti causati dai cicli di Milankovitch. Ma i modelli climatici hanno dimostrato che qualsiasi forzatura del clima terrestre dovuta ai cicli di Milankovitch viene sopraffatta quando la concentrazione di anidride carbonica in atmosfera supera la soglia di 350 ppm.
Ad oggi non si è a conoscenza di nessun fattore naturale in grado di spiegare un riscaldamento così rapido. La quantità di radiazione solare in entrata è aumentata solo leggermente nel corso dell’ultimo secolo e non può quindi essere un fattore trainante dell’attuale riscaldamento della Terra.
Come riportato nel suo quinto rapporto di valutazione, il gruppo intergovernativo sui cambiamenti climatici (IPCC) ha affermato che gli effetti dell’anidride carbonica sul riscaldamento del nostro pianeta è 34 volte superiore a qualsiasi riscaldamento dovuto al Sole.
Secondo la scienza, se l’attuale riscaldamento della Terra fosse dovuto al Sole dovremmo aspettarci un aumento della temperature sia nella bassa atmosfera (troposfera) sia nel successivo strato, la stratosfera. Invece, le osservazioni di palloni sonda e satelliti mostrano che la superficie terrestre e la bassa atmosfera si sono riscaldate ma che la stratosfera si è raffreddata.
Infine, la Terra è attualmente in un periodo interglaciale, ovvero un periodo di clima più mite tra le ere glaciali. Se non ci fossero influenze umane sul clima, gli scienziati affermano che le attuali posizioni orbitali della Terra all’interno dei cicli di Milankovitch prevedono che il nostro pianeta dovrebbe raffreddarsi, non riscaldarsi, continuando una tendenza di raffreddamento a lungo termine iniziata circa 6000 anni fa.

Daniele Izzo

Sono nato in Svizzera a Vevey l’8 maggio del 1974. Sono laureato in Fisica e dal 2001 svolgo l’attività di meteorologo e climatologo per Meteo Expert. Nel 2013 ho conseguito la qualifica internazionale di meteorologo aeronautico rilasciata dal WMO (Organizzazione Meteorologica Mondiale). Nel gennaio 2016 le mie competenze professionali sono state certificate e il mio nome è stato inserito nell’elenco dei Meteorologi Professionisti. Dal 2007 al 2015 mi avete visto condurre il meteo su Canale5, Italia1 e Rete4. Tuttora curo gli appuntamenti meteo per Radio Montecarlo. Sono Professore di meteorologia in un istituto tecnico aeronautico.

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